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Del Piero e Recoba; manca il sorriso.

Del Piero e Recoba; manca il sorriso.
martedì 4 dicembre 2007, 08:172007
di Appi .
fonte di Alvise Cagnazzo per carlonesti.it

Alex e Recoba, manca il sorriso

Un po' come quegli alpinisti ai quali, pur travolti dalla passione per le vette, cinte da impervie distese di neve, il senso del limite, e della saggezza, non sembra difettare, accontentandosi della veduta, più o meno soddisfacente, dei costoni più bassi della montagna avvolta dall'inverno, ed al di là delle consuete riflessioni goliardiche, simili a quelle che accompagnano i viaggi di ritorno dalle gite scolastiche, la nuova Juventus formato "famiglia" non sembra esser intenzionata a forzare il percorso intrapreso verso un plausibile, quanto oramai possibile, collocamento oltre il quarto posto in campionato. Il pareggio, a corredo delle sconfitte rivali Fiorentina ed Udinese, ottenuto nel ventre scoperto dello stadio "S.Siro", contro un Milan turbato dai malanni di Ronaldo e dalle processioni, imminenti, per la celebrazione del Pallode d'Oro conquistato da Kaka e dalla disputa della Coppa Intercontinentale, ha avuto il merito di verniciare di realismo i progetti di una squadra costruita più per stupire che per vincere.

Soprattutto in considerazione di una campagna acquisti, quella condotta in estate, rovinata da un paio di intuizioni infelici, come la scelta, manifesta, di abolire il concetto di qualità in un centrocampo assai più grezzo della lana che compare sulle pelli delle pecore, dirottando le attenzioni su Almiron, surrogato più o meno accettabile in una formazione desiderosa di allungare la panchina, ma non certo leader carismatico dal pedrigee sabaudo. In contrasto con le previsioni di un campionato più che dignitoso, a corredo di una campagna acquisti sobria ed equilibrata, con un paio di innesti di grande affidamento, come gli acquisti a costo zero di Sereni, in grado di recitare il ruolo di guardaspalle di Buffon in Nazionale, e Grella, invece, il Torino formato centenario non è ancora riuscito ad determinare un cammino redditizio nel contesto di un campionato sino ad ora anonimo. Inflazionato da nove pareggi, a corredo di un attacco sterile, capace di inanellare appena quattordici centri, senza peraltro riuscire ad eleggere un leader offensivo, in grado farsi carico di incombenze necessarie per coltivare velleità d'alta classifica.

Eppure, nel derby della fratellanza con il Genoa del redivivo Borriello, vero rimpianto della Milano rossonera, le scelte di Walter Novellino hanno demolito le residue ambizioni di Ventola, al momento unico attaccante concreto di un reparto meno prolifico di un capodoglio, considerando le sporadiche apparizioni di Stellone e le imbarazzanti prestazioni offerte dal croato Bjelanovic, ariete senza corna di un attacco abbondante quanto scarno di concretezza. Promovendo la contemporanea presenza del "vasellame" cinese, fragile quanto affascinante, formato da Rosina, Recoba, sul quale l'ombra di un castigo in panchina sembra sposare le variegate esigenze di maggiore equilibrio, e dal convalescente Di Michele, avrà pur consentito di mascherare l'arzigogolato 4-3-2-1 in un più "assestato" 4-4-2. Con il fantasista tascabile schierato sulla corsia mancina, ed il cigno spiumato Recoba in posizione, perpendicolare, alle spalle dell'unica punta Di Michele. Ma nel contesto di una sfida tra la lepre granata, e l'affamato cacciatore rossoblu, a destare maggiori preoccupazioni nella confusionaria gestione della squadra da parte di Novellino è la mancanza, totale, di qualità in un centrocampo appesantito dalla presenza, al momento deleteria, di Corini.

Qualità razionata, quella nel settore mediano, che ha invece consentito al "giardiniere" Ranieri di varare una Juventus "socialista", imperniata sulla difesa ad oltranza del risultato. Ottenuta mediante maggiori sacrifici in fase di copertura, oltre che dal continuo peregrinare di Cristiano Zanetti, eccellente manovale con funzioni da geometra nella partita di domenica sera contro il Milan, e "malacarne" Nocerino. Il quale, pur in apnea a causa di un avvio di stagione logorante, ha se non altro avuto il merito di sopperire a quella mancanza di dinamismo che aveva caratterizzato il centrocampo bianconero con la presenza, a tratti insostenibile, in ragione di una squadra in cerca di un assetto sul quale collocare la fantasia, coatta, di Camoranesi, del deludente Almiron. O delle prestazioni ad intermittenza, come le luci di Natale, di capitan Del Piero, scalzato dal più utile, quanto combattivo, Iaquinta. Disciplinato nel seguire le indicazioni di Ranieri, fungendo da elastico offensivo fra la staticità dei mediani difensivi e quella, propedeutica, di "Hannibal" Trezeguet. Anche se, per trovare un po' di spazio, e di umana gloria, la trasferta di Coppa Italia contro l'Empoli non sembra poi così lontana...