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L'editoriale sulla C - FIGC e bolla fideiussione: meglio tardi che mai

L'editoriale sulla C - FIGC e bolla fideiussione: meglio tardi che maiTUTTO mercato WEB
venerdì 31 agosto 2018, 14:192018
di Tommaso Maschio
fonte Ivan Cardia per Tuttoc.com

Adesso ci divertiamo. Più o meno. Perché io vi capisco, cari lettori: un po’ vi siete stancati. Ci siamo stancati, diciamolo chiaro e tondo: di corsi e ricorsi, tribunali e appelli, fideiussioni e penalizzazioni. Però sono questi i temi di un’estate mai così litigiosa e mai così incerta: il campionato di B è iniziato e non sappiamo se continuerà a 19 squadre, a 20 o a 22. Almeno le 25 dovrebbero essere scongiurate. Nell’estate del condizionale, però, tutto è ancora da scrivere. Il campionato di C inizierà, a un certo punto. Il mercato finisce domani, giocoforza non per tutte. Ecco, a proposito del campionato. In giornata la Lega Pro ha diramato gli inviti per la presentazione del calendario. La tagline recita “passione, rispetto, onestà”. È un messaggio, velato ma chiaro. Ché finora il calcio minore ha ammazzato la prima, calpestato il secondo, ignorato la terza.

La FIGC, eccoci. Da qualche parte in via Allegri ci si è resi conto che alcuni problemi sarebbe utile risolvermi prima del campionato. In giornata la federcalcio ha ordinato alle due società di Serie B e alle dieci di C che hanno presentato una fideiussione targata Finworld di presentare una nuova garanzia. Su queste pagine ne scriviamo da tempo, ora abbiamo una risposta. Tardiva, ma meglio tardi che mai. Sul tema, Lega B e Lega Pro avevano le mani legate. Quest’ultima quantomeno aveva comunicato ai propri club che quella fideiussione poteva presentare problemi e quindi Gravina potrà almeno il più classico dei velavevodetto ai club che gli chiederanno un impossibile supporto. Per Lecce e Palermo, invece, non può che essere strano trovarsi a campionato iniziato con una nuova fideiussione da dover presentare senza che nessuno gli avesse detto ahi. Ma tant’è.

Sul tema fideiussioni, ripeterò quanto scritto due settimane fa. Per rendere più noioso il tutto, ma anche perché tanto la proposta è sempre quella. La garanzia attuale non basta, è quasi certificato. La proposta: fideiussione da 2/3 milioni di euro. Salgono i costi ma si copre tutto, o almeno quasi tutto. E non da istituti di credito sparsi per il mondo. Se voglio un mutuo, scelgo una banca che mi dia certezze, con tutto il rispetto. Fideiussioni dai primi cinque o dieci istituti di credito italiani. Venti, se vogliamo allargarla agli europei. Ancora, salgono i costi, ma con essi anche le certezze. Se poi qualcuno preferisce fare un bonifico, tanto meglio. Se invece vogliamo continuare ad accettare fideiussioni da 350 mila euro che costano meno di 10 mila euro, poi non stupiamoci se qualche sopracciglio lo fanno alzare.

Dato che di fideiussioni si parla, tanto vale restare in tema di soldi. Il campionato deve ancora iniziare, e già possiamo fare la conta delle criticità. A Matera le risolveranno, ma ci sono: la società lucana deve definire il problema relativo agli stipendi di giugno non pagati e rischia una penalizzazione. È una pendenza attribuibile alla vecchia proprietà, non certo imputabile alla nuova società, e siamo certi che tutto andrà bene, ma è innegabile che iniziare un campionato con pesi del passato non sia proprio il massimo della vita. Non lo è, per inciso, neanche essere minacciati per aver scritto una notizia: è capitato al collega (più bravo di me) che ha parlato di questa vicenda e questo dimostra il cortocircuito che troppo spesso lega tifosi, giornalisti e squadre di calcio. Se una notizia è negativa, la colpa non è certo di chi la scrive, ma di chi ne ha creato i presupposti. Chiuso l’inciso, Matera non è certo un caso unico. Il Bisceglie inizierà il campionato con una squadra di giovanissimi (non nel senso tecnico del termine, a scanso di equivoci) e la situazione è meno complicata per il passato, ma più incerta per il futuro.

Matera e Bisceglie, almeno, danno lo spunto per parlare un minimo di campo e di mercato. La Casertana piazza il colpo da novanta per certificare che i Falchetti ci proveranno: in serata è stato avvistato in città Antonio Vacca, uno che in Serie C fa la differenza come pochi altri centrocampisti, anche senza assicurare troppi gol. È un girone, quello del sud, molto complicato da leggere. Non fosse altro che non è chiaro il destino del Catania: i rossazzurri, per la cronaca, patiscono le difficoltà di un mercato in cui non è chiaro due andranno a giocare. La squadra per la Serie C è competitiva, mentre in caso di B ci sarebbe chiaramente tanto da modificare. Sia come sia, gli etnei, se rimarranno, saranno la squadra da battere del girone. Ma la Casertana c’è e mettiamoci anche il Catanzaro. Sorpresa? Occhio alla Vibonese, che ha fatto un lavoro ambizioso. Poi da domani può cambiare tutto: chiuderà il mercato, ma dovrà essere riaperto per chi andrà in B, se ci andrà. E anche la mezza boutade relativa alle sette promozioni (che non è certo campata in aria) nasconde un ulteriore inghippo: alla promozione ci dovrebbe arrivare chi programma. Come si può programmare in questa estate di incertezze?

Chiudiamo con un ripassino di geografia. Avellino non è nel Lazio, Bari non è né in Sicilia né in Calabria. In giornata sono stati resi noti i gironi della prossima Serie D. Con una mano sul cuore, un disastro. Gli irpini si dovranno dividere tra Sardegna e Lazio, i pugliesi tra Calabria e Sicilia. Motivazioni di ordine pubblico, dice la spiegazione ufficiale. Qualcuno fa anche notare che la sistemazione potrebbe non dispiacere alle due società, soprattutto al Bari: il girone, sulla carta, si presenta molto più morbido di quel che avrebbe potuto essere. Ai tifosi, però, sarà chiesto di coprire la distanza che separa Avellino e Sassari, oppure Bari e Marsala, o Gela. Per seguire, lo ricordiamo, una partita di Serie D. E va bene tutto, l’ordine pubblico e le motivazioni organizzative. Ma non raccontiamoci che i tifosi sono l’anima del calcio, se poi facciamo tutto pur di farne a meno, di quell’anima.