...con Massimo Donati
Massimo Donati, dopo soli pochi mesi trascorsi a Glasgow, si è già inserito perfettamente. L'inglese parlato è discreto, a tal punto da sostenere frequenti interviste con la stampa scozzese. Ma soprattutto l'ex atalantino è già entrato nella storia del Celtic, tanto da apparire spesso sulle copertine dei principali giornali. Cosa che non fa mai male. Per Donati si tratta di un'esperienza, senza dubbio, positiva soprattutto vista la piega che ha preso il calcio italiano.
ESPERIENZA SENZA PRECEDENTI
"Non ho nostalgia dell'Italia. Mi ha fatto piacere tornare, ma sto vivendo una bella esperienza in Scozia, sono in un club fantastico e va bene cosi. La squadra si è riuscita a qualificare negli ottavi di Champions, obiettivo che ad inizio stagione ci eravamo prefissati. Anche in campionato le cose stanno andando bene, sia a livello personale che di gruppo. In ogni partita cerco di dare il meglio. Una cosa è certa: si vive il calcio in modo diverso dall'Italia"
NOSTALGIA DI CASA? PER ORA NO
"Per adesso non ho nostalgia di casa, dell'Italia e del nostro calcio: soprattutto visti i fatti di violenza che accadono sempre più con maggiore frequenza. In Scozia si vive il calcio come sport, senza troppe pressioni. La semplicità mi ha conquistato. Perdi, vinci o pareggi cambia poco. Alla fine i tifosi se ne vanno via felici. In Italia contano altre cose, troppa gente gira attorno al pallone. A volte queste persone fanno male. Il gesto del terzo tempo mi sembra un buon modo per iniziare un nuovo modo di pensare, anche se, a mio avviso, è molto difficile poter correggere la mentalità dei tifosi. Ma non solo loro. Il marcio non è solo nelle Curve. Qui non ci sono gelosie né invidie di spogliatoio. Fuori e dentro il campo si rema tutti nella stessa direzione. Si gioca con serenità. Anche per i calciatori è tutto più facile".
LA TATTICA
"Prima di venire al Celtic non ero molto informato sul calcio scozzese, ma posso dire che è basato molto sulla fisicità e su un gioco più maschio. Ma ha molta meno qualità. Questo non mi preoccupa, dal momento che la forza non mi manca e so badare anche a me stesso. Il Celtic, ha uno stile di gioco incentrato sui passaggi corti e sulla qualità e questo si adatta alle mie caratteristiche. Inoltre c'è una certa differenza con la preparazione. In Italia siamo più avanti".
ALIMENTAZIONE "BRITISH"
Paese che vai, usanze che trovi. Non è sempre facile adeguarsi, ma basta trovare i giusti compromessi. "Beh, qui sono particolari. Io non faccio fatica ad adattarmi. Magari per le partite. Mentre io bevo thè e mangio biscotti, loro pranzano a mezzogiorno e alle 16 cenano. Non so come facciano, ma vanno rispettati. Ogni Paese ha le sue usanze. Certo, io non mi abituerò mai ai cannelloni o al pesce fritto pre-match, ma poco importa".
IL SOGNO: TORNARE ALL'ATALANTA
Donati ha un grande sogno: chiudere la carriera a Bergamo.
"Se dovessi tornare in Italia, senza alcun dubbio, sceglierei la maglia dell`Atalanta, la squadra che porto nel cuore. Per me è come una seconda famiglia ed è la squadra per cui tifo, da sempre".
CONTRATTO "BLINDATO" CON I CELTIC
Donati è stato ceduto al Celtic, la scorsa estate. Per lui un contratto quadriennale ma se dovesse arrivare la chiamata dall'Italia, un pensierino lo potrebbe anche fare. Qualcuno, spesso, ha accostato il suo nome a quello del Torino. Soprattutto nell'ultimo periodo, visti gli ottimi rapporti con Walter Novellino.
"Ho fatto una scelta importante per la mia vita. Mi piacerebbe onorarla fino all'ultimo. Ma è chiaro che se dovesse arrivare una telefonata dall'Italia, un pò ci dovrei pensare. E' il mio Paese. Ora le cose vanno bene, ma possono cambiare in ogni momento, sia in positivo che in negativo. Bisogna essere pronti a fare ogni scelta. Il Torino? Sono voci che ho sentito, anche in Scozia. La stampa italiana arriva anche qui. Per adesso non c'è' niente di concreto e mi sembra prematuro parlarne".
IL MILAN? UNA DELUSIONE
"Pensavo sinceramente che andasse meglio. Ma anche l'anno scorso era partito male e alla fine si è portato a casa la Champions League. Credo che anche quest'anno possa fare la stessa cosa. Dipenderà molto dall'inserimento di Pato, dagli acquisti di Gennaio, dalla ripresa di Ronaldo e come andrà il Mondiale per club."
LA NAZIONALE, UN SOGNO NEL CASSETTO
Dopo le buone prestazioni fornite anche in campo europeo, il massimo traguardo per un giocatore sarebbe la Nazionale. Traguardo raggiungibile anche per Massimo Donati?
"Ci penso, come è giusto che sia. Ho giocato con la maglia dell'Under 21 con la speranza, fissa, di poter raggiungere un giorno la Nazionale maggiore. Tre gol in campionato, uno in Champions, tante buone prestazioni. Mi piacerebbe essere convocato, anche solo per un'amichevole e giocarmi le mie possibilità. E poi Donadoni, solitamente, crede nel progetto giovani. L'Europeo? Non arrivo a chiedere così tanto. Speriamo in qualche amichevole poi si vedrà".