Messina, Pestrin: "La A è un premio ai miei sacrifici"

Una vita da mediano. E' quella di Manolo Pestrin, 28 anni, romano del quartiere Alessandrino. «Idoli? Non ne ho mai avuti. Preoccupato per l'esordio in A? Ma quale paura, la gavetta l'ho fatta tutta. Chi devo ringraziare? Soprattutto me stesso perché ho sempre creduto che prima o poi sarei approdato al massimo palcoscenico». Affronta le emozioni di petto, senza tirarsi indietro. Una prova? Tra nove giorni il Messina ospiterà la Roma e Pestrin (arrivato in prestito dal Cesena con diritto di riscatto) potrebbe essere gettato nella mischia visto l'imminente addio di Coppola. La Roma, la squadra della sua città, per la quale ha tifato sin da ragazzino. «I brividi - dice - passeranno presto».
Dopo il primo allenamento con i nuovi compagni che sensazioni prova?
«Sono contento, so quanta stima i dirigenti nutrono nei miei confronti. Non ho avuto dubbi a scegliere il Messina, anche se mi cercavano altri club come il Lecce. In questo gruppo, per fortuna, conosco cinque giocatori (Di Napoli, Masiello, De Vezze, Rea e Riganò, ndr) e posso ambientarmi più facilmente. Giordano è un tecnico serio e disponibile: capirò presto cosa vuole da me».
A 28 anni è un esordiente in serie A. Orgoglioso o spaventato?
«Finora la mia carriera è stata un crescendo. Ho iniziato dai dilettanti col Monterotondo, poi la C con Castel di Sangro e Lanciano, quindi la promozione in B con il Cesena. Le ho provate tutte, insomma. La A per me è un mondo nuovo e rappresenta un premio ai miei sacrifici, visto che ho iniziato dal basso. E' bello poter dire, con orgoglio, d'essere arrivato in A solo con le mie forze».
A chi deve dire grazie?
«Soprattutto a me stesso e poi a Castori: in 7 stagioni e mezza ha contribuito alla mia crescita».
E' stato lui a chiederle di fare un passo indietro...
«Sì, accadde subito dopo la promozione in B del Cesena. Castori scelse il 4-3-3 e mi piazzò davanti alla difesa, come mediano basso, mentre prima giocavo centrale nel centrocampo a quattro. Quel nuovo ruolo è stato un arricchimento, i buoni risultati del Cesena mi hanno lanciato».
Pestrin, ha mai avuto un modello a cui ispirarsi?
«Non mi sono mai specchiato in nessun giocatore. La mia caratteristica migliore è l'aggressività, sono un centrocampista d'interdizione ma per la posizione spesso imposto il gioco».
Arriva in un momento critico per il Messina. Come si esce dal tunnel?
«Chiariamo: se il campionato si concludesse oggi saremmo salvi. Ho visto spesso il Messina in tv e sono convinto: ha tutto per rimanere in A. Non si esageri con i giudizi: non erano fenomeni prima, non sono brocchi adesso. Serve solo tranquillità».
Il 14 gennaio esordio da brividi contro la sua Roma...
«Ho sempre tifato per la squadra della mia città. Sfidarla è uno stimolo in più. Sarà una partita tosta ma giocando al San Filippo abbiamo una chance in più. Con l'aiuto del pubblico potremo andare lontano».