Pecchia al Monaco? No, Guidolin è in aereo
"L'utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile". Con questa frase, registrata da chissà quale speaker, l'operaio Fabio Pecchia si sveglia bruscamente dal sogno di approdare al Monaco. Tutta colpa di un telefono cellulare, nella fattispecie quello di Francesco Guidolin. E' il 31 gennaio 2006, ore 18, a 60 minuti dalla chiusura delle liste di trasferimento: all'Ata Quark di Milano, sede del calciomercato, viene trovato inaspettatamente un accordo tra la dirigenza del Monaco ed il mediano di Formia, assistito dall'avvocato Marrucco. Tutti d'accordo, su durata e cifre del contratto: non resta che sentire il parere, peraltro piuttosto scontato, dell'allenatore, proprio quel Francesco Guidolin che aveva già allenato il giocatore al Bologna (stagione 2001/2002), e che quindi ne aveva consigliato l'acquisto.
Ma c'è un imprevisto: Guidolin si trova infatti in aereo, in quel momento, e dunque ha il cellulare doverosamente spento. Tentativi su tentativi, ma la scheda sim del tecnico continua a non dare segni di vita, finché alle 19 (in punto) gli inflessibili impiegati della Lega Calcio non chiudono il loro box. Il passaggio salta e Pecchia resta al Bologna, perdendo l'occasione di mettere il naso fuori dal campionato italiano per la prima volta, e di rimettere piede in una competizione europea (il Monaco avrebbe affrontato il Basilea ai sedicesimi di Uefa, uscendone sconfitto) dopo i gloriosi tempi juventini. Pochi, purtroppo, hanno potuto assistere al momento in cui, poco dopo le 19, Guidolin ha risposto alle chiamate della propria dirigenza chiedendo: "Mi cercavate?"