64219 minuti con la maglia dello United. Giggs, traghettatore da record
6 novembre 1991. David De Gea, da lì ad un giorno, avrebbe compiuto il primo anno di vita. Nemanja Vidic ne doveva fare nove, come Patrice Evra. Juan Mata, forse, aveva iniziato da poco a parlare, Wayne Rooney a leggere e scrivere. Danny Welbeck aveva dieci mesi, Adnan Januzaj non era ancora nato e non lo avrebbe fatto da lì a tre anni e mezzo. 6 novembre 1991. Ryan Giggs esordiva, con il Manchester United, in Coppa delle Coppe, nell'1-1 contro l'Atletico Madrid. E già prima, a 17 anni, 10 mesi e 17 giorni, aveva giocato la prima con la Nazionale maggiore del Galles, nella sconfitta 4-1 contro la Germania. Giggs ha una storia meravigliosa, serpentine infinite, dribbling ubriacanti. Qualche capello brizzolato in più, la voglia di giocare ancora ed un amore grande così per il Manchester United. Quello che scelse, giovanissimo, dopo aver giocato nell'Academy del Manchester City.
Ferguson lo scelse, accuratamente. Poi lo ha cullato, cresciuto, fatto sbocciare e poi esplodere. Giggs è uno dei ragazzi del '92, di quella classe formidabile che ha vinto tutto con la maglia dei Red Devils. Ha sfidato centodieci squadre diverse in carriera in partite ufficiali: sessantaquattromiladuecentodiciannove minuti con la maglia dello United, cinquemilacentosettantanove con quella del Galles per un totale di novecentotrentacinque presenze e centosessantasei gol totali. Numeri pazzeschi, per il quarantenne di Cardiff, ora traghettatore dopo l'esonero di David Moyes. "Allenare il Galles sarebbe un sogno -aveva detto recentemente-, ma ho ancora voglia di giocare". Per questo si parlava di rinnovo, di un'altra possibile stagione da record sui campi d'Inghilterra e d'Europa. Il cuore rosso, però, lo ha chiamato. Moyes è arrivato da Liverpool e lì è finita la sua avventura. E lì parte l'avventura di Ryan Giggs, che iniziava a indossare le scarpette quando De Gea doveva ancora compiere un anno.