Chievo, Rosi: "Roma fammi tornare..."
Dall'esplosione di Cerci con il Pisa alle conferme di Okaka con la maglia del Modena. La Roma si gode il suo piccolo "esercito" di giovani sparsi in in giro per l'Italia a fare esperienza. Li segue. Li tiene sotto stretta osservazione. Ed è pronta a farli tornare a Trigoria per gettare le basi per la squadra che verrà.
Nel folto gruppo di ragazzi provenienti dal vivaio giallorosso, però, c'è una storia a parte. E' la storia di Aleandro Rosi, la cui avventura a Verona, solo in parte sta rispettando le attese della vigilia. Per lui, infatti, soltanto 176 minuti giocati sin qui (9 presenze) e tanta nostalgia della capitale.
In un'intervista esclusivo a Romanews.eu, l'esterno cresciuto nel quartiere della Garbatella, traccia un primo bilancio della sua esperienza con il Chievo: "Giocare lontano da casa e dalla tua città è veramente dura. Ma è anche un'esperienza che ti fa crescere, soprattutto come uomo".
Ti manca Roma?
"Sì, indubbiamente. Mi mancano gli amici, le persone care. Mi manca un po' tutto".
Non vedi l'ora di tornare, insomma.
"Assolutamente sì. Mi piacerebbe già a gennaio. Vediamo. Se torno a Roma, comunque, prendo l'erba di Trigoria, ci metto l'aceto e me la mangio...".
Non hai giocato tantissimo. Pensavi di essere impiegato di più?
"Sì, effettivamente. Sono venuto al Chievo per giocare e finora non posso dire di essere contento di questa esperienza. Inizialmente era tutto perfetto. Sono partito per Verona per crescere, per maturare. Con l'idea, poi, di tornare a Roma più completo. Invece, sto giocando poco".
Ne hai parlato con la società o con Iachini?
"Per ora no. Ancora non me la sento di parlarci. Se Iachini mi ha fatto giocare poco avrà avuto i suoi motivi. Anche se io mi sono sempre allenato con costanza e impegno. E non ho mai avuto problemi fisici in questo periodo. Sono stato utilizzato poco e basta".
Sei ancora d'accordo con chi pensa che mandare un giovane a fare esperienza sia fondamentale?
"Sì, perché comunque è un'esperienza può servire a un giovane. Magari può bastare anche un solo anno di lontananza. Ti aiuta a capire com'è la vita lontano dalla tua città. Dal tuo ambiente. A Roma sei seguito in tutto. Sei coccolato. Stando fuori, cresci soprattutto a livello umano".
Ti senti spesso con i tuoi compagni di Roma?
"Sì, molto spesso. Mi sento con tutti, ma in particolare con Aquilani: è come un fratello per me".
Hai parlato con lui anche in questi giorni difficili per Alberto?
"Ci siamo sentiti ieri. Ha grande voglia di rientrare. E' più carico di me...".
Cerci sta facendo un campionato straordinario. Anche Okaka sta andando bene. Ti senti parte, insieme a loro, della Roma del futuro?
"Lo spero. Già due anni fa giocavamo insieme in prima squadra. Abbiamo lottato, siamo arrivati in Champions. Abbiamo dimostrato, nonostante l'età, di poter giocare in un grande. Speriamo di poter tornare insieme l'anno prossimo. E soprattutto che la Roma possa vincere lo scudetto. Anche se, ovviamente, il mio augurio che possa farlo già quest'anno".
A proposito: come vedi il duello con l'Inter?
"Il campionato è ancora lungo. La Roma è la principale avversaria dell'Inter che, finora, non ha perso un colpo. Spero però che se la possa giocare fino alla fine".
Mercoledì all'Olimpico arriva il tuo idolo Cristiano Ronaldo?
"Lo seguivo sin da quando ero bambino. Poi ho avuto la possibilità di incontrarlo, di giocarci contro. E' stata una grande emozione. Si è avverato un sogno".
E' difficile dimenticare il 7-1 dello scorso anno?
"Subito dopo la gara abbiamo provato a cancellare quel risultato. Dovevamo guardare avanti. Purtroppo, però, è una partita che rimarrà nella storia".