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Torino, Taibi: "Volevano due portieri bravi e così sono rimasto, ma..."

Torino, Taibi: "Volevano due portieri bravi e così sono rimasto, ma..."
giovedì 5 ottobre 2006, 22:392006
di Francesco Graffagnini
fonte Alberto Leproni per Toronews.net

Carico, concentrato, serenamente preoccupato dalla situazione che sta vivendo. Praticamente: vero. Massimo Taibi alla prima stagione della sua carriera, da riserva di lusso designata, analizza con spirito critico ma pacato il pessimo esordio della squadra.

Taibi, perché ha scelto di rimanere nonostante l'arrivo di Abbiati?
Perché mi hanno detto che volevano due bravi portieri e poi con Christian (sorride) il posto da titolare ce lo siamo giocati a...cappero.

E' dura sapere di essere il secondo portiere?
Io lavoro sempre per giocare, il giorno che non lo farò più, sarà perché non ho più la voglia dentro di giocare a pallone, a quel punto è meglio smettere. Certo che star fuori è dura per tutti. Però è anche vero che la concorrenza è il sale del nostro mestiere, per cui bisogna farsi trovare pronti sempre.

L'anno scorso anche lei visse un periodo non facile, cosa gli ha detto adesso?
Christian è un gran professionista, molto forte psicologicamente e anche molto riservato. Sa che questi momenti possono capitare in una stagione. Certo che quando ci stai dentro ti fai mille domande, però, in questi frangenti, più che le parole e le pacche sulle spalle contano gli sguardi, il sentire che si è tutti dalla stessa parte, che si fa parte di un progetto comune.

Cos'altro gli ha detto in questo periodo?
Di stare attento ai giornalisti (ride). Sa bene che gli errori tecnici e umani possono starci in una stagione, ma sa anche che può dare di più, come tutti noi.

Come vive questo momento?
Siamo partiti male, onestamente non me l'aspettavo. Potevamo avere qualche punto in più con un po' più di fortuna. La serie A e la serie B sono molto diverse fra loro e il Toro non è una provinciale come le altre, ma una squadra che per tradizione deve recitare un ruolo da protagonista. Lo impone, oltre al blasone, il progetto del Presidente che vuole tornare nelle prime 4 entro pochi anni.

A proposito di progetto, come ha vissuto l'esonero di De Biasi ?
Malissimo, soprattutto a livello umano. Gianni De Biasi è un grande allenatore, con cui avevo un gran rapporto umano. Però sia prima che dopo il cambio non è cambiata la qualità: Zaccheroni è un grandissimo mister.

Che però, soprattutto in difesa, sembra dimenticarsi degli altri che non giocano...
Non è vero. Siamo in 29, se non partissimo tutti alla pari sarebbe un fatto di una gravità estrema.

I risultati negativi stanno condizionando il progetto ?
Noi quest'anno dobbiamo pensare a salvarci, consolidando la categoria e riscoprendo la natura provinciale che l'anno scorso ci ha fatto compiere un'impresa straordinaria. Per pensare a raggiungere traguardi ambiziosi c'è l'anno prossimo. Certo che non ci si può nascondere in un campionato dove i valori sono meno estremi che in passato.

Cosa manca a questo Toro ? Testa, gambe o carattere?
Più che le gambe serve l'amalgama. E' il problema fisiologico che c'è stato lo scorso anno quando sono arrivati i nuovi. Nel momento in cui l'avremo superato, i risultati arriveranno.

Non avete perso un po' del famoso spirito Toro?
No, quello ce l'hanno tutte le squadre e qui in particolare è sentito, ma è solo parzialmente diverso da quello che c'è al Milan o al Piacenza. A renderlo speciale è l'attaccamento dei tifosi straordinari e passionali alla squadra.

Come vive questo momento Brevi?
Oscar è un grand'uomo prima di essere un gran giocatore. Star fuori fa male a lui come a me, ma rode di più il fatto che i risultati non arrivano. Se si vincesse sarebbe più facile per tutti. Una cosa non bisogna dimenticare però: l'allenatore chiunque esso sia va rispettato nelle sue scelte.

A questo gruppo, manca un leader?
Il problema è semmai che forse ce ne sono troppi...