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Piacenza: la società dichiara battaglia al Comune

Piacenza: la società dichiara battaglia al Comune
venerdì 18 agosto 2006, 11:072006
di Ilario Imparato

Nuova puntata a Piacenza del braccio di ferro fra la societa' di calcio, che milita in serie B, e l'amministrazione comunale. Dopo che la giunta del sindaco Roberto Reggi aveva citato in giudizio il club emiliano per mancato pagamento del canone d'affitto dello stadio a partire dal 2002, il Piacenza si era trincerato dietro un 'no comment'. Ora, a sorpresa, la societa' presieduta da Fabrizio Garilli ha rotto gli indugi con un duro comunicato. Nella nota si legge che, secondo la convenzione, il canone avrebbe dovuto essere ridetermininato ogni tre anni e che, in caso di mancato accordo, si sarebbe provveduto all'intervento di uno specifico arbitrato. ''Non e' vero - si legge nel documento - che il Piacenza sia inadempiente, dato che il corrispettivo per il 2003-2005 non e' stato tuttora fissato''. In pratica, il club accusa il Comune di aver violato la convenzione, intimando la liquidazione di un canone autodeterminato.

E aggiunge: ''A tutt'oggi, peraltro, non e' pervenuta alla nostra societa' alcuna ingiunzione giudiziale di pagamento. Al contrario e' il Comune a essere inadempiente, sulla base della convenzione in corso, all'obbligo di provvedere a proprie spese ai lavori di straordinaria manuntenzione, ivi inclusi quelli necessari a rendere agibili gli impianti''. Lo stadio Garilli non risponde tuttora alle norme imposte del decreto Pisanu: incompleto l'impianto di videosorveglianza, mancano le barriere semovibili tra campo e tribune, non c'e' traccia dei tornelli agli ingressi. Per questo, senza attendere l'intervento del Prefetto, il Piacenza ha gia' chiesto alla Lega di trovargli uno stadio in cui disputare il prossimo campionato. Tuttavia mercoledi' prossimo e' in programma in Prefettura un incontro fra le parti, dal quale potrebbe uscire l'unica soluzione logica: la riduzione della capienza del Garilli (21.500 posti) al di sotto di quota 10.000, limite al quale non si applica il decreto sicurezza. Sul resto sara' battaglia legale.