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Rossi potrebbe dimettersi se vincesse la linea perdonista

Rossi potrebbe dimettersi se vincesse la linea perdonista
martedì 25 luglio 2006, 11:292006
di Appi .
fonte La Nazione - www.lanazione.it

Dall'ora di pranzo fino alla chiusura della Borsa, ogni momento è buono. Per sapere che ne sarà di loro, Juve, Milan, Fiorentina e Lazio, ma non solo. Per capire se la Seconda Repubblica del pallone vedrà mai la luce; se correnti contrarie, guerriglie politiche, intercessioni degli amici potenti pesano ancora oggi come ieri sui processi sportivi. E soprattutto per stabilire se da domani Guido Rossi potrà ancora ricoprire il ruolo di traghettatore del calcio su sponde senza l'alga tossica dell'illecito. In Parlamento il Commissario ha parlato del più grande scandalo della storia del nostro sport e ha coinvolto personaggi del calibro di Ruperto e Borrelli perché lo aiutassero a rimediare agli enormi danni procurati da un sistema che si basava sull'illecito, sulla lusinga e sul ricatto agli arbitri. Se i verdetti smentissero la situazione illustrata da Rossi, anche i provvedimenti urgenti adottati dal nuovo capo della Figc perderebbero di significato.
Mettiamo il caso, che non è remoto: Juve in B e le altre in A. Sarebbe stato uno scandalo come tanti, di portata minore, ad esempio, di quello che coinvolse il Genoa lo scorso anno. Allora per quale motivo rivoltare la Federcalcio? Rossi, probabilmente, si dimetterebbe per correre a scusarsi con Ruperto e Borrelli. E' ciò che in queste ore spera il Coni. Fra Petrucci e Rossi è sceso il gelo dopo la finale di Berlino e le ostilità stanno per aprirsi ufficialmente. Il processo è diventato anche un fattore politico.

Gli avversari di Rossi vogliono pene lievi e tifano Coni per dimostrare che il Governo ha sbagliato tutto.
Clima pesante e facce scure alla vigilia delle sentenze, mentre intorno all'Hotel Parco dei Principi, che ospita il processo, è stato istituito, per tutta la giornata di oggi, un rigidissimo divieto di accesso. E intanto si sono moltiplicate le minacce di ricorsi al Tar e alla Corte europea, sempre per impedire a Rossi il rispetto della puntualità e forse per indurre i nostalgici a rimpiangere Carraro. Il buonismo ha imperato nei giorni della Corte federale. Un solo testimone ammesso: l'arbitro Tombolini per la Lazio. E alla Fiorentina è stato concesso il tempo necessario a dimostrare l'estraneità al club dei fratelli Della Valle. Ne hanno approfittato gli altri per chiedere a viva voce: la Juve di poter vincere subito il campionato di B e il Milan di rimanere in Champions. Ruperto mostrava canini aguzzi, Sandulli ha sorriso a tutti. Palazzi si è sentito circondato: «Signori della Corte, voi siete avvocati e meglio di chiunque altro potete capire l'abilità con cui i vostri colleghi hanno tentato di trascinarvi lontano dal nocciolo del problema». Che per lui era e rimane l'illecito diffuso come un'epidemia. Il vaccino veniva distribuito da una farmacia con le insegne bianconere solo a chi si mostrava collaborativo e deferente. Oggi sapremo se si è inventato tutto.