Buffon: "A 18 anni non mi lasciarono andar via dal Parma"
«Intanto mi guardo attorno e non mi sento solo: si dice che mancano i portieri italiani di talento, invece è una questione di opportunità. Le risorse sono ottime, Amelia e Curci ad esempio hanno enormi potenzialità ma se Curci se ne voleva andare dalla Roma per giocare di più e non gliel'hanno permesso allora il discorso va spostato sulla gestione dei talenti. Io ebbi la fortuna di essere assecondato dal Parma: quando a 18 anni chiesi di andarmene perché non sopportavo di stare in panchina non mi lasciarono partire ma mi fecero giocare. Il nostro limite è che si chiede ai giovani di essere fenomeni, perché non ci basta che siano bravi giocatori. Ma quanti possono essere fenomeni? Ancorati all'idea dei portieri di 30-40 anni fa, non si considera che oggi le difficoltà sono enormi. Gli stranieri sono più sereni. Doni a Roma iniziò male ma non si è macerato nei dubbi ed è diventato bravo.
Lo stesso Muslera è stato umiliato oltre modo dal Milan, però si è presentato a parlare dopo la partita, come forse non avrebbe fatto un italiano. Mi sono intenerito: è giovane, ha la faccia pulita. Certo poi succedono casi come quello di Dida. Non lo crocifiggo: ha reagito da frustrato, il mondo gli è caduto addosso con quel gol e in quei momenti la razionalità va a farsi benedire, però sono convinto che dopo due minuti era già pentito di quel gesto deprecabile. Se non ha chiesto scusa è perché parla poco l'italiano e non è mai molto loquace, neppure nei momenti belli. Per me sarebbe stato più facile».