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Faccia a faccia con Giancarlo Antognoni

Faccia a faccia con Giancarlo Antognoni
lunedì 6 maggio 2002, 18:432002
di Germano D'Ambrosio
In esclusiva per TMW, abbiamo parlato con la bandiera storica della Fiorentina. Un commento non senza amarezza sul momento difficile della squadra gigliata. E un chiaro messaggio lanciato a Cecchi Gori...

Chiedere ad un tifoso della Fiorentina chi è Giancarlo Antognoni è come chiedere ad uno del Napoli chi è Maradona. Lui è "l'unico numero 10" del capoluogo toscano, primatista assoluto di presenze in maglia viola (341 in 12 anni di militanza), Campione del Mondo con la Nazionale Italiana in quel Santiago Bernabeu nell'82. Una vita per la Fiorentina, anche dopo il suo addio al calcio da giocatore. Tanti anni da dirigente, a gestire dalla scrivania quella squadra che, con le sue giocate, aveva già gestito sul campo. Quindi il divorzio, nel Febbraio 2001, dopo la cacciata di Terim ed una perfetta disarmonia d'intenti con la meteora Mario Sconcerti. Oggi Antognoni è solo spettatore esterno, il calcio per lui non è piu' una professione; molto difficile, attualmente, prevedere un suo ritorno in società. Ma con grande disponibilità e simpatia ha acconsentito, in esclusiva per TMW, a rilasciare il suo parere riguardo la situazione attuale della sua Fiorentina, e del calcio di oggi in generale.

D: Giancarlo, cosa ti piace e cosa non ti piace del calcio italiano di oggi?
R: Mi piacciono molte cose: questo sport rimane comunque la mia passione e frequento questo ambiente da sempre. Quello che non piace forse è la mancanza di spettacolo: gli allenatori di oggi tendono a puntare al risultato e basta, mentre invece a mio parere bisognerebbe privilegiare un po' di piu' la spettacolarità.

D: Sicuramente non ti è piaciuta neanche la stagione della Fiorentina, che si è conclusa con la retrocessione. Secondo te c'è qualcosa da salvare per la prossima stagione oppure occorre ricominciare da zero?
R: Ricominciare da zero è l'unica via. Quando una squadra retrocede, inevitabilmente si porta dietro delle scorie negative che bisogna cancellare con una totale ricostruzione. Ci vuole un cambiamento di uomini generale, a livello dirigenziale ed anche a livello di squadra. Senza tralasciare, ovviamente, la proprietà: finché non cambierà, non credo proprio che tornero' a far parte della Fiorentina.

D: Dopo la conferma di Ottavio Bianchi come presidente, non credi che ci possano essere ulteriori "scossoni", a breve, nel quadro dirigenziale del club?
R: Grandi scossoni no, l'unica cosa che potrebbe e dovrebbe cambiare è appunto la proprietà. Altrimenti non si riuscirà mai ad eliminare quel forte attrito che attualmente esiste tra la società ed il pubblico. Il fatto che Bianchi sia presidente non conta nulla, ormai non c'è piu' il feeling con i tifosi, ed è un rapporto che rischia di diventare davvero insanabile se entro breve non cambierà qualcosa a livello di proprietà.

D: Cosa ne pensi allora dell'ormai celebre fiaccolata tenutasi a Firenze il 18 Aprile scorso? Vittorio Cecchi Gori si meritava anche questa?
R: Credo sia appunto un'ulteriore conferma del fatto che il rapporto con il pubblico sia ormai inesistente. Ormai è chiaro: Cecchi Gori non è desiderato. E' inoltre una conferma del fatto che i tifosi della Fiorentina siano sempre vicini alla squadra. Erano molti di piu', in realtà, di quel migliaio di persone che si è fatto credere ci fossero. C'era veramente tantissima gente, segno che evidentemente c'è voglia di cambiare. Ma il futuro è ancora incerto.

