Roma, Pizarro: "Troppa politica nel calcio"
"E' assurdo che in tante parti del mondo si combatte e si muore per i diritti civili, per le liberta e qui per una partita di calcio". Parla David Marcelo Pizarro, signore del centrocampo della Roma. In un'intervista al Messaggero, il Pek dice la sua su Roma-Napoli e quello che potrebbe succedere tra i tifosi delle due squadre: "Ci sono altre cose serie a cui pensare - spiega il cileno - Qui c'è troppa politica nel calcio, questo è il problema. Vedo in giro per il mondo e vedo che gli stadi degli altri paesi sembrano teatri. Da noi sarà mai così? E' una domanda che mi faccio quotidianamente". Tanti i motivi di questa degenerazione: "C'è troppa volgarità - ammette - un grande squilibrio di giudizi. Faccio un esempio: mi è capitato di sentire dei giudizi dei tifosi della Lazio dopo la gara col Real e dopo quella col Milan. Prima elogi, poi insulti gravi. Non si fa, non è possibile. Anche in Cile è così, il calore della gente è lo stesso". Allora meglio parlare di calcio giocato, di Roma: "Noi giochiamo bene e l'Inter non potrà mai praticare il nostro calcio. Però certe volte capita che giochi molto bene, vedi Manchester, e perdi. E la cosa mi fa arrabbiare. Pure parecchio". La speranza, però, di vincere qualcosa c'è: "Giocatori buoni ne abbiamo, la tecnica conta.
Se verso Natale siamo in zona primo posto, possiamo vincere lo scudetto. E anche in Champions possiamo competere". L'Inter sembra quasi imbattibile: "Mi ricorda la pubblicità del Gratta e Vinci, ha presente quella che dice: vuoi vincere facile? Non è detto che ci riescano". Intanto Aquilani si è fatto male: "E' il presente e il futuro della Roma. La sua assenza è una perdita per noi e per la nazionale. Spero torni presto". Ruba di rubargli il posto, però: "Conta il bene della squadra. Certo, sarei bugiardo se dicessi che non giocare mi fa stare bene. Io vengo contestato? Non mi interessano i giudizi della gente. Io gioco a pallone e basta. Questo è un lavoro, poi mi isolo". Infine rivela un siparietto che si ripete spesso tra lui e Vito Scala: "Quando entro in area avversaria, Scala mi urla di andare a saltare. E io gli rispondo: "tirami quel pallone che hai nascosto sotto la maglietta...".