Il lungo intervento di Zamparini a "Lunedì di rigore" con Moggi

Poche ore fa, nella nota trasmissione sportiva "Lunedì di rigore" in onda su Antenna Tre e condotta da Fabio Ravezzani, è intervenuto telefonicamente il presidente del Palermo Maurizio Zamparini per spiegare la sua posizione in merito alle dichiarazioni rilasciate a commento del goal di Mutu in Palermo-Fiorentina. L'intervento telefonico di Zamparini è durato nel complesso circa venti minuti, venti minuti nei quali il presidente del Palermo ha cercato di spiegare le dichiarazioni di oggi pomeriggio, quando in scioltezza aveva detto che Mutu era stato "furbo come un bravo zingarello rumeno", ed ha potuto colloquiare con Luciano Moggi, ospite fisso della trasmissione di Ravezzani, al fine di lanciare ulteriori invettive verso "il calcio corrotto dei poteri forti". L'occasione di precisare una sua dichiarazione si è trasformata quindi subito per Zamparini nell'occasione di concedersi in un lungo intervento generico, spaziando dalla faccenda del goal "antisportivo" di Mutu alle vicende dell'estate di Calciopoli: tutto questo in mezzo agli interventi dei giornalisti in studio e dello stesso Luciano Moggi. Riportiamo di seguito un riassunto della telefonata di Zamparini.
"Non volevo offendere nessuno - ha esordito Zamparini -. Ho definito Mutu un "furbo zingarello" volendo intendere simpaticamente che la furbizia è una caratteristica molto vicina alla sua natura: per fare un esempio, così come Maradona nella Coppa del Mondo '86 segnò il goal di mano per l'Argentina, allo stesso modo Mutu ha fatto la sua furbata". Zamparini, sulla falsariga della provocazione, ha poi continuato: "Magari se fosse stato uno svedese e avesse studiato a Oxford questo non sarebbe successo... Comunque io non ho detto "zingarello" in senso offensivo: io intendevo che Mutu ha fatto quella furbata per istinto. Io voglio bene agli zingarelli...". Il conduttore Fabio Ravezzani ha fatto notare a Zamparini che un dirigente dovrebbe usare un linguaggio più adatto. "Sono stato frainteso, sono stato volutamente frainteso e infatti tutti hanno scritto di Zamparini razzista. Allora io voglio dire che io voglio bene agli zingarelli, che mi ha telefonato l'Associazione Rom e mi sono scusato con loro, dicendo di guardare questa trasmissione perché l'avrei fatto anche qui. Io amo tutti i bambini del mondo, anche gli zingarelli".
A ruota libera, il presidente del Palermo ha poi commentato la foto che ritrae il presidente dell'Inter Massimo Moratti fare il gesto dell'ombrello durante il derby di Milano: "Ho riso molto, perché mi è tornato alla mente quel sabato di due anni fa in cui si giocava Palermo-Inter: l'Inter, sotto per 3-0, segnò due goal, poi la partita finì 3-2 per noi (la partita in questione è Palermo-Inter del 10 settembre 2005, ndr) e io, allo stadio ma non in tribuna, davanti alla televisione, al fischio finale dell'arbitro feci quel gesto scherzosamente. Un dirigente dell'Inter, che mi aveva visto, ebbe poi a commentare: "Che bel presidente che avete a Palermo...", ed oggi guardando quella foto posso dire che mi viene molto da ridere, ripensandoci".
Dopo queste iniziali battute, però, si è passati a parlare di faccende più serie, quando il giornalista Franco Melli ha domandato a Zamparini il perché abbia dichiarato, tempo fa, che "si stava meglio quando c'erano Moggi e Giraudo", in merito alle polemiche sui recenti errori arbitrali ai danni del Palermo. Pronta la risposta di Zamparini: "Almeno in quel momento conoscevo quali erano i miei nemici, sapevo contro chi dovevo combattere. Oggi, invece, tutti si sono nascosti. D'altronde, come si fa ad avere un sistema pulito quando la Federazione non interviene? Quando Gussoni (presidente degli arbitri, ndr) mi dice che non ho classe se provo a dire che con Trefoloni il Milan ha avuto 16 vittorie e 4 pareggi? Quando poi io vengo deferito e lui no? Quando poi lo stesso Gussoni è stato eletto presidente degli arbitri con la metà degli arbitri favorevole e l'altra metà contraria? (Sorride di approvazione intanto l'ex arbitro De Santis in collegamento video, ndr) Quando i guardalinee - continua furioso Zamparini - sono gli stessi di prima di Calciopoli? E allora chi ha pagato, solamente De Santis o Mazzoleni? A cambiare guardalinee chi ci ha pensato?". Zamparini è fermo nel condannare le modalità di sorteggio: "L'ho sempre detto e lo ripeto ancora: abbiamo bisogno del sorteggio integrale, che è l'unico metodo pulito per far sì che le partite vengano giocate nella trasparenza, l'unico modo per evitare ogni condizionamento di potere nel calcio. Ho detto spesso: "Mandateci gli arbitri della Serie C, non ci interessa!", ma nessuno mi ha mai ascoltato. E allora cosa è cambiato?". Il presidente del Palermo proprio non si risparmia: "Bisogna dare una svolta perché questo calcio oggi ha bisogno di dieci Borrelli! - grida -. Io questo calcio voglio cambiarlo, ma non sta cambiando niente. Stiamo perdendo un'opportunità importantissima per dare una svolta, ma nessuno sta cambiando niente. Mi stanno intimidendo, io me ne andrò dal calcio e così li farò felici tutti. Anzi - dice Zamparini - voglio dire a Luciano di tenermi il posto per l'anno prossimo perché sicuramente sarò ospite fisso di questa trasmissione, una volta che me ne sarò andato dal calcio e ne parlerò da opinionista esterno come te, Luciano".
