Lega: si torna a litigare
Un passo avanti e almeno due indietro. Appena in Lega Calcio si torna a parlare di schede, votazioni, interessi concreti da difendere, si torna a polemiche calde (se non proprio feroci), abbandoni e dimissioni date e minacciate. Oggi l'assemblea dei presidenti di serie A era chiamata a eleggere due componenti del consiglio di Lega in sostituzione di Rosella Sensi, eletta vice presidente vicario, e dello scomparso presidente nerazzurro Giacinto Facchetti. Sembrava un atto di quasi ordinaria amministrazione, invece e' successo di tutto. Dopo ore di ripetuti scrutini e' stata ufficializzata solo l'elezione di Leandro Cantamessa, legale e membro del cda del Milan, ma non si e' riusciti ad andare oltre. Maurizio Zamparini arriva ai 15 voti necessari ma, come racconta lui stesso, il presidente del Livorno ''fa lo spiritoso'' e scrive 'Zamparini+15', provocando l'annullamento della scheda decisiva. ''Ho sbagliato io'', ammette Aldo Spinelli, e poi il nervosismo ha il sopravvento e la Lega torna quel palazzo dei veleni che spesso e' stato in questi ultimi anni. Si ritirano Urbano Cairo, presidente del Torino, ed Ernesto Paolillo, neo dg e amministratore delegato dell'Inter, ma Zamparini - che in qualche modo riteneva di aver diritto al posto visto che aveva ceduto a Rosella Sensi la carica di vicepresidente vicario - non ce la fa lo stesso. Il presidente del Palermo se ne va definendo ''fraudolenta'' l'elezione di Cantamessa, si infuria anche il presidente della Sampdoria Riccardo Garrone per un battibecco con Matarrese a proposito di un intervento del presidente del collegio dei revisori dei conti Antonio Guastoni, uno che teoricamente in assemblea non dovrebbe prendere la parola. E che invece ''si allargava'', scherza Matarrese raccontando l'episodio. In ogni caso, Garrone se ne va annunciando le proprie dimissioni. Zamparini prima tenta di trattenerlo, ma poi molla a sua volta: ''Garrone ha fatto bene, me ne vado pure io.
Di questo palazzo me ne sbatto''. Insomma, la Lega calcio come nelle giornate migliori. Antonio Matarrese pero' la calma non la perde. ''Non mi faccio mettere i piedi in testa - dice sorridente ma fermissimo - non sono re travicello. Mi dispiace per Zamparini che era amareggiato, ma io purtroppo non voto. In quanto a Garrone, speriamo che torni, e' stata una giornata turbolenta ma si rendera' conto che nessuno trama''. Alla fine, Matarrese si ritrova con un consiglio composto per la serie A da due consiglieri in carica (Cantamessa e Spinelli), uno dimissionario (Garrone), uno inibito (Lotito) e uno da eleggere. Oltre a una valanga di accuse: ''Resto solo se quello se ne va in dieci giorni'', sbotta Garrone. ''E' ancora il politico di 20 anni fa'', aggiunge Zamparini. ''Ha avuto un comportamente gravissimo'', spiega l'ex dg del Vicenza Sergio Gasparin, confermando a sua volta le dimissioni dal Consiglio di Lega. ''Nessuno pensava che la luna di miele durasse...'', risponde Matarrese. Che pero' avra' bisogno di tutta la sua esperienza per rimettere insieme una Lega tornata di nuovo molto litigiosa.