Breno, un Kaiser per il Brasile
Il ruolo di difensore e la lettera B, un binomio indissolubile confermato già due volte nella storia e che si appresta a vivere un terzo capitolo: in principio fu Franz Beckembauer a scrivere il decalogo del valoroso capitano coraggioso, pronto anche a lottare per la propria
squadra con un braccio legato al collo. Poi arrivò Franco Baresi e già il nome basta per far tremare chiunque abbia mai visto il mitico "6 per sempre" in campo: il terzo erede, il nipote di Beckembauer, non si chiamerà Franz o Franco, se non altro perché nella sua terra un nome così "europeo" non è diffuso. Ma avrà il nome di Vinicius Rodrigues Borges: più semplicemente Breno. Come un paesino di cinquemila abitanti, in provincia di Brescia (guarda caso, proprio nella stessa zona di Travagliato, che diede i natali a Baresi): carismatico, talentuoso, roccioso, invalicabile. Breno è tutto ciò che qualsiasi tifoso desidererebbe per la propria squadra del cuore, un fenomeno.
L'INIZIO DELLA CARRIERA
Nato il 13 Ottobre 1989 a Cruzeiro, nello stato di San Paolo, il "Gigante del Pan de Azùcar" (il suo soprannome) ha militato sin da bambino nelle giovanili del Sao Paulo, squadra di cui è sempre stato tifoso, dall'età di 4 anni, proprio quando il Tricolor di Cafu e Leonardo vinceva Libertadores ed Intercontinentale (ai danni del Milan). Con una tecnica brasiliana, la velocità da sprinter africano ed un fisico scolpito nella roccia, Breno avrebbe potuto scegliere, visti i mezzi, una qualsiasi delle 11 maglie della sua squadra, ma è diventato presto un difensore centrale, anzi "Il difensore centrale".
IL BRASILE LO HA GIA' CONSACRATO
Dopo un campionato Paulista under 17 vinto da leader indiscusso, il tecnico Muricy Ramalho ha voluto aggregarlo alla prima squadra a partire dalla scorsa primavera: in tanti al Morumbi ringrazieranno quel giorno. Già, perché quando pensate a Breno, dovete mettervi nell'ordine delle idee di avere davanti un nuovo Kakà, per formazione calcistica, per unicità del suo genere, per valori assoluti, anche se in una zona del campo differente. Molti in patria non hanno dubbi, Breno è il più forte difensore mai nato nella storia del calcio brasiliano, scuola che negli ultimi anni, con i vari Lucio, Juan e Naldo sta invertendo il luogo comune che i verdeoro non sanno difendere, arrivando addirittura ad essere forse la migliore del mondo.
IN DIFESA E' GIA' UN LEADER
Breno abbina bene la velocità alla tecnica: la sua bravura è ben riassunta nello straordinario gol al Santos (in basso da non perdere il link), una rete da autentica seconda punta verdeoro, dopo una proposizione in avanti da destra. Il piede (destro) è quasi da mediano metodista, sensibile al punto giusto per non mettere mai in difficoltà i compagni di reparto nei disimpegni: straripanti sono le sue sgroppate difesa-trequarti offensiva, che davvero ricordano i due "mostri sacri" della storia del calcio per prorompenza ed eleganza.
Analizzando il giocatore fisicamente, ciò che salta subito all'occhio, è la prodigiosa stazza (1 metro ed 87 per 84 chili). Le sue straordinarie qualità atletiche gli garantiscono sicurezza sui palloni alti, sia difensivi che offensivi, su cui arriva sempre con un tempismo
perfetto e lasciando poco spazio all'avversario, vista la capacità di stacco. Breno, a dispetto della giovane età, dispone di una struttura muscolare imponente ed ha già i "chili giusti" per fare la differenza su qualsiasi palcoscenico: la cosa ha destato così tanto stupore negli osservatori del Real Madrid che il club spagnolo, tra i più interessati all'acquisto del suo cartellino, avrebbe chiesto degli speciali esami ossei che certifichino i suoi 18 anni, cosa che ha anche offeso il ragazzo. La sua imponenza non lo rende, però,
ruvido ed impacciato come altri connazionali e colleghi (uno su tutti Alex del Chelsea): il numero 33 paulista è estremamente pulito ed elegante negli interventi, che sa gestire molto bene e di cui sceglie con intelligenza il tempo.
Tatticamente, guida con saggezza (solitamente al centro, ma a volte anche a destra) la difesa a tre del Sao Paulo "pentacampeao do Brazil": buon senso della posizione e capacità di "chiamare" il reparto già sufficiente, in una retroguardia schierata a 4 (pressochè mai utilizzata nelle 28 presenze da professionista della sua carriera) non può aver altro che facilitato il suo compito; può tuttavia migliorare in alcuni movimenti e specie nell'attenzione, evitando alcune giocate leziose che talvolta si concede in situazioni particolari e che gli costano molto spesso i rimproveri del suo allenatore, Ramalho.
"UNO COSI' NASCE OGNI 30 ANNI"
L'enorme personalità con cui gioca davanti ad uno degli stadi più caldi di tutto il continente (80mila spettatori) è la vera arma di Breno. Andre Dias, colui al quale ha tolto il posto da titolare, ha spiegato che "uno così nasce ogni 30 anni", facendosi dunque portavoce dell'idea dell'opinione pubblica brasiliana che lo considera senza mezzi termini... un predestinato. Breno è il tipico "bravo ragazzo": serio, con la testa sulle spalle ed un'applicazione e volontà di migliorare che traspare nettamente anche durante gli allenamenti. Il suo idolo è Diego Lugano, difensore uruguayo del Fenerbache e della Celeste, ma con un passato recente da leader e trascinatore del Sao Paulo campione di Sudamerica e del Mondo nel 2005.
IL VALORE SUL MERCATO EUROPEO
Milan, Real Madrid, Bayern Monaco sono letteralmente innamorate di questo ragazzo, che tanto piace anche al sempre attentissimo d.s. della Fiorentina Pantaleo Corvino, una garanzia in fatto di giovani: la situazione contrattuale di Breno prevede una clausola rescissoria di soli 18 milioni di dollari (14 milioni di euro), un vero affare per chi vuole appoggiare su un pilastro solidissimo la propria squadra per i prossimo decennio. Nelle scorse settimane, il Bayern sembrava ad un passo dal ragazzo ma poi la presa di posizione del Sao Paulo che, sentendosi danneggiato dalla trattativa diretta club-procuratore ha minacciato un esposto alla Fifa, ha raffreddato le posizioni: di questo potrebbe avvantaggiarsi il Milan, alla ricerca del dopo-Maldini e sempre con una corsia preferenziale sul mercato brasiliano in genere e sul Sao Paulo in particolare. Vantare tra rosa ed organigramma Leonardo, Cafu, Kakà, Pato (suo coetaneo) e Ronaldo, che non guasta mai, non è cosa da tutti e potrebbe essere uno dei punti su cui Ariedo Braida punterà maggiormente. Al Bayern o al Milan, comunque vada Breno è pronto a cogliere delle successioni importanti: Franco o Franz che sia, lo scopriremo solo nei prossimi mesi.