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Beckham for president: i candidati alla Casa Bianca se lo contendono

Beckham for president: i candidati alla Casa Bianca se lo contendono
venerdì 23 febbraio 2007, 18:322007
di Christian Seu
fonte Gazzetta.it

Ufficialmente, mancano ancora quattro mesi allo sbarco di David Beckham negli Stati Uniti, ma dall'altra parte dell'oceano la febbre è già altissima e ha contagiato tutta l'America che conta. E che, soprattutto, vota. Logico, dunque, che i politici a stelle e strisce vogliano tirare Becks per la giacchetta (ovviamente griffata), per convincerlo a schierarsi in vista delle Presidenziali. La prima a intuire che la stella del Real Madrid potesse portarle nuovi consensi è stata Hillary Clinton, che ha perciò mosso tutte le sue conoscenze hollywoodiane per accaparrarsi l'appoggio dei Beckham (nel pacchetto è compresa pure la moglie Victoria). Ma anche Barack Obama e Rudy Giuliani sono più che mai decisi a sfruttare la popolarità del nuovo acquisto dei Los Angeles Galaxy per le rispettive campagne. E poco importa se il bel David, essendo cittadino inglese, non potrà votare: la sua faccia sui manifesti è già di per sé garanzia di successo, almeno a giudicare dall'effetto che ha avuto la copertina di marzo del mensile Details, dedicata a Beckham, mentre lo strillo recita: "Può essere David il più grande eroe americano?". Alla faccia di Brad Pitt e George Clooney, il magazine è costretto a riconoscere che nessun americano può competere quanto a celebrità e glamour con il biondo calciatore.

"Beckham sa che viviamo nella cultura dell'immagine - si legge nell'articolo - e sfrutta questa cosa nel modo migliore".
Una popolarità, la sua, che non conosce limiti d'età o di sesso. E se per i bambini americani il marchio Beckham è la scatola di cereali Wheaties, di cui è testimonial, che promette una "colazione da campioni", per la comunità gay il fisico scolpito del giocatore, sparato a tutta pagina da un tabloid inglese qualche giorno fa, dopo la partita di Champions League, è già oggetto di culto e venerazione. La morale? Negli Usa, Beckham è sì un fenomeno, ma solo di costume (preferibilmente senza, per qualcuno), perché da quelle parti il calcio conta poco o nulla. Per dirla come loro, è come lo champagne: straordinario al primo assaggio; banale vino dolce con le bollicine, al secondo. Sarà, ma la Beckhamania sta comunque dando alla testa...