D: Prima hai parlato di cambiamento generale di uomini. Cominciamo dall'allenatore: si sono fatti molti nomi, tra cui Ulivieri, Fascetti, ma anche Colomba, che i tifosi in verità non disdegnerebbero. Cosa consiglieresti alla società per la prossima stagione?
R: In questo momento la Fiorentina deve fare innanzi tutto un programma, almeno triennale, destinato a risalire in Serie A. Certo, il massimo sarebbe risalire direttamente il prossimo anno, ma non è affatto semplice, quindi sarebbe meglio fare un progetto a lunga scadenza. Per il ruolo di allenatore, secondo me ci vorrebbe un giovane, che abbia idee moderne e sappia improntare un gioco non all'antica, con nuove metodologie. Penso ad esempio a De Biasi, o a Dominissini, che stanno facendo molto bene in Serie B.

D: L'organico sembra destinato ad una vera e propria rivoluzione: Adani verso il Milan, Nuno Gomes verso la Spagna, solo per citare alcune possibili partenze. Ma in generale sono molti i giocatori che lasceranno Firenze. Tu ne sai qualcosa in piu' di noi?
R: Non conosco maggiori dettagli. So solo che è normale che alcuni giocatori partano: forse uno come Adani potrebbe adattarsi, ma Nuno Gomes, ad esempio, oppure Amoroso, non riuscirebbero a calarsi nel clima della Serie B. Bisogna ripartire dai giovani e mantenere qualche giocatore esperto. Penso ad Amaral o a Di Livio, se decideranno di restare, ai quali potrebbe essere affidato il compito di fare da chioccia ai propri compagni.

D: Questa stagione è stata caratterizzata da una quantità di infortuni esagerata. Secondo te si gioca troppo, si gioca troppo duro...qual'è la causa principale?
R: Non credo si giochi troppo, del resto anche in altri paesi si ha una quantità di partite uguali alla nostra, come ad esempio in Inghilterra o in Spagna. Secondo me dipende dal tipo di gioco: non intendo la durezza, quanto piuttosto l'approccio alla gara, che in Italia è particolarmente stressante. In altri campionati è diverso, il giocatore sa che se dovesse perdere non sarebbe una tragedia. L'aspetto psicologico è importante, e spesso determinante per alcuni grossi infortuni. Poi ci sono anche i problemi fisici derivanti dalla tipologia del giocatore.

D: A proposito di infortunati "illustri", mi viene in mente Enrico Chiesa, il quale mentre continua il suo periodo di riabilitazione ha fatto sapere che l'idea di rimanere con la Fiorentina anche in B non è così remota. Secondo te il bomber resterà davvero a Firenze?
R: Non credo sia un'ipotesi attuabile, probabilmente è stata una dichiarazione volta a tranquillizzare i tifosi. Lui ora deve ricominciare, ma una volta ripreso a girare a pieno ritmo sarebbe impensabile vederlo nel campionato cadetto. E' un grande campione, secondo me uno degli attaccanti migliori d'Italia, sarebbe assolutamente sprecato; e poi non credo che attualmente la Fiorentina sia in grado di sostenere un ingaggio cosi' oneroso. Gli auguro un futuro ricco di soddisfazioni altrove: del resto Enrico puo' fare la differenza in qualsiasi squadra. Se non si fosse infortunato, credo che la possibilità di andare ai Mondiali non glie l'avrebbe tolta nessuno.

D: Un commento sullo scorcio di campionato giocato da Adriano con la maglia viola. Sarebbe cambiato qualcosa se fosse arrivato a Settembre?
R: Si, forse se fosse arrivato un po' prima la situazione sarebbe stata un po' diversa. Quello che ha pesantemente pregiudicato il campionato della Fiorentina è stato senza dubbio l'infortunio di Chiesa. Non so se bisognava chiamare prima Adriano, comunque lui ha fatto bene ed ha svolto perfettamente il suo compito. Il problema pero' sta sempre nella società: se non ci sono le basi, i risultati stentano ad arrivare ed anche un giocatore nuovo che arriva da un'altra squadra ha delle difficoltà a calarsi in questo tipo di realtà.

Si ringraziano per la collaborazione Michele Capitani e Gabriele Scognamillo