Roma: società spiazzata dal proprio allenatore
Quando Luciano Spalletti arrivò a Roma fu accolto dalla diffidenza generale: tanto era il lavoro da fare, bisognava cacciare via l'ombra di Zeman e soprattutto bisognava preparare una stagione senza la possibilità di intervenire sul mercato. L'allenatore a suo tempo si adeguò e questo suo sapersi districare in una situazione di estrema precarietà si è poi rivelato un prezioso punto di forza fino alla conquista dello storico record con le 10 vittorie di fila. Completamente diversa questa estate 2006: i mondiali e calciopoli hanno completamente mutato lo scenario con i giallorossi che si pongono ai nastri di partenza come una delle possibili candidate al titolo. Osservatori, tifosi e addetti ai lavori concordano però su un punto: allo stato delle cose, se non si viene in maniera chirurgica sul mercato, il solco con lo squadrone interista sarà incolmabile.
Ne è ben consapevole anche Luciano Spalletti che pur sapendo l'esiguo budget a disposizione - 10 milioni per due o tre giocatori - ha alzato la voce in un'intervista l'altro giorno a Il Messaggero chiedendo esplicitamente un campione come Pizarro, piuttosto che due buoni giocatori. Fonti vicino a Il Romanista rivelano che l'entourage Sensi sia rimasto non tanto tradito quanto spiazzato dalle parole dell'allenatore, proprio quando si era ormai deciso di investire il denaro a disposizione su due elemente di valore: Diarra, trattativa praticamente chiusa e Semioli, in saldo dopo la possibile eliminazione del Chiedo dalla Champions League ad opera dei bulgari del Levski Sofia. Repentino cambiamento di strategia per la società giallorosa che oggi si incontrerà con Branca e Oriali per discutere del forte centrocampista cileno il cui ingaggio - 900 mila euro - non è un problema. Resta la volontà dell'Inter di pareggiare quanto meno la cifra investita lo scorso anno: 12 milioni più la metà di Pandev.