Firenze: il Rinascimento del pallone
Nella settimana dell'inferno dantesco di Benigni e di quello, purtroppo terreno, di Prandelli, la Toscana ci regala storie di assoluta tristezza ma anche di perfetta bellezza.
Pochi giorni dopo la scomparsa di Manuela, amatissima moglie dell'allenatore della Fiorentina, le immagini più toccanti arrivano da una città che riscopre di essere la culla della cultura e della modernità, abbracciando idealmente un uomo colpito da un lutto tremendo, e lo fa con parole d'amore, e silenzi colmi d'affetto.
Da brividi sono stati i momenti del prepartita contro l'Inter, domenica scorsa: migliaia di persone in tutto lo stadio rigorosamente in silenzio per omaggiare rispettosamente la figura di Manuela e il dolore di Cesare. Ma momenti di assoluto valore ci sono stati anche alla fine della gara, con quel gesto di fair play voluto dalla società e che noi immaginiamo sottoscritto da quella grande persona qual è Cesare Prandelli, che ha accolto di buon grado l'idea.
E così Firenze è tornata nuovamente Capitale del Rinascimento, di quello calcistico e morale, unendo alle sue già affermate bellezze artistiche e letterarie tanto declamate da Roberto Benigni nel suo spendido "Quinto dell'Inferno", quelle bellezze comportamentali e quegli esempi valoriali che tanto mancavano al nostro bistrattato e bischero mondo del pallone.
E ora, grazie a Firenze, tutta Italia seguirà l'idea: le squadre si daranno sempre la mano a fine gara.
Era ora. Forse un nuovo Rinascimento è davvero ricominciato.