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Garritano: "Sono stato tradito da Bronzetti e abbandonato da Cairo"

Garritano: "Sono stato tradito da Bronzetti e abbandonato da Cairo"
giovedì 20 settembre 2007, 09:202007
di Ilario Imparato
fonte La Stampa

C'è un altro ex calciatore malato che lancia un grido di dolore. Che si sente abbandonato, quasi da tutti. Ha 52 anni, ha giocato negli anni '70 e '80, ha visto morire negli ultimi tempi tanti suoi colleghi, avversari, amici. Bruno Beatrice, Nello Saltutti, Gianluca Signorini, Fabrizio Gorin, Ugo Ferrante, Giuliano Fiorini. Troppe morti misteriose, sospette. Salvatore Garritano lotta per non allungare la lista. Riserva dei «gemelli» Graziani e Pulici, contribuì all'ultimo scudetto del Toro, nel 1975/76. Prima e dopo passò per Ternana, Atalanta, Bologna, Sampdoria e Pistoiese. Adesso vive a Cosenza, accudito dalla mamma, dalla compagna e dai 4 figli, ma dimenticato da tanta altra gente. Da un anno gioca la partita più difficile, quella contro la leucemia. «Sono un soggetto a rischio e per almeno altri 4 anni non potrò considerarmi fuori pericolo - dice -. E nessuno mi toglie dalla testa che il mio male possa essere causato da quello che ci iniettavano quando giocavamo. Capitava in tutte le squadre: ci facevano delle punture, ci dicevano che erano zuccheri, al massimo Micoren, ma noi che ne sapevamo? Ero giovane: pensavo alla carriera, a fare gol».

Adesso ha in testa solo una cosa: guarire. Poter vivere meglio, senza dipendere da altri. Impossibile, per il momento. Le cure costano e Garritano campa con i 1400 euro della pensione dell'AssoCalciatori. Ha bisogno di aiuto. Glielo stanno dando in pochi. «Faccio in fretta a elencarli. Rino Gattuso e papà, innanzi tutto. Poi, 4 miei ex compagni del Toro: Graziani, Zaccarelli, Salvadori e Claudio Sala. Finché sono stati loro a mandare avanti l'Associazione Ex Granata hanno fatto quel che hanno potuto. Ciccio Graziani, in più, adesso ha lanciato un'iniziativa in collaborazione con Il Romanista e con la Roma: ha messo all'asta su E-bay fino a domani le maglie autografate di Totti, Aquilani, Tonetto, Perrotta e De Rossi. Li ringrazio di cuore ma mi fa male sapere che mi sta aiutando una società per la quale non ho mai giocato». Ma Comotto e compagni si stanno attivando per aiutarlo.

E qui scatta il secondo «j'accuse» di Garritano. Dopo i dubbi (sul doping), le certezze. Sul calcio che usa e getta. Che volta le spalle ai più deboli. «Mi hanno deluso in tanti, ultimamente. Ernesto Bronzetti, ad esempio. Oggi è uno dei re degli agenti internazionali, l'altro ieri divideva con me i primi affari. Abbiamo lavorato insieme in Spagna per 6 anni. Quando ha saputo della mia malattia mi ha bombardato di telefonate per 10 giorni. Mi diceva: «Non ti preoccupare. Risolvo tutto io». Poi, però, non s'è più fatto vivo. Non s'è comportato bene nemmeno Cairo. Ci siamo visti in quella splendida occasione del Centenario granata, io mi sono proposto per fare da osservatore nel Sud. Non chiedevo l'elemosina, volevo sono un'occasione. Sono ancora qui che aspetto una risposta».

Il Toro, ma anche la Samp, il Bologna, l'Atalanta. «Non s'è mosso nessuno dei miei vecchi club. E io, fra controlli, esami e cure, prendevo mazzate su mazzate. Adesso mi ha promesso una mano Braida, del Milan. Sono malato, ma non sono un morto di fame. Ho una casa, che sto però cercando di vendere per andare a farmi curare dove c'è una struttura più degna del corridoio di Cosenza. Il massimo sarebbe in Toscana, ma un alloggio là costa troppo. Penso alla Spagna, per provare a guarire». Dipende anche dall'asta di E-bay. La maglia autografata di Totti è già arivata a 6.150 euro. Per Garritano, più di 4 mesi di pensione.