Polveriera Ancona: la C1 è ad un passo
Poche volte ci era capitato di ricevere una lettera tanto lunga quanto appassionata come quella che ci ha inviato un gruppo di tifosi dell'Ancona. Firmatario della missiva anche Maurizio Ganz, che ha sottoscritto punto per punto l'analisi della tifoseria dorica sull'era-Schiavoni. La situazione nelle Marche è paradossale: nel momento in cui il blasonato club biancorosso sta per essere ripescato in C1, l'ambiente è una polveriera pronta ad esplodere. La società, accusata di scelte impopolari e di una gestione approssimativa, dopo aver minacciato di mettere l'Ancona in liquidazione ha deciso di chiudersi nel silenzio più totale. I tifosi, "compatti per la prima volta" come si legge nella lettera, non perdono occasione per contestare la famiglia Schiavoni. Che, per la verità, da quando è alla guida del club marchigiano è sempre andata avanti per la propria strada. Lo scorso anno blindò la posizione del tecnico Frosio anche quando le circostanze ne avrebbero suggerito l'esonero. Quest'anno è stato rinnovato il mandato al direttore sportivo Traini, responsabile del fallimento tecnico dell'ultimo biennio. Sull'allenatore, i tifosi non sono indispettiti per la scelta di Monaco (il quale, peraltro, è reduce da un'ottima stagione a Lanciano) ma per le trattative sfumate con Trillini e soprattutto Gadda, una bandiera dell'Ancona che certamente avrebbe contribuito a ricucire lo strappo.
La frattura è diventata ancora più evidente quando la tifoseria ha cominciato a sospettare che dietro gli Schiavoni ci fosse ancora l'ombra di Ermanno Pieroni. Il direttore sportivo dell'Arezzo, ex patron biancorosso, è ben presente anche negli "incubi" dei sostenitori del Taranto, altro club fallito sotto la sua gestione. In realtà vien difficile pensare che Pieroni riesca ancora a manovrare due club con i quali ha sì raccolto successi, ma che ha fatto fallire e retrocedere in categorie poco degne del loro nome. E' più probabile che gli Schiavoni non abbiano tenuto conto della reale importanza di un pubblico, quello di Ancona, pronto a dare il proprio contributo in termini di tifo se è sicuro che le scelte della società vengano guidate dal buonsenso e non da altro. Ed il buonsenso vorrebbe un allontanamento di Traini, se non altro perché in due anni il diesse non è riuscito a centrare un obiettivo che sarà raggiunto soltanto grazie ad un aiuto da parte della Federcalcio. Per come stanno attualmente le cose, sembra tuttavia difficile andare avanti. La soluzione migliore, fatto salvo un pubblico e civile confronto, è il passaggio di proprietà della società: quando si rompe il feeling con la piazza, per un imprenditore ha poco senso continuare a fare calcio. E questo agli Schiavoni dovrebbe essere molto chiaro.