Calciopoli: i verbali dell'interrogatorio di Moggi
Ecco gli stralci più significativi dell'interrogatorio dell'ex d.g. della Juventus Luciano Moggi.
Lunedì 15 maggio 2006, caserma dei carabinieri di via In Selci a Roma, ore 11.25: comincia l'interrogatorio di Luciano Moggi davanti ai pm della Procura di Napoli, Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice, titolari dell'inchiesta "Off-side". Moggi è assistito dagli avvocati Paolo Trofino e Fulvio Gianaria, i giudici sono coadiuvati da cinque ufficiali dei carabinieri, su tutti il maggiore Attilio Auricchio, l'investigatore numero uno di "Moggiopoli". Ecco i passaggi più significativi.
CONFUSE GENERALITA'. Moggi: "Coniugato, due figli... Chiudetela la porta. Non è più da oggi direttore generale (parla di sé in terza persona singolare, ndr), non ha più la carica, da questo momento non ce l'ha, non lo so. No, dunque, ieri sera, ufficialmente, ufficiosamente ho dato le dimissioni che poi formalizzerò domani. Però, in pratica non me la sento, sono stanco". Pm: "Allora, Moggi Luciano, già direttore generale della Juve Spa". Moggi: "Sono stato massacrato da tutto e da tutti, sono stato indicato come un capro espiatorio di cosa non lo so, per carità, la gente può dire tutto di tutti, però è una vita invivibile questa qua. Comunque, niente. Io ho avuto una brutta giornata".
MASSONERIA. Pm: "Posso chiederle, Moggi... Lei è iscritto a logge massoniche?". Moggi: "A logge massoniche?". Pm: "E' una domanda". Moggi: "Non so neppure cosa siano, non ho nessuna iscrizione a nessuna parte".
POTERE. Moggi: "Il potere che cos'è? Il potere specialmente nel calcio è dettato da un qualcosa che porta ad avere in mano delle leve per avere e distribuire certe cose o poteri che siano. (...) Avere moviole, avere trasmissioni televisive e non avere niente come ha la Juventus, questo voglio dire".
DIRITTI TV. "Quando si parla di interessi, si può prendere i diritti televisivi, che in pratica ha Mediaset col digitale terrestre, diritti televisivi che ha il digitale terrestre di La7". Su Galliani: "Di fronte a queste cose conta di più questo potere qui che oltretutto è conflittuale perché (Galliani è il soggetto sottinteso, ndr) è il vicepresidente del Milan e presidente della Lega".
MAZZINI E DELLA VALLE. "Sentite voi, sentite una telefonata di Mazzini (ex vicepresidente della Federcalcio, ndr), lui è un fiume in piena. (...) E poi vede Mazzini, io l'ho letto lì, una volta è contro e una volta a favore, siccome è una persona un po' particolare, che parla a ruota libera. (...) Io 99 volte su 100 lo lascio parlare, poi dico: va bene, ho capito, salvo che non ci siano cose particolari. Quando mi parla dei dossier su Della Valle, ma scusate, io, cosa volete che mi importi, perché dopo è talmente buffa questa cosa. (...) Io questo non lo posso accettare, perché mi sono sempre mosso nella legalità di certe cose, che in pratica non vanno a influenzare quello che fa la Fiorentina o Della Valle o altre società".
BRUTTO E NERO. "Mi trovo a fare Calimero, nel senso che è brutto e nero, perché è il più debole di tutti, però io l'accetto, tanto nella vita si può stare bene, poi si può stare male e adesso sto molto male, ma per queste cose qua che credo di non meritare".
ESEMPIO. "Vi cito un piccolo esempio, mi sembra la partita Juventus-Inter, se non vado errato. Centomila televisioni, centomila giornalisti allo stadio, nessuno ha visto il fallo di Ibrahimovic. Guarda caso, chi vede il fallo di Ibrahimovic? Il digitale terrestre di Mediaset e il giocatore cosa fa? Prende tre giornate di squalifica che terminano dopo la partita Milan-Juventus del 2004".
CIFRE. "Noi quest'anno abbiamo avuto la squadra che ha il secondo attacco e la miglior difesa. Abbiamo avuto, mi sembra, salvo errori ed omissioni, tre rigori contro e sei a favore se non vado errato, quindi noi di favori non ne abbiamo avuti".
