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Taranto: il Comune mette i sigilli allo stadio, il club insorge

Taranto: il Comune mette i sigilli allo stadio, il club insorge
martedì 23 ottobre 2007, 23:452007
di Stefano Sica

Brutta sorpresa per i giocatori del Taranto i quali, ritrovatisi questo pomeriggio all'esterno dello "Iacovone" per la ripresa della preparazione, sono stati costretti a saltare l'allenamento e ad incassare una triste ma, in definitiva, non del tutto inaspettata novella: il Comune ha chiuso lo stadio, negando, a partire da oggi, l'utilizzo dello stesso alla società ionica, che domattina dirotterà i