Moggi se la ride, ma l'esternazione innesca la reazione di un giornalista presente in studio, che dice a Zamparini di essere ormai diventato "pappa e ciccia con Moggi". Il presidente del Palermo prova a rispondere: "Non sono pappa e ciccia con nessuno, nemmeno con Moggi. Moggi sa benissimo cosa penso di lui, sa benissimo cosa penso delle telefonate che ha fatto...", ma lo stesso Moggi interrompe la risposta: "Di che parli? Quali telefonate? Citane una, citamene una, una sola telefonata tra me e un arbitro". Zamparini risponde: "Pairetto", e Moggi: "E voi non le facevate? Non le faceva Foschi? Ci sono dei dirigenti di squadre che andavano anche a casa degli arbitri. Io non ho mai fatto una telefonata con un arbitro! - sbotta -. Trovamene una!". "Ho forti dubbi su di te...", dice Zamparini, stessa cosa che gli risponde poi Moggi.
Si va avanti così con Zamparini che lamenta la designazione di Ayroldi per Messina-Palermo e che lancia pesanti previsioni: "Ho capito subito tutto quando c'è stato designato l'arbitro Ayroldi. La verità però è che io sono l'unico grillo parlante di questo calcio, perché nessuno ha il coraggio di opporsi al fatto che ci sono tre grandi club, in Italia, che vinceranno da soli i campionati dei prossimi dieci anni. Nessuno si oppone perché sennò fai la fine di Cecchi Gori, di Cragnotti, di Sensi... Però stavolta Zamparini se ne va dal calcio". Ravezzani gli chiede allora a chi venderà il Palermo quando prenderà la decisione di andare via. "Non lo vendo. Io ho più volte detto che non sono interessato al ritorno economico, non mi interessa: voglio solo trovare un altro presidente, perché io me ne tiro fuori, non posso combattere contro questo calcio da solo". Piovono altre critiche dai giornalisti presenti in studio: Emilio Bianchi, su tutti, rimprova Zamparini di lamentarsi solo quando i risultati non vengono, consigliandogli di imparare prima di tutto a non "sputtanare la squadra bastonando pubblicamente l'allenatore o i giocatori", lezione deontologica poco gradita però dal presidente del Palermo che taccia Bianchi di faziosità (Bianchi è notoriamente tifoso del Milan) dicendogli che il Palermo è stato fortemente penalizzato proprio da quando è andato in testa alla classifica, nel campionato di quest'anno.
Ma il pezzo forte della telefonata giunge quando Zamparini passa dalle critiche ai poteri forti e dallo screzio con Luciano Moggi di pochi minuti prima alla pubblica difesa dell'ex dirigente juventino: "Moggi è una persona che malgrado tutto io stimo, molto di più di quelli che ci sono adesso. Perché io sono siciliano, e so bene che ci sono cinque tipi di uomini: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i pigliainculo e i quaquaraquà (citando Leonardo Sciascia, ndr). Bene, Moggi è un uomo. Ricordatevi che un uomo per bene e un uomo per male fanno comunque due uomini". Incredulo Mario Ielpo, ex portiere del Milan, che imbarazzato non si spiega come si possa avere una posizione del genere, prima a favore e poi contro, ma tant'è. Qualcuno dice a Zamparini che ora gli fa comodo solidarizzare con Moggi, perché ora non è più dirigente della Juve, altrimenti...
Ma qui, chiamato in causa, Luciano Moggi prende di nuovo la parola : "In tutte le mie registrazioni non c'è una conversazione con un arbitro - ripete -. Tutti hanno parlato con gli arbitri, ma non c'è una sola mia registrazione con nessuno di loro". Qualche telespettatore, via email, ricorda la telefonata con Paparesta, ma... "Al telefono a Paparesta ho detto: "Non voglio parlare" e ho messo giù. Io, a differenza di quelli che mi accusano, non ho mai telefonato a nessuno. La verità - continua Moggi - è che vogliono giustificare se stessi accusando gli altri, perché il vero potere del calcio italiano non è fatto di quelli che hanno cacciato ma di quelli che sono rimasti".
La bagarre si conclude con Moggi che ammonisce: "Tra le partite di questa domenica, avevo previsto due risultati: il pareggio della Fiorentina a Palermo e la vittoria dell'Inter nel derby. Guarda caso sono arrivati tutti e due. Domani acquistate "Libero" (il quotidiano di Vittorio Feltri, ndr) dove vi spiego il perché avevo fatto queste previsioni".
Alla fine, Ravezzani saluta Zamparini e manda in onda la pubblicità.