Laziogate: Irriducibili negano ogni accusa
Negano su tutti i fronti i componenti del direttivo ''Irriducibili Lazio'' finiti in carcere con l' accusa di estorsione nei confronti dell' attuale patron del club biancoceleste Claudio Lotito. Dopo Fabrizio Toffolo, anche Yuri Alviti, Fabrizio Piscitelli e Paolo Arcivieri hanno detto oggi al gip, nel corso dell' interrogatorio di garanzia, di non aver nulla a che fare con le lettere minatorie, le telefonate anonime e le minacce arrivate alla moglie di Lotito. Secondo quanto si e' appreso, avrebbero rivendicato di aver contestato il presidente della Lazio, ancora prima che Giorgio Chinaglia paventasse l' interesse di un gruppo ungherese ad acquistare la societa' di calcio, poiche' non si intravedeva nel progetto dell' imprenditore romano un' ipotesi di rafforzamento della squadra, ma solo un interesse commerciale legato alla costruzione di un nuovo stadio. Da qui, hanno aggiunto, l' ''appoggio'' all' iniziativa di Chinaglia ''che faceva intravedere la possibilita' di creare una squadra forte''. I capi degli ''Irriducibili'' hanno inoltre aggiunto che i rapporti con l' attuale patron laziale sono definitivamente precipitati all' indomani della rateizzazione del debito della societa' biancoceleste quando Lotito, a detta degli indagati, avrebbe pubblicamente ''scaricato'' i tifosi che pure avevano ''dato un contributo determinante'' per la positiva conclusione dell' operazione con l' agenzia delle entrate.
Toffolo, Alviti, Piscitelli e Arcivieri hanno inoltre smentito di aver mai avuto agevolazioni o privilegi dalle precedenti gestioni della Lazio. Mai biglietti, soldi o contributi per coreografie - hanno sottolineato - da parte di Sergio Cragnotti, salvo per lo scenografia preparata nel 2000 in occasione della festa per i 100 anni del club. I difensori dei quattro ''Irriducibili'', Marco Marronaro e Francesco Gianzi, ritengono non sufficienti i presupposti per il mantenimento dei loro assistiti in carcere. Per questo motivo depositeranno domani un' istanza al tribunale del riesame per sollecitare la revoca dell' ordinanza di custodia cautelare.