Giraudo: "Chi resta non è diverso"
''Io me ne vado, ma ho il dubbio che chi rimane non sia poi tanto diverso da me''. In un lungo sfogo al 'Corriere della Sera' lo afferma l'ex ad della Juventus Antonio Giraudo, dopo la sentenza della Caf che lo ha condannato a 5 anni di inibizione con preclusione a ricoprire incarichi federali. Una sentenza''brutale -dice- che non tiene in conto la verita', nulla''. ''Tre telefonate con un mio collaboratore, ovvero Luciano Moggi -commenta- Gli sono bastate per cancellare dodici anni di lavoro. C'e' agli atti la mia rabbia contro Zeman, che continuava ad attaccarci, nient'altro'' . ''Noi abbiamo portato quindici nazionali ai Mondiali, abbiamo costruito una squadra fortissima, la piu' forte al mondo -afferma poi Giraudo- E adesso la verita' che viene consegnata alla gente e' che vincevamo grazie a chissa' quali sotterfugi. E non dovrei parlare di giudizio sommario? Ci abbiamo messo sette anni -continua- per ottenere una assoluzione completa al processo per il doping, qui non mi hanno lasciato parlare neppure per sette minuti. Si decide cosi' -si domanda- di societa' quotate in borsa, della sorte di dirigenti, tifosi e piccoli azionisti?''.
Il problema, accusa poi l'ex ad della Juve nel suo sfogo al 'Corriere della Sera', ''era ed e' sempre stato nel manico.
I vertici della Federcalcio avrebbero dovuto governare i mutamenti del nostro mondo, e invece se ne sono ben guardati -dice- Hanno chiuso gli occhi su tutto. Prima Nizzola, e poi Carraro, che a un certo punto si e' trovato tra le mani un potere immenso. Non lo ha mai usato -sostiene- se non per la propria autoconservazione''. ''Di che cosa sono colpevole? -si domanda Giraudo- Di aver cenato con gli ex designatori? Nella vita, ogni dirigente ha interesse ad avere conoscenze di livello nel suo settore di competenza. Ma noi -prosegue- non avevamo alcun interesse a comprare le partite. Come hanno dimostrato i Mondiali, eravamo i piu' forti. Ma questo ormai e' stato dimenticato, con il timbro di questa sentenza -afferma- La mia immagine personale e' stata distrutta. Sono state pubblicate cose private, non attinenti all'indagine -denuncia infine Giraudo- Persino una cosa sciocca come la telefonata tra me e Moggi sull'allenatore dei figli di Roberto Bettega e' stata usata per dare giudizi morali''.