Il giudice della Caf Ruperto respinge ogni sospetto

I prossimi saranno 82 anni, ma Cesare Ruperto ha la vitalità di un ragazzino: "Però ammetto di essere stanchissimo". E ammette, prima di leggere i giornali, di essere "comunque sereno, sereno come sempre, come è nella mia natura". Però c'è qualcosa che non gli va giù. L'altra sera ha acceso la tv e un poco si è risentito. Ha fama di galantuomo, il presidente Ruperto. Mai una chiacchiera sul suo conto. In 53 anni e 6 mesi mai un sospetto di imparzialità. Ma ecco che l'altra sera accende la tv e... "Ho sentito un tizio che dice di essere il presidente della società Juventus sostenere che la sentenza era annunciata per le ore 19 ed è stata letta con due ore di ritardo perché qualcuno è intervenuto sulla commissione giudicante. Ma questa è un'illazione che non è degna dell'intelligenza. Nessuno, dico nessuno, ripeto nessuno si è permesso di esercitare pressioni su di me. E aggiungo che in 53 anni e 6 mesi di carriera non ho mai vissuto una Camera di Consiglio così scrupolosa, minuziosa e attenta. Mai è stata usata la bilancia in modo così perfetto e con mano ferma!".
"Dice che la "Gazzetta dello Sport" ha anticipato la mia sentenza? E come hanno potuto sapere? L'abbiamo scritta nel pomeriggio, a mano, e poi battuta a macchina all'ultimo momento, ecco il perché del ritardo!". E' il tono di chi i sospetti non li ha mai frequentati né conosciuti. Solo, come ha scritto nelle 154 pagine della sentenza, "la certezza della prova". "Se leggessero uno dei miei libri - e ne ha curati 110 - non starebbero a farsi tante domande e lei non mi avrebbe neppure telefonato". Sono le offese che lo fanno parlare. E magari i titoli che definiscono la sentenza «scandalosa". E chi sostiene che sotto sotto è stato concesso un favore, o quantomeno una svista, a vantaggio del Milan. E che i danneggiati sono i tifosi. E che forse le ultime dichiarazioni di Berlusconi hanno attenuato la mannaia sul Milan: "E a me che me ne importa, scusi? E' una sentenza giusta ed equilibrata. E le conseguenze, come sempre, non riguardano il giudice. Caso mai ci pensi la politica! Noi non abbiamo dato credito ad alcun elemento di disturbo, anche perché non ne abbiamo mai avuti".