David Odonkor, la rivincita dei colonizzati
E' in grado di correre i 100 metri in 11 secondi. A volte sembra nascondersi dalla contesa per poi riapparire con i suoi scatti brucianti che fanno impazzire gli avversari di fascia. Stiamo parlando di David Odonkor, nato il 21 febbraio 1984 a Bunde Westfalen, Germania. Con la propria maglia di club preferisce giocare con il numero 22: a 13 anni era già al Borussia Dortmund, con esordio in Bundesliga a 18 anni , proprio quando la banda dell'oro vinceva il campionato.
Il suo talento è indiscutibile: ha infatti militato in tutte le nazionali giovanili tedesche. Dal 2001 al 2007 ha sempre vestito la maglia nero-oro, ma ha giocato con continuità solo nel 2003-04 e nell'ultima stagione appena trascorsa, quando ha collezionato 33 presenze e una rete. Sta diventando più continuo e duttile tatticamente: è in grado di giostrare sia come esterno nel 4-4-2 sia come attaccante laterale in un 4-3-3.
Di padre ghanese - il Ghana è una ex colonia tedesca - e madre tedesca, David Odonkor è ancora giovane e pertanto ha grandi margini di miglioramento: questo il motivo per cui il suo cartellino si aggira sui 10 milioni di euro. Club italiani e spagnoli lo avrebbero chiesto ma per adesso non si muoverà da Dortmund. La Germania, in fondo, è casa sua: e fa una certa impressione vedere lui, un folletto di colore, divertirsi tra i possenti connazionali teutonici..
Il tecnico della nazionale Jurgen Klinsmann con coraggio l'ha voluto in nazionale ed è stato buon protagonista nell'ultimo mondiale, impiegato spesso per sfruttare la sua velocità quando i ritmi dell'incontro diventavano più compassati.
I Mondiali sono stati la sua grande occasione: l'intero popolo tedesco ancora lo ringrazia per come ha tolto le castagne dal fuoco ai bianchi di Germania nella seconda partita del girone: quando la Polonia era ormai certa di strappare il prezioso e prestigioso pari, una sua accelerazione fulminea sulla destra mette nelle migliori condizioni quella vecchia volpe di Neuville - anche lui figlio di emigranti, italiani nella fattispecie - di siglare il gol della vittoria al novantesimo minuto. E' stato bello e singolare vedere come una nazione intera, prima distaccata e diffidente, sia poi caduta ai piedi di un giovane ragazzino di colore, tedesco a tutti gli effetti: è stata, per una volta, la rivincita dei colonizzati sui colonizzatori.
Ha giocato poi a singhiozzo durante il Mondiale fino alla semifinale contro gli azzurri durante la quale è partito dalla panchina. Tutti i tifosi ricorderanno quando è stato uno dei fautori dei velocissimi contropiede tedeschi: in uno degli emozionanti capovolgimenti di fronte, è stato lui a pennellare un perfetto assist per Podolski che alla fine del primo tempo supplementare mandava di testa la palla a lato. E' stata l'azione più limpida dei tedeschi. Lo stesso Odonkor, però, avrebbe compensato lo spavento causato agli italiani: è infatti lui a perdere una palla a centrocampo che consente a Iaquinta di partire veloce e far sì che l'Italia guadagnasse l'angolo da cui sarebbe scaturito il memorabile gol di Grosso.
E proprio ad Odonkor, Der Spiegel, la testata che ci ha definito "parassiti" e "mammoni", avrebbe poi dedicato la prima pagina del giorno dopo l'amara semifinale: "Un sogno finito in lacrime", con tanto di foto di un Odonkor visibilmente affranto. Sarà un caso, ma hanno scelto il meno tedesco di tutti per immortalare una sconfitta...