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L'editore Riffeser: "Il web non ucciderà i giornali"

L'editore Riffeser: "Il web non ucciderà i giornali"
venerdì 2 marzo 2007, 12:462007
di Marco Frattini
L'editore de "Il Resto del Carlino" e di tanti altri quotidiani, sostiene una tesi che TMW porta avanti sin dalla sua nascita

"Il web non ucciderà i giornali". La presa di posizione e' di Andrea Riffeser Monti (nella foto) , editore de Il Giorno, Il Resto del Carlino e La Nazione, terzo polo d'informazione generalista in Italia con 2.345.000 lettori al giorno nonchè di Monrif.net, la società che edita quotidiano.net, edizione online dei quotidiani della Poligrafici che ha appena battuto due nuovi record: oltre 1 milione 200 mila visitatori unici al mese, 12 milioni di pagine viste in un mese.

Riffeser Monti ha rilasciato una lunga intervista al Sole 24Ore di oggi. "Durante un soggiorno a New York "ho letto attentamente il New York Times - racconta - e ho capito perche' il suo editore dice che tra cinque anni e' destinato a trasferirsi definitivamente sul web. Io non voglio dare lezioni a nessuno, ma il New York Times mi pare davvero un giornale vecchio, con una qualità di stampa bruttina, un'impaginazione improponibile e con la pubblicità che sovrasta gli articoli. Che tra l'altro sono illeggibili. Un lettore del Nyt in edicola cosa compra? La pubblicità o le notizie? Se gli editori non capiscono la necessita' di cambiamento e non cercano di sviluppare prodotti al passo con i tempi allora sì che i quotidiani sono destinati a morire".

Andrea Riffeser ne è convinto: "I quotidiani locali e regionali che sono legati e radicati al territorio hanno una loro utilità ed un loro futuro. Internet certamente presenta meno costi di bilancio, ma oggi le rotative full color danno un vantaggio in più ai quotidiani e permettono di offrire prodotti editoriali più belli e appetibili non solo per gli inserzionisti pubblicitari ma anche per gli stessi lettori. Con il full color i quotidiani possono fare concorrenza ai periodici, soprattutto ai mensili, che essendo troppo datati rispetto ai quotidiani, possono solo diventare prodotti destinati alla nicchia del lusso. Certo, sui quotidiani in particolare bisogna avere il coraggio di cambiare e ammodernare. Gli americani saranno anche dieci anni piu' avanti di noi, ma non ci diano lezioni su come fare i giornali. Senza presunzione, la maggior parte dei giornali italiani guarda sicuramente piu' avanti rispetto ad alcuni quotidiani americani".

Secondo Riffeser, "c'e' gente che naviga ore su Internet senza una guida. Ecco, il quotidiano può benissimo diventare strumento di consultazione preziosa per cercare sul web quello di cui si ha bisogno senza perdere tempo. E' come quando è nata la televisione: dall' avvento della tv in poi i quotidiani hanno aperto pagine e pagine che parlano di tv offrendo una guida per sapere cosa andare a cercare in tv. Cosa sarebbe la tv senza i giornali che ne parlano? La stessa cosa è con l'avvento di Internet: i quotidiani possono fare pagine che servono per dare ai lettori uno strumento, una guida per navigare su Internet. E sarà sempre piu' stretta la collaborazione fra Internet e la carta stampata".

Poi la pubblicità: "Un investitore pubblicitario puo' anche fare mille passaggi in tv o su Internet, ma per convincere l'acquirente a comprare davvero, conta molto la fiducia che l'utente ha anche nel mezzo che veicola quella pubblicità.

Il giornale ha una forte fidelizzazione con i suoi lettori che hanno fiducia della testata, la vanno a cercare in edicola. E questo aspetto dà più forza anche alla pubblicità pubblicata. Internet e la carta stampata non possono che essere complementari. I quotidiani legati al proprio territorio di riferimento hanno, di per sé, una loro funzione e anche solo per questa non moriranno mai".