DESIGNATORI ARBITRALI. "C'era una corrente che ne voleva uno e una corrente che ne voleva un altro, non è che dipende dalla Juve, da Moggi o da Giraudo se questa qui è una cosa che avviene, io credo che sia una cosa che avviene in seno alla presidenza, al consiglio federale. (...) Come si fa ad essere associati a due designatori che uno va da una parte e uno va dall'altra". Pm: "Pare che le indagini dicano che (Pairetto e Bergamo, ndr) prendevano ordini solo da lei". Moggi: "Ma non va". Pm: "Mi scusi, signor Moggi, lei ha compreso di costa stiamo parlando, voglio dire, stiamo parlando di persone completamente a lei asservite". Moggi: "Non è così".
SORTEGGI ARBITRALI. Moggi: "Addirittura è un giornalista che alzava la pallina". Pm: "Mo' glielo spiego io il sistema, glielo faccio anche vedere, guardi gliele mostro pure le palline, perché ci è stato spiegato...". Moggi: "Ma il giornalista sapeva. (...) Io so che c'era un notaio e il giornalista estraeva e che il giornalista fosse a conoscenza di queste cose qui non lo potete chiedere a me".
MEANI. "Uno che è una gola profonda e che sa dire solo male delle persone, che si chiama Meani, e Meani se avesse il telefono sotto controllo probabilmente potreste sentire questo e di più".
INTERCETTATO COSA? Pm: "La differenza la fa una sola cosa, signor Moggi, che lei è stato intercettato". Moggi: "Intercettato su cosa?". Pm: "Su queste cose e queste". Moggi: "Ho capito".
CON CHI PARLO. Si ascolta la registrazione di una telefonata, poi il pm domanda: "Me lo dice lei con chi parla?". Moggi: "Non lo so, perché se sapessi con chi parlo io... Io parlo con tante persone, certamente io parlo con una persona alla quale non chiedo di farmi una cosa".
TELEVIDEO E DIFFIDATI. Moggi in tema di ammonizioni: "Dottore, la prima cosa che si vede al televideo appena finita la partita è i diffidati delle squadre di calcio".
GIORNALISTI. Moggi, citando Tony Damascelli, firma del Giornale: "Un rompicoglioni di proporzioni gigantesche, scusate il termine".
QUESTIONE DI FEDE. Parlando dell'incontro con Maria Grazia Fazi, ex segretaria della Can, al santuario del Divino Amore a Roma: "Io sono religioso, c'ho questo difetto e credo anche di meritarlo. Al santuario del Divino Amore ci vado tutte le volte che vengo a Roma, non è una cosa strana questa". Pm: "Ma la domanda è, ha incontrato la Fazi al Divino Amore?". Moggi: "Non ricordo, ci sarà stata, io sono sicuro che ci vado al Divino Amore. Io non mi ricordo, io mi vedo con mille persone".
IL PROCESSO DELLE FESSERIE. Pm: "Mi scusi, signor Moggi, qui non stiamo da Baldas e alle fesserie del Processo del Lunedì...". Moggi: "Dottore...".
AMMISSIONI. A proposito di Paparesta (Reggina-Juve del 2004-2005): "Ammetto che io e Giraudo ci siamo incavolati, su questo non c'è dubbio. (...) Perché lui qualche svista l'ha fatta di troppo e ci siamo incazzati nel momento, ma rimane un incazzamento fine a se stesso".
TELEFONATE. Maggiore dei carabinieri a un avvocato: "Il suo cliente aveva 350 chiamate al giorno". Avvocato: "Avete ascoltato 20.000 telefonate...". Maresciallo: "Siamo arrivati a 100.000. (...) Solo del signore 100.000".
RISTORANTI. Pm: "Non lo so perché, poi andiamo sempre a finire a un ristorante". Moggi: "Sì sì, il ristorante". Pm: "Non lo so, i ristoranti si intrecciano con storie particolari...".
L'EPILOGO. Ore 16 circa, l'interrogatorio volge alla fine. Moggi: "Adesso, guardi, le dico una cosa". Pm: "Allora?". Moggi: "Uscire per strada e vedersi domani scritti sui giornali...". Inciso del consulente che redige il verbale: "Si sente l'indagato piangere e singhiozzare e il suo discorso si interrompe".