...con Gianfranco Zola
Oggi fa il Consulente tecnico della Nazionale Under 21 e a calcio, da due anni, non gioca più, con buona pace del suo affezionato pubblico, italiano e straniero. Nel suo passato non sono mancati i traguardi: 1 Scudetto, 1 Supercoppa Italiana, 1 Coppa Uefa, 1 Coppa delle Coppe, 2 Supercoppe Europee, 3 Coppe d'Inghilterra ed 1 Pallone d'Argento. Peccato per quel Mondiale, Mondiale maledetto, in cui rimediò l'unico cartellino rosso (ne ricordate altri?) della sua carriera. E per quell'Europeo, due anni dopo, Europeo maledetto, in cui ancora una volta fu il dischetto a dirgli no. Ma i suoi titoli sono ancora tutti lì: Cavaliere dell'Impero Britannico; secondo (solo dopo George Best!) tra i 10 Artisti del Pallone più votati dai tifosi inglesi e "Miglior calciatore della storia del Chelsea" secondo il voto recente dei maggiori allenatori d'Inghilterra. Bastava forse dire che è stato una bandiera, Gianfranco Zola, per tutte le squadre in cui ha giocato, ma soprattutto per il calcio italiano, specie all'estero. Un calcio a cui anche oggi, in acque così agitate, Magic Box continua a dimostrare l'affetto di una volta, col suo lavoro quotidiano accanto alle promesse che faranno presto l'Italia del futuro. Tuttomercatoweb l'ha intervistato in esclusiva per i suoi lettori, proponendo una chiacchierata a tutto tondo sulle vicende calcistiche più recenti.
Gianfranco, non è un bellissimo momento per il calcio italiano: echi di intercettazioni e Calciopoli-bis sembrano aver monopolizzato per la seconda volta l'interesse di tutti i giornali. Proprio per questo eviteremo di cominciare da qui, parlando invece di Inghilterra, un posto che conosci e che ti conosce molto bene. Fabio Capello è da poco diventato nuovo ct: qual è il tuo pensiero sulla sua nomina?
"Il mio pensiero non può che essere positivo. Capello è una persona qualificata, capace di adattarsi in ogni situazione, anche nella più difficile, com'è difficile adesso quella della Nazionale inglese. Per questo ruolo erano in pochi ad essere veramente in corsa: i veri candidati erano lui, Mourinho e Marcello Lippi. Questo testimonia che fare il ct dell'Inghilterra non è cosa da niente: ci vogliono classe e tanta esperienza, proprio le qualità migliori di Capello. Ora ha un impegno consistente: riportare gli inglesi ai piani alti del calcio mondiale. Io credo che possa farcela, l'impegno ce lo metterà e di sicuro riuscirà a ripagare l'investitura sulla fiducia, ma anche sul curriculum, che gli ha fatto convinta la Federazione".
Parlando di Inghilterra, non possiamo non riferirci anche al tuo glorioso passato calcistico. Sette stagioni al Chelsea non si dimenticano facilmente e recentemente sei stato insignito dell'ennesimo prestigioso riconoscimento: miglior calciatore della storia dei Blues. Che effetto fa essere ricordato così?
"Hai detto bene: tutto quel tempo non si dimentica; e infatti io non l'ho dimenticato. Colgo l'occasione proprio per ringraziare tutte le persone che mi hanno aiutato, sin dal mio arrivo a Londra fino al mio addio e fino ad oggi. Questo premio mi riempie di orgoglio, i tifosi del Chelsea sono ancora nei miei pensieri e di tutti quegli anni ho un ricordo bellissimo, indelebile. Continuo ancora oggi a pensare che sia stato il momento migliore della mia carriera".
Tempi belli anche per il Chelsea: rimpianti, visti gli ultimi accadimenti...
"Forse sì, ma non posso andare molto in fondo nell'analisi della situazione perché ora non la vivo più da vicino come prima. Però vedo che il Chelsea si sta lentamente riprendendo, pian piano si sta avviando sulla strada giusta per ritornare ad essere la squadra che è sempre stata. Grant sta cercando di riportare tutto alla normalità e voglio fare i miei auguri a tutti loro: stanno uscendo dalle difficoltà che hanno avuto di recente e credo che presto ritroveranno tutta la convinzione per fare bene".
Un modello d'esempio, il calcio inglese, che oggi vive nel paradosso di una Nazionale allo sbando contro un campionato di enorme prestigio. Qual è il segreto di questa Premier League che continua a sfornare talenti?
