Salernitana-Livorno: tifosi delusi ed arrabbiati

E' notte fonda per la Salernitana, sconfitta in casa dal Livorno e superata in classifica anche dal Modena. Fosse terminato ieri il campionato cadetto, i granata sarebbero retrocessi direttamente senza neanche passare attraverso la lotteria dei play out, fino a qualche settimana fa spettro da evitare ad ogni costo ed oggi ancora di salvataggio cui aggrapparsi disperatamente. Nella giornata che avrebbe potuto (dovuto?) segnare la definitiva resurrezione della squadra di Lombardi e Murolo con oltre ventimila presenze sugli spalti e l'occasione, offerta su un piatto d'argento, di centrare il colpo grosso contro un avversario forte ma in crisi, i granata hanno clamorosamente steccato, penalizzati un po' dalla malasorte, un po' dall'imprecisione, un po' da alcune discutibili scelte di Brini. Ha vinto il Livorno che ha confermato nell'occasione l'istinto del killer, quello con il quale i labronici hanno steso la Salernitana nel momento in cui il pareggio ad occhiali sembrava già scritto
Risultato che, in verità, stava stretto proprio ai granata più volte vicini al gol nel corso della ripresa, dopo l'ingresso in campo del peruviano. Ma dopo aver sciupato almeno tre nitide palle gol, due addirittura clamorose con Fava, inevitabile che qualcosa succedesse. Ed è successo che il Livorno, spronato da Acori a chiedere di più, a cercare di più, dopo averla scampata grossa, ha trovato il micidiale uno- due con Miglionico prima e Tavano poi. Tutto in due minuti, 120 secondi che potrebbero aver segnato in maniera definitiva il campionato delle due contendenti; Livorno con la terza piazza, dunque la pole position nei play off promozione, praticamente in tasca e la Salernitana ad un passo dal baratro. A determinare l'improvviso ribaltone anche le decisioni della panchina. Brini, impeccabile fino a quel momento, nel tentativo di mettere in freezer il pareggio, cambiava volto alla squadra al minuto 36 inserendo Pestrin per Ganci e rimodellando, di conseguenza, l'assetto tattico della squadra. Mossa che induceva Acori ad avanzare ancor di più il raggio d'azione dell'instancabile Bonetto da cui piedi nasceva l'insistita azione del gol del vantaggio dei labronici, quello siglato da Miglionico, quello che chiudeva il match e dava il là alla pesante contestazione della tifoseria di casa che, posizionata all'ingresso della Tribuna Autorità - controllata da uno spiegamento di polizia in tenuta antisommossa per evitare incidenti che peraltro non ci sono stati - avrebbe lasciato l'Arechi intorno alle 19 e solo dopo l'ennesimo faccia a faccia con il presidente Lombardi e la squadra. Proprio il patron granata, durante l'incontro con gli ultrà, ha chiesto ai tifosi di sostenere la squadra in questo momento delicato. Soprattutto in vista del derby di sabato prossimo, sempre all'Arechi, con l'Avellino.
Match che, a questo punto, diventa determinante per mantenere qualche residua speranza di salvezza. Lombardi, inoltre, ha confermato ai tifosi la volontà di mantenere il prezzo del biglietto a tre euro, come contro il Livorno. Per consentire la più ampia partecipazione possibile ai sostenitori granata che, ieri, hanno affollato in venticinquemila gli spalti dell'Arechi. Tra il gol di Miglionico e la pesante levata di scudi della tifoseria locale, c'era spazio anche per il gol di Tavano, il 22mo della stagione, lineare nello sviluppo e scontato nella finalizzazione: traversone dalla trequarti di Volpe, spizzicata di Rossigni e rasoiata vincente del capocannoniere del campionato cadetto. Negli spogliatoi è stato evidente il disappunto dei protagonisti. «Noi crediamo ancora nella salvezza - ha detto Kyriazis - chiediamo solo ai tifosi di starci vicino in questo momento delicato». Gli fa eco Evans Soligo: «Questa partita sembra la copia di quella con il Rimini - ha detto il centrocampista - noi abbiamo fatto la gara, poi loro hanno vinto».