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Juventus: rimpianto Cannavaro

Juventus: rimpianto Cannavaro
venerdì 14 settembre 2007, 06:432007
di Appi .
fonte di CARLO NESTI per carlonesti.it

Dopo la sofferta vittoria contro l'Ucraina, la prima considerazione che nasce spontanea riguarda il "cemento" sul quale è nata la non facile impresa: un "cemento" marca Buffon. Straordinario, inarrivabile, imbattibile. Mai visto un portiere così grande in vita mia. Jascin fu l'unico, nel ruolo, a conquistare il Pallone d'oro. Lui lo avrebbe meritato almeno nella stessa misura di Cannavaro.

Poi mi viene mente l'"apartheid" di Panucci, trattato, per anni, come Cassano, e cioè non convocato dai citì perché nocivo per il gruppo. Quello visto a Kiev è stato statuario nella correttezza, nell'eleganza e nell'efficacia. Mi risulta che le sciocchezze di Cassano non abbiano ancora fine, mentre quelle di Panucci sono legate alla prima parte della carriera. Perché le ha scontate anche dopo?

Quindi rifletto su Cannavaro, che avrebbe voluto tornare in Italia. I dirigenti bianconeri, che rispetto per il ripristino del vecchio "stile Juventus", hanno fatto capire più volte, dietro la frase "Fabio ha compiuto già prima le sue scelte", di considerarlo un "traditore". Ma di fronte alla voglia di dimostrare che quegli scudetti non erano "rubati", non si poteva ragionare diversamente?

Poi penso a Del Piero, e al minimo comun denominatore per cui non uno, ma 3 allenatori, lo hanno condannato al part-time: Capello, Lippi e ora Donadoni. Non so se, a quasi 33 anni, il problema di Ale siano i 90 minuti. Ritengo, piuttosto, che sia adatto a un solo ruolo: seconda punta. Inutile tenerlo lontano dalla porta, come a Milano, nei panni di esterno alto sinistro: non ha la "gamba" per farlo.

Infine chiudo con Di Natale: i suoi 2 gol sono l'espressione individuale di un "movimento" globale di "nani" di talento: oltre a lui, Foggia, Rosina e Giovinco. Con il ritiro di Totti, e l'anagrafe di Del Piero, sono la nostra grande frontiera, completata (centimetri diversi) da Montolivo. Le novità portano bene nelle fasi finali di Mondiali ed Europei (da Rossi, a Schillaci, fino a Grosso). Non dimentichiamolo.