Torino: Cairo, promesse di scudetto
E´ andato in scena il C-Day, il gran giorno di Urbano Cairo. Sbarcato dall´elicottero sul campo da golf di Sappada a mezzogiorno e mezzo, insieme al padre Giuseppe, a un dirigente della Cairo Communications e all´avvocato Sergio Trombetta, il presidente granata ha vissuto il suo bagno di folla ripartendo dopo la sgroppata in tutta amicizia che i ragazzi di De Biasi hanno disputato con una selezione locale impreziosita, per la storia dello sport, dalle medaglie d´oro olimpiche del fondo Silvio Fauner, Giorgio Di Centa, Pietro Piller Cottrer e Christian Zorzi. E vero bagno di folla è stato, soprattutto in occasione della partitella, come non accadeva da diversi anni a un ritiro della squadra. Club da tante plaghe d´Italia, vecchi e bambini, famiglie, dall´Abruzzo all´Emilia Romagna, dal Piemonte al Veneto, dalla Toscana alla Lombardia: almeno duemila persone. Cairo, poi, ha condotto la sua personale esibizione al centro congressi di Cima Sappada, nel primo pomeriggio, con arte consumata.
Ha presentato i nuovi acquisti - Abbiati, Cioffi, De Ascentis, Franceschini, Pancaro - e non ha rinunciato, anche per ricordare lo sforzo economico sostenuto, a bissare la presentazione dei giocatori riscattati: Abbruscato, Lazetic, Rosina, Stellone. Ha scherzato con i calciatori, ha rassicurato persino chi se n´è andato con la morte nel cuore (come Davide Nicola, il match winner della finale dei play-off), non escludendo un gradito ritorno. E ha ringraziato mister Gianni e compagnia granata per la maglia autografata collettivamente e regalatagli per la nascita del figlio Sebastiano.
Insomma una sorta di convention in allegria, orchestrata e diretta da lui in persona, con tanto di ringraziamenti a Silvio Berlusconi per avere agevolato il passaggio di Abbiati dal Milan al Toro e l´orgogliosa affermazione sulle aspettative per la stagione di serie A: «Non ho mai parlato di salvezza, questo è l´obiettivo minimo. E´ importante invece competere bene, ottenere qualcosa in più».
Da uomo dei sogni, finora realizzati, però, Urbano I ha voluto lanciare un piccolo sasso onirico ai tiofosi: «Non parlo di scudetto. Tuttavia il calcio sta cambiando, se si riducesse il divario economico fra i club, per esempio con la ridistribuzione dei diritti televisivi, allora ci sarebbero più possibilità anche per altri club e non soltanto per i soliti».
Musica dolce, dunque, nella giornata incerta fra sole e pioggia ai piedi delle Dolomiti, pur senza esporsi sui nuovi colpi di mercato (ma è quasi certo l´ingaggio del giovane terzino Garycs, capitano della Nazionale Under 21 austriaca, seguito con notevole interesse dagli osservatori granata e dal direttore generale Doriano Tosi) e rimandando a quando la Juventus avrà chiaro il suo destino la trattativa per l´utilizzo parziale dello stadio delle Alpi.
La prudenza della razza di chi sta con i piedi per terra, del resto, unita comunque alla fortuna e coniugata alla capacità di vincere le scommesse, sono la materia di cui è fatto Cairo. E questo alla tifoseria, che da anni in eccesso era stata costretta più a miseria che a nobiltà, piace da matti.
Per la cronaca l´amichevole numero uno della stagione, pur senza contenuti tecnici di alcun genere ma tutto sommato divertente, è finita 13 a 0. In tenzone (si fa per dire), dall´inizio, il Toro del passato campionato, con Muzzi e Abbruscato in attacco. Quindi via ai cambi. In quanto agli sciatori olimpici, nulla da dire se non che il pallone non è il loro mestiere. A segno per i granata sono andati Muzzi (tripletta), Stellone (tripletta), Brevi, Abbruscato, Ardito, Gallo, Rosina, De Sousa e Ferrarese.