Gaveglia: "Regola del minutaggio scandalosa"
"Ho vissuto una magnifica esperienza al Team Napoli Soccer ed è stato un vero peccato incontrare tanti giocatori bravi che inspiegabilmente non trovano squadra. E' il segno di questi tempi". Non usa mezze parole Andrea Gaveglia (28), ex esterno sinistro del Giugliano dei miracoli e, lo scorso anno, dell'Ebolitana. Prima l'esordio tra i professionisti col Napoli di Gigi De Canio in B in una gara di fine stagione con la Pistoiese, poi tanti campionati vissuti in prima linea in C2 e C1, Giugliano e Martina in primis. Dura la vita per i terzini come lui, penalizzati oltremisura per le normative sui contributi economici alle società che utilizzano il minutaggio. Ed è su quest'aspetto che Gaveglia ci va pesante, spiegandone limiti ed inefficienze. "E' una regola che non esito a definire scandalosa - affonda il giocatore napoletano, che intercettiamo mentre si trova a Martina Franca per assistere ad una gara dei pugliesi -. Perchè non mortifica solo il lavoro dei giocatori over, ma anche quello degli under che dopo un anno diventano "inutili" e ne subiscono pure i contraccolpi psicologici. Se andiamo a vedere bene, i giovani vengono scelti per ruoli particolari, tipo quelli del portiere o del terzino. Ma, se sono bravi, giocano sempre, ed in tutti i ruoli. Le società, intanto, ne percepiscono i benefici solo per ragioni economiche. Ma il sistema nel complesso non cresce. A Giugliano eravamo una squadra di giovanissimi: giocavamo perchè lo meritavamo e, non a caso, abbiamo sempre fatto campionati di vertice. Questo deve pur significare qualcosa".
Adesso ti stai godendo un periodo di vacanza a Martina Franca dopo esserti allenato per un mese col Team Napoli Soccer
"Sì, sono qui e sto seguendo una tabella personalizzata di preparazione. Ho aderito a questo progetto perchè conoscevo la professionalità di Salvatore Varracchio, il preparatore atletico, di Armando Vinci, il fisioterapista e di Lello Di Napoli, il tecnico. E' stata una preparazione dura ed efficace, sono soddisfatto".
Vieni da una stagione a dir poco turbolenta ad Eboli, ed ora sei in attesa di squadra
"Però a livello personale sono contento, sia chiaro. Penso di aver dato il mio contributo. Poi, purtroppo, dopo l'aggressione perpetrata ai danni di alcuni compagni, cambiò tutta la stagione. L'ossatura principale della squadra andò via, così come i presidenti. Una favola si è trasformata in calvario, anche per via del cambio di allenatori. Non c'era una società, non c'era più nulla e, come se non bastasse, mancavano gli stipendi. Noi fino a quel punto eravamo a metà classifica, avremmo potuto salvarci tranquillamente. Solo che i nuovi arrivati non avevano mai fatto la Lega Pro e non ci hanno consentito di mantenerci a certi livelli".
Anche la tua permanenza a Napoli avrebbe potuto trasformarsi in una favola
"Però poi cambiò tutto e fui costretto ad andare via. Io avevo la massima fiducia da parte di De Canio e di Pavarese. Fossero rimasti a Napoli, sarei rimasto anche io ed avrei potuto spiccare il volo. Poi la nuova dirigenza ha pensato di cambiare molto, portando giocatori suoi. Io ne ho solo subìto le scelte. Ancora oggi De Canio si ricorda di me e mi riempie di complimenti, ne sono orgoglioso. L'anno successivo al mio esordio andai alla Primavera del Messina in comprorietà, ma la mia esperienza a Napoli era praticamente finita con mio grande rammarico".
Poi Giugliano ti ha consentito di rimetterti in moto
"Esperienza formidabile. Eravamo un bel gruppo, giocavamo bene, c'erano tutti i presupposti per raggiungere determinati livelli, come abbiamo fatto. Ho però bei ricordi anche di Messina e di Martina Franca: proprio qui, a Martina, sto di casa, i tifosi mi vogliono ancora bene. Fu un anno tirato, al termine del quale riuscimmo a salvarci. Memorabile. A Messina ebbi grande continuità: totalizzai 30 presenze in B, con buon profitto".
Ma c'è anche la triste esperienza di Avellino nel tuo curriculum
"Li vale un po' il discorso fatto per il Napoli: all'inizio c'era Incocciati che puntava su di me e mi faceva giocare sempre. Poi, col suo esonero, fui messo da parte. Un vero peccato perchè avrei voluto tanto dimostrare il mio valore. Ma non fui messo in condizione di farlo. Non facendomi giocare, il mio desiderio di riscattarmi rimase al palo. Fu solo un'annata sfortunata, la peggiore della mia carriera".
Sei un esterno che però si è adattato spesso anche a fare il centrale
"Certo. Ho fatto l'esterno alto ed a Messina anche il centrale. Ma quest'ultimo non è il mio ruolo, posso solo adattarmi".
Tra i tuoi maestri c'è stato certamente Pensabene
"E' l'allenatore migliore che ho avuto a livello tattico. Anche con Dellisanti, però, si lavorava bene. Un ottimo rapporto l'ho avuto anche con Di Costanzo e devo sempre ringraziare De Canio per i motivi che ho esposto prima: mi ha fatto esordire e mi dà sempre attestati di stima. Diciamo, comunque, che ho attinto un po' da tutti. Ogni tecnico che ho avuto mi ha insegnato qualcosa".
Il Napoli, però, continui a seguirlo da tifoso
"Quando posso. E devo dire che il mercato fatto finora non mi è piaciuto. Io penso che un club che vuole crescere davvero, deve prendere giocatori che migliorino la rosa. Questo non è accaduto, mi è sembrato più un mercato di mantenimento. Sono rammaricato per l'addio di Gargano. Stanno andando via troppi giocatori forti e che facevano la differenza. Questo magari dipende dal fatto che Bigon e Mazzarri vogliono aria nuova, alternando gradualmente i giocatori presi da Marino con altri. Ma non so se è un bene. Molti giovani presi in questi anni non si sono dimostrati all'altezza della situazione. Ed altri non li vedo di prospettiva. Insomma, questo corso mi lascia più di un dubbio".