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Boban: "Ibra era uno da Milan"

Boban: "Ibra era uno da Milan"
mercoledì 16 agosto 2006, 12:312006
di Marco Frattini
fonte Luigi Garlando per la Gazzetta dello Sport

Boban, vorrete mica battere i campioni del Mondo?
«Attenti perché il nuovo c.t. Bilic è a Livorno per vincere. Vengo anch'io per battezzare il nuovo corso. C'è poco di sperimentale, gruppo solido. Occhio a Modric, che contro l'Arsenal ha giocato benissimo e a Niko Kranjcar, che ha iniziato il campionato alla grande. Le polemiche legate al padre, ex c.t., lo hanno maturato».
Noi siamo un po' più sperimentali...
«Un po' troppo, forse. Italia allegra, strana».
Debutta il suo ex compagno Donadoni.
«L'ho sentito, è entusiasta. Io ho sempre ammirato la sua fantasia tattica. Non si è mai fermato al 4-4-2 e al sacchismo. Sa adattarsi ai giocatori che ha».
Lippi ha plasmato una Nazionale col suo carisma.
«Roberto è schivo, ma le cose sa dirtele in faccia. Nello spogliatoio del Milan pesava più di quanto pensiate».
E' stato il Mondiale di Cannavaro e Materazzi. Il prossimo campionato raccoglierà il messaggio? Meglio difendersi?
«Una vergogna non aver premiato Cannavaro miglior giocatore, ma il vero messaggio di Lippi è quello della semifinale: 4 punte contro la Germania. A volte ha rinunciato al tridente, ma ha sempre pensato un calcio offensivo. Sono strafelice che abbia vinto. Con Sky ho fatto un'esperienza bellissima».
Inter favorita?
«Perché il Milan è -8. Altrimenti, direi 50 e 50».
Mancini ha troppi attaccanti?
«Qualcuno partirà. Io non venderei Martins, ha grandi qualità fisiche e segna. E' un gioiello. Il problema non è l'attacco. A centrocampo l'Inter ha sempre avuto buoni giocatori, mai un vero leader. Solo Veron, a tratti».
Non può esserlo Vieira?
«Se è quello del Mondiale, sì. Se è quello della Juve, no. Mancini scelga una formazione, un modulo, e lavori su quelli. Se l'Inter non fa il salto di qualità quest'anno, come società e squadra, non so quando lo farà».
Falsa partenza al Trofeo Moretti.
«Ha affrontato la Juve come se fosse davvero una squadra di serie B. Se l'Inter pensa che vincerà tutto facilmente, sbaglia. La sconfitta di Napoli può essere salutare».
Mancini deve dare un'anima a un gruppo di campioni. Con pochi italiani, non è più difficile?
«Lo dico da sempre, per esperienza. Serve uno zoccolo di 6-7 italiani. Quelli del Milan ci insegnarono l'orgoglio dell'appartenenza, del sacrificio e della professionalità».
Per la Uefa, il Milan ha danneggiato il calcio europeo.
«Ha esagerato. Doveva dare una risposta, non fare una predica. Il Milan non ha quelle responsabilità che molti vogliono attribuirgli.

E ha già subito una punizione».
Sentenze troppo leggere, hanno commentato molti.
«Non sono d'accordo. Non c'è stata la ghigliottina, ma è partito un messaggio importante dai processi. Gli scettici dicevano: "La Juve non andrà mai in B". Ci va. Anche altre penalizzazioni sono state pesanti, il messaggio di rinnovamento è chiaro. Non si può spaccare tutto».
Il Milan ha perso sia Crespo che Ibrahimovic.
«Ero certo che arrivasse Ibra, mi sarebbe piaciuto. Come dicono al Milan: è uno da San Siro. Risponde all'idea del calcio berlusconiano. E invece è andato all'Inter».
Se arrivasse Ronaldo?
«Se sta bene e ha voglia di allenarsi come pretendono a Milanello, lo prendo subito. La mia classifica di tutti i tempi: Pelè, Maradona, Ronaldo».
Sacchi dice che, con Berlusconi presidente, si risolveva tutto col lavoro, ora si fa al ricorso al mercato.
«Il contrario. Berlusconi presidente spesso risolveva di persona l'affare, era più facile. Da quando è in politica ha più responsabilità, non fa il miliardario ubriaco e ciò suona a gloria del lavoro di Galliani e Braida».
Il vecchio Milan vinceva solo grazie al lavoro?
«La rivoluzione di Sacchi resta bellissima, ma gli olandesi erano i migliori del mondo e costarono parecchio».
Sheva ha baciato subito la maglia del Chelsea.
«Un gesto istintivo, non gli darei tanto peso. Anche se spesso Sheva è apparso immaturo, un po' bambino».
Il Milan rischia a Belgrado?
«Solo se pensa di non rischiare. Se gioca da Milan, e lo farà, non rischia nulla. La Stella Rossa non ha qualità».
Quante volte lei ha giocato nel Marakana di Belgrado?
«La prima volta da ragazzino, marcai a uomo Stojkovic, oggi presidente della Stella Rossa. Gliene diedi un sacco. Alla fine mi chiese: "Ma eri drogato?". No, ero giovane. Finì 0-0. Boban marcatore... Ho fatto anch'io la gavetta».
In difesa basta l'arrivo di Bonera?
«A destra non lo vedo tanto, non ha la freschezza atletica e la tecnica per la fascia. Meglio centrale. Con Kaladze e Simic il reparto è coperto, ma il Milan deve sperare che Cafu confermi la spinta e Serginho la tenuta difensiva. Col rombo, è fondamentale avere esterni aggressivi».
La Roma e le altre?
«Non credo che Mido possa risolvere il problema della punta e che la Roma possa fare meglio di un anno fa. Mi incuriosisce il Palermo di Guidolin».
Capello a Madrid?
«Con Cannavaro ed Emerson ha rosicchiato qualcosa, ma il Barcellona resta di un altro pianeta. A meno che Ronaldo faccia Ronaldo. Vedo un Real più da Liga che da Champions».
Rijkaard, Van Basten, Donadoni... E Boban?
«A marzo termino il corso Uefa per allenatori, durato 3 anni e mezzo. Vedrò. Mi piacciono calcio e cultura, faccio tv, pubblico un quotidiano calcistico: ora va bene così