"Sono d'accordo con quest'analisi: la Premier League è un campionato di grande prestigio e soprattutto negli ultimi tempi è diventato il torneo più bello d'Europa. La differenza con noi, spiace dirlo, la fa una diversa politica sui giovani. In Italia siamo stati abituati per troppi anni ai successi continui, perdipiù delle solite squadre. Di fatto non esistono cicli, mentre in Inghilterra può capitare che una squadra vinca per due o tre anni di seguito e poi si metta in "pausa". In Italia no, perché si mira continuamente al risultato immediato e le conseguenze peggiori, alla fine, le pagano i vivai. Chiediamoci: quanti sono i giovani che oggi giocano in una grande squadra? Pochi, pochissimi. Giocano quasi tutti in una provinciale, ma certo che, con tutto il rispetto, le squadre piccole non sono proprio gli ambienti giusti per farli crescere. Un ragazzo matura a fondo le sue qualità quando gioca insieme a gente più forte, più esperta, dalla quale può continuamente trarre insegnamento. Difatti per me fu una fortuna, nell'89, arrivare a Napoli (a 23 anni, ndr): c'erano i Maradona, i Careca, gli Alemao e tanti altri; furono quelli gli anni fondamentali della mia crescita. Se non cogliamo le occasioni di crescere i campioni da giovani, affidandoli a squadre di campioni già affermati, non potremo mai raggiungere i livelli che si toccano all'estero. Quindi, semplificando, si può dire che all'estero si lavora, correttamente, in prospettiva; da noi, invece, si vuole tutto e subito. Questa è la più grande pecca del nostro calcio".
Pecca che proprio tu, in Under 21, col tuo lavoro di Consulente stai cercando in qualche modo di riparare, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: gli Azzurrini sono forti; forse, come recente tradizione italica vuole (si pensi agli anni '90), anche più forti della Nazionale A...
"Sì, devo dire che mi trovo molto bene, mi piace molto il lavoro che ho scelto e Casiraghi e Rocca sono due ottimi compagni di viaggio. Le cose, per il momento, stanno andando bene, è inutile negarlo, ma va detto che tutti noi, aldilà dei risultati, puntiamo molto di più sul gioco, sul divertimento, perché l'Under 21 deve girare così: un luogo in cui divertirsi, stare bene e crescere in armonia un gruppo di talenti. Ora il gruppo c'è, lo spogliatoio è forte e stiamo lavorando bene; con la tranquillità di sempre cercheremo di continuare per farci trovare pronti quando saremo chiamati ai risultati che contano. Ma ripeto: ciò che importa, per il sottoscritto, è che si lavori sempre tenendo in mente crescita e maturazione".
Questa tranquillità, da te citata, forse sta mancando ultimamente a tutto il calcio italiano. Tre giorni fa, in tema Calciopoli, Roberto Baggio ha parlato di "faccende molto tristi": cosa prova Gianfranco Zola, che come Baggio appartiene a quel calcio anni '90 definitivamente tramontato, ad avere sotto gli occhi una situazione simile?
"Baggio ha parlato di tristezza e secondo me ha fatto bene. Nel nostro calcio esistono due categorie di persone: chi vuole divertirsi e giocare per passione contro chi vuole approfittarne per interessi esterni. Per questo motivo ci sarà sempre bisogno di recuperare quel pubblico che si disaffeziona al calcio italiano per le troppe ombre che vi sono cadute sopra. Dobbiamo dare soddisfazione a coloro che ancora ci credono, perché è inaccettabile che poche persone possano rovinare il lavoro onesto e pulito di molti".
In conclusione, parliamo del nostro campionato: l'Inter è già campione?
"Non me ne vogliano gli interisti, ma spero di no. Mi auguro che ci sia ancora da combattere a lungo, altrimenti il campionato perderà interesse. Roma e Juventus stanno dando il massimo e spero che continuino a lottare fino all'ultimo, almeno sarà un torneo più avvincente. Anche se credo che alla fine, come da qualche anno a questa parte, l'interesse vero nascerà sulla lotta-salvezza...".
Tu come la vedi?
"È una gran bagarre, ci sono molte squadre nello spazio di pochi punti. Storicamente posso dire che i conti si fanno alla fine, per cui saranno decisive le ultime giornate. Per nessuna è ancora detta l'ultima parola e credo che non mancheranno i colpi di scena".