Altalena Cremonese: come risollevarsi?
Nella città del torrone e del Torrazzo si respira di nuovo aria di serie C. La cadetteria, arrivata dopo due promozioni consecutive, è stata persa dopo solo un anno, grazie a scelte sbagliate, e ad una stagione fallimentare sotto tutti i punti di vista, cominciata male (0-1 a Brescia) e proseguita peggio (una vittoria e due pareggi in 18 giornate) con la retrocessione in pratica ratificata già al termine del girone d'andata. Ma l'annata sarà ricordata da tutti i tifosi grigiorossi non tanto per il risultato sportivo, comunque negativo, quanto per la perdita del "Presidente" con la P maiuscola. Quel Domenico Luzzara che aveva già designato nel 2002 Luigi Gualco come suo successore. Ma il terzino di una volta non aveva e non ha il carisma del "presidentissimo", quello della serie A, quello dei Vialli, quello che, il 29 aprile di quest'anno, ha salutato tutti lasciando un vuoto incolmabile. Ma dove è mancata questa Cremonese, balzata agli onori della cronaca per due promozioni di fila e ricaduta, in maniera sconcertante, in C senza lottare? Sotto accusa la difesa colabrodo (più di 50 reti incassate), un centrocampo per niente ermetico, ma, soprattutto, l'attacco dove il solo Carparelli non poteva di certo cantare e portare la croce. Ha influito particolarmente, sulla stagione grigiorossa, la dipartenza di Gioacchino Prisciandaro. Il guerriero, osannato e stimato dai tifosi, protagonista, malgrado i suoi 34 anni, di campionati di classe cristallina e purissima, corredati dai gol, cioè l'essenza del calcio, è stato l'unico in grado di monetizzare l'impegno sotto porta. In sua assenza ha dovuto sostituirlo al centro un esterno adattato (Carparelli).
Se, però, il manico è un tecnico come Giovanni Dellacasa, con nessuna esperienza di campionati professionistici di tal genere, è chiaro che le difficoltà per salvarsi aumentano. Inoltre, se con Luzzara la Cremonese era indicata come società modello, con la coppia Triboldi-Rispoli è cambiato tutto. Emblematico il lancio di palle di neve dagli spalti che ha fermato più volte la partita con il Vicenza. Le avvisaglie per il futuro, insomma, non sono sicuramente rosee. In un primo tempo la coppia Triboldi-Rispoli voleva passare la mano. Poi ha deciso di allargare la società ad eventuali imprenditori interessati (Bianchi? Bresciani?) provenienti dalla vicina Crema. Una volta retrocessa in C, la compagine grigiorossa sta cercando di riprogrammare il suo futuro che sarà sicuramente senza Prisciandaro. E con Corrado Verdelli, ex Ternana e primavera dell'Inter, in panchina.