Zidane: "Materazzi ha insultato le mie donne"
Gli italiani si tengano pure la Coppa del Mondo: i francesi si tengono stretto il mito Zidane. Ripulito dal fango anzi illuminato dal martirio: 'Zizou' l'espulso, il fuoriclasse a cui un insulto scomposto di un giocatore italiano qualunque ha rovinato l'ultima partita. Un eroe nazionale, che ha sbagliato, sì, ma con tutte le giustificazioni. Si è fatto portavoce di se stesso, Zinedine Zidane, stasera sulla rete privata Canal Plus: per raccontare il suo Mondiale, la fine della carriera, e cosa lo ha spinto domenica sera a dare quella zuccata nel torace di Marco Materazzi, chiudendo l'ultima partita della sua vita con un cartellino rosso. Delle "parole molto dure", degli insulti "che hanno toccato mia madre e mia sorella". Giubba sportiva color khaki gettata sulle spalle che gli illumina gli occhi, Zidane è apparso rilassato. Dispiaciuto, sì, tanto che si è scusato "per i bambini che hanno visto questa cosa. Il mio gesto è imperdonabile. Tengo a dirlo forte e chiaro perché è stato visto da due o tre miliardi di telespettatori e da milioni di bambini". Dispiaciuto dunque, ma non contrito. "Non posso rimpiangere il mio gesto, perché vorrebbe dire che lui", Materazzi, "aveva ragione di dire quelle cose. Non posso, non posso, non posso dirlo. E no, non aveva ragione di dire quello che ha detto". Intervista appassionante, ma cosa ha detto Materazzi precisamente, a dire il vero, continuiamo a non saperlo. Zidane, per proteggere le donne della famiglia evidentemente, usa eufemismi. L'interista ha detto "delle cose molto personali" su "mia mamma, mia sorella". L'italiano ha avuto "parole molto dure che ha ripetuto più volte", delle parole "più dure a volte dei gesti, che mi toccano nel profondo. Avrei preferito prendere un pugno in faccia che sentire quelle cose".
Però un pugno in faccia sul campo costa l'espulsione; è il regolamento. Le parole no. Le parole costano poco e non sono punite: l'eroe è lui alla fine, Zizou che sa pentirsi per i bambini, ma che reagisce da uomo all'insulto. Etica virile dunque: la difesa dell'onore (ricorda quella di Totti, espulso quest'anno perché aveva reagito a un giocatore che lo aveva insultato "come marito e come padre"). "Il vero colpevole", dice, è Materazzi. E ancora: "Pensa che in una finale di Coppa del mondo, a dieci minuti dalla fine della carriera, faccio un gesto così perché mi fa piacere?". Materazzi, lui, oggi ha di nuovo spiegato, e smentito: "Non gli ho detto nulla che riguardasse razzismo, religione e politica. Non ho parlato neppure della madre"."Ho perso la mamma a 15 anni - ha aggiunto Materazzi - e ancora adesso mi commuovo a parlarne. Naturalmente non sapevo che la sua fosse in ospedale, le faccio i miei migliori auguri". In verità il lutto dei francesi sconfitti si è coagulato attorno alla difesa di Zidane; un avvocato francese oggi ha detto di voler tentare un'azione legale per togliere la Coppa all'Italia; la mamma di Zidane, intervistata, ha suggerito che Materazzi andrebbe "castrato", bontà sua. Il presidente francese l'altro giorno lo ha elogiato come "un virtuoso del calcio mondiale, un uomo di cuore, di impegno e di convinzione". Fuoriclasse certo, uomo simbolo della Francia dell'integrazione anche, lui figlio di algerini anzi di berberi. I francesi si dividono: fra chi accusa di tutto il rozzo italiano, che ha rovinato l'uscita di scena dell'ex pallone d'oro; e chi riflette che dopotutto, Zidane è un professionista pagato profumatamente anche per restare freddo di fronte alle provocazioni; è il calcio. E intanto, Zidane conferma che se ne andrà: "è veramente la decisione che ho preso". Dispiaciuto sì: ma più di aver finito così, sembrerebbe, che di aver lasciato la squadra a dieci minuti dai rigori finali senza il suo rigorista migliore. E se ai penalties ci fosse stato... un'ipotesi che fa rabbrividire tutti i tifosi italiani.