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Canovi: "Ridicolo, erano tutti d'accordo"

Canovi: "Ridicolo, erano tutti d'accordo"
domenica 4 giugno 2006, 11:462006
di Appi .
fonte Tuttosport
L'ex procuratore di Nesta inchioda Galliani: «Non poteva non sapere, i poteri si reggevano l'un l'altro»

«Guardi, le litigate tra ex amici sono sem­pre le più brutte, le più cattive. E, mi creda, Milan e Juventus erano più che amici, fino a poche settimane fa... » . Dario Canovi, uno dei procuratori più anziani, esperti e stimati, non è certo un "accusatore" della prima ora. Da anni pone l'accento sulle storture del si­stema calcio, tanto che all'esame della Pro­cura di Roma c'è una sua denuncia del 2004 sulle pressioni di Cesare Geronzi, presiden­te della Banca di Roma, per il passaggio di Alessandro Nesta (allora suo assistito) sotto la tutela della Gea nel 2001. Così come il mondo dei procuratori, anche quello dei club non sfuggiva a certe logiche. Quelle che ora qualcuno cerca di cancellare come se fosse appartenuto a un altro sistema e non ne avesse, invece, fatto parte in maniera orga­nica.

Perché Milan e Juve erano amici, vero Canovi?
«Amici per la pelle, non scherziamo. Fino a un mese fa, Galliani non perdeva occasione per ribadire la propria amicizia nei confron­ti di Antonio Giraudo e Luciano Moggi. Ami­cizia e stima» .

Adriano Galliani ha sostenuto che c'era solo il sistema Juve di cui il Milan era ad­dirittura una vittima...
«E questo fa molto sorridere, davvero. Le vit­time sono state altre, non certo il Milan. Bi­sogna anche avere un minimo di pudore, quando si sostengono certe cose: il Milan avrà avuto meno responsabilità di altri, ma dire che non ne sapeva nulla è ridicolo»

Tanto più che Galliani stava in una posi­zione privilegiata: quella di presidente di Lega.
«Ed è assurdo che non si sia ancora dimesso da quella carica. Non è certo diventato pre­sidente per hobby o per puro spirito di ser­vizio, ma per aiutare il proprio club. La Le­ga ha parecchie voci in capitoli riguardo a certe nomine»

Quali?
«Quelle dei designatori arbitrali, ad esem­pio.
Le nomine sono della Figc, certo, ma le proposte arrivano dalla Lega e non mi risul­ta che in questi ultimi anni siano mai state disattese. Per non parlare di Carraro e del peso che ha sempre avuto Galliani nella sua elezione. Dire che lui non sapeva nulla... Via, non ho mai pensato che Galliani sia una stu­pido, né come dirigente tantomeno come per­sona»

Insomma, 'sti benedetti poteri forti non erano pochi e neppure erano un'inven­zione.
«Si reggevano uno con l'altro, certo, e ogni mezzo era lecito per cercare di prevalere e per tenere fuori gli altri»

Sbagliato, quindi, dare tutte le colpe a Moggi?
«Ma guardi che io ho sempre detto che Mog­gi non è l'uomo nero. Luciano faceva parte di un sistema ed era funzionale a quel sistema. Ma dare tutte le responsabilità a lui è al­trettanto ridicolo di chi sostiene di non aver saputo nulla di quanto accadeva»

La linea difensiva dei legali di Moggi, però, non convince del tutto.
«Non convince per niente. Non ha senso af­fermare che lui si comportava così per argi­nare il Milan che deteneva il "potere forte". Entrambi lo erano, magari con caratteristi­che diverse e modi operativi differenti»

Come si esce da questa brutta storia?
«In un solo modo: ripartendo con gente, re­gole e moralità nuove. Senza aver paura di andare fino in fondo nella ricerca e nella pu­nizione delle responsabilità»

Insomma, se c'è da mandare in B qualcu­no, lo si deve fare senza patemi.
«Non voglio sostituirmi ai giudici o arriva­re a conclusioni affrettate, ma la Serie B po­trebbe perfino essere un bene per la Juve. Servirebbe ai dirigenti per rifondare la so­cietà, per ricostruire un immagine e un le­game con i propri tifosi. Anche se sono per­fettamente consapevole del fatto che la Juve in B è un danno per l'intero movimento cal­cistico. Ma se dovesse servire per ripartire con una rinnovata energia, allora potrebbe trasformarsi in una opportunità per tutti»