Calciopoli: colpo di coda del Milan
In tre giorni di udienza hanno parlato pochissimo. Ora tocca a loro, a Piero Sandulli e ai quattro giudici di una Corte Federale che oggi, nell'ultimo dei tre atti del procedimento di appello, si e' imbattuta nel colpo di coda del Milan. La societa' rossonera ha giocato una carta a sorpresa, quella dello scudetto 2005-2006. Un tricolore in ballo, un buco potenziale nell'albo d'oro. La Caf, in primo grado, aveva stabilito la non assegnazione del titolo, diversa dalla revoca dello scudetto dell'annata precedente, quello per cui il commissario della Figc, Guido Rossi, ha creato una commissione apposita per decidere se dirottarlo o meno nella bacheca dell'Inter. Ad allertare proprio il traghettatore della Federcalcio ci ha pensato l'avvocato Marco De Luca, l'ultimo dei 3 legali ammessi a parlare in difesa del Milan, di Adriano Galliani e Leonardo Meani. Il concetto espresso e' chiaro e rischia di complicare, e parecchio, l'iter che portera' alla sentenza. La pena massima per una societa' e' costituita dalla revoca del titolo di campione d'Italia e per questo, visto che il Milan nell'ultima stagione ha chiuso al secondo posto alle spalle di una Juve retrocessa e privata del titolo numero 29, la penalizzazione di 44 punti decisa dalla Caf va cancellata con conseguente riammissione del club rossonero in Europa. Non con il purgatorio della Coppa Uefa ma dalla porta principale, quella della Champions League. Il resto della tesi difensiva del Milan, invece, non ha riservato sorprese. Galliani, Meani e la societa' meritano il proscioglimento da ogni accusa. Su Meani, in particolare, si e' soffermato in maniera significativa l'avvocato Leandro Cantamessa, che ha definito l'ex addetto agli arbitri di Via Turati ''un personaggio marginale nella societa''', protagonista di ''innocenti iniziative'' che Sandulli e i 4 giudici della Corte Federale dovrebbero ritenere ''autonome, personali'' e ''incontrollabili'' da parte della societa' rossonera. Il protocollo di queste giornate di udienze filate via lisce come l'olio e' stato scosso ancora dal Milan nella parte finale dell'arringa di De Luca. Un botta e risposta con Stefano Palazzi, poi l'intervento pacificatore di Sandulli (''l'avvocato si e' lasciato prendere dalla foga'') e le scuse del legale rossonero al procuratore federale: ''Le mandero' una scatola di cioccolatini''. Nessun botta e risposta, ma atmosfera tesissima, per la bordata di De Luca contro la Juventus: ''Qualcuno si muoveva alle spalle del Milan, ora lo sappiamo. Qualcuno si attivava per fare ammonire i giocatori del Milan. Noi tra tutti siamo stati i piu' ingenui''.
Tutto secondo copione anche con le difese della Lazio e di Stefano Babini. Chiesto il proscioglimento in entrambi i casi. In particolare l'avvocato biancoceleste Vincenzo Siniscalchi ha parlato di una sentenza, quella della Caf, ''incoerente''. Il gran finale lo ha firmato un determinatissimo Palazzi, che ha ovviamente chiesto alla Corte Federale di respingere gli appelli presentati dai 21 soggetti sanzionati in primo grado dispensando le ultime bacchettate, nell'ordine, a Lazio, Juventus e Fiorentina. Non al Milan, salvato dalla scadenza dei 15 minuti concessi da Sandulli per la contro-requisitoria conclusiva.E' rientrato ampiamente nel tempo limite di 120 secondi, invece, Franco Carraro, che ha preso la parola a sorpresa al posto del suo legale. Carraro ha precisato di non essere indagato a Napoli ne' per associazione a delinquere, ne' per illecito sportivo sulla partita Lazio-Brescia. In merito a questo incontro Carraro ha ribadito di aver telefonato all'ex designatore Paolo Bergamo ''perche' l'arbitro facesse attenzione ad una situazione delicata'' nell'ambiente della tifoseria romana. Poi l'annuncio dell'addio al calcio, al momento segnato dai 4 anni e 6 mesi di inibizione rimediati in primo grado. ''Io non difendo interessi concreti, non ho la voglia ne' l'eta' per tornare nel calcio'', ha detto dicendosi ''stravolto''. Alle 19.20 i battenti dell'aula allestita al Grand Hotel Parco dei Principi si sono chiusi, cosi' come le porte della camera di consiglio. Sandulli e i 4 giudici della Corte Federale dovranno decidere cosa fare delle sanzioni della Caf, degli appelli presentati dalla procura e delle impugnazioni decise dalle 4 societa' e le 17 persone condannate in prima istanza. La sentenza potrebbe arrivare gia' domani o, al piu' tardi, mercoledi' mattina. Giusto in tempo per rispettare la deroga concessa ufficiosamente dalla Uefa alla Figc per la presentazione delle squadre da iscrivere alle coppe. L'unica cosa certa, al momento, e' che anche stavolta la lettura del dispositivo di sentenza sara' pubblica. Anche se, contrariamente a quanto avvenuto in sede Caf, stavolta i giornalisti non avranno accesso all'aula ma seguiranno la lettura della sentenza dalla sala stampa. Gia' allestite, invece, le misure di sicurezza all'esterno per evitare assembramenti di tifosi: l'isolato del Parco dei Principi sara' off-limits.