Pescara: Pincione tentenna, società a rischio fallimento
Non c'è stato l'atteso incontro tra Gerardo Soglia e Dario Mancini, direttore generale della Caripe, ma non per questo la giornata di ieri è stata meno importante. Anzi. Cominciano ad arrivare le prime certezze intorno a questa trattativa rimasta, fino ad oggi, protetta da una fitta cortina di riserbo.
La notizia ormai è ufficiale. Esiste una accordo sottoscritto tra il gruppo Soglia e la Caripe per il ripianamento dei debiti della Pescara calcio. L'assegno circolare da 1.820.000 è già pronto ma... c'è un ma che rischia di far saltare la trattativa e mandare dritto il Pescara nella sezione fallimentare del Tribunale. Quell'impedimento si chiama Max Pincione. I Soglia infatti hanno parlato chiaro con Mancini. I soldi sono pronti, ma verranno versati soltanto quando si sarà dimesso l'attuale consiglio di amministrazione. Una richiesta legittima ma di difficile realizzazione visto e considerato che Pincione e i sui uomini (contrariamente a Di Giacomo) hanno fatto sapere che non sono intenzionati a dare le dimissioni che, alla uce dell'inadempienza, sarebbe legittimo aspettarsi.
Il problema è di caratere tecnico e procedurale: soltanto l'assemblea può sfiduciare il consiglio di amministrazione e nominarne uno nuovo, ma per convocare l'assemblea bisogna che prima gli acquirenti versino. Dal momento dell'eventuale versamento a quello della convocazione dell'assemblea però, c'è uno spazio di venti giorni nel corso dei quali, in pratica, sarebbe ancora Pincione a gestire i soldi versati da Soglia. In sintesi, c'è il fondato sospetto che qualcuno possa far sparire i soldi. Dunque il futuro è già scritto: o Pincione si dimette, o si trova il modo di farlo dimettere oppure il fallimento resta l'unica prospettiva.
Nelle prossime ore i legali della Caripe studieranno il modo di sbloccare questa situazione, convocando magari l'assemblea in quanto creditore pignoratizio. Magari pensando a un'azione di responsabilità nei confronti del presidente. Magari per quel bonifico di 200.000 euro effettuato a beneficio della società Camilla ltd. Soldi mai restituiti alla società biancazzurra.
Quel che è certo è che ieri lo stesso Dario Mancini, direttore generale dell'istituto di credito, è stato molto esplicito e altrettanto duro, confermando per la prima volta la bozza di accordo firmata con i Soglia, pur senza nominare l'imprenditore campano. "Da persone normali e corrette sarebbe scontato aspettarsi le dimissioni. Pincione ha avuto molto tempo per pagare il dovuto, forse anche troppo, ma non lo ha fatto. Ora c'è una persona che ha deciso di farsi carico della situazione del Pescara, di ricapitalizzare e di accollarsi i debiti, credo che l'attuale consiglio di amministrazione dovrebbe farsi da parte. Non farlo significherebbe spingere il Pescara verso il fallimento e di questo l'attuale proprietà dovrà assumersi le responsabilità".
Il vice presidente Claudio Di Giacomo ha ribadito la sua disponibilità a dimettersi, ed è un gesto di grande responsabilità individuale, anche se in Consiglio di Amministrazione è in minoranza rispetto a Pincione e Naddeo. "In questo momento - ha siegato Di Giacomo - ritengo che la mia presenza sia una parvenza di garanzia e consenta in qualche modo di mandare avanti la vita della società. Comunque ribadisco la mia disponibilità ad agevolare un cambio di proprietà".
Lodevole, ma non basta. Convincere Pincione non sarà altrettanto facile e chi vuole il Pescara deve prevedere una lunga battaglia giudiziaria senza esclusione di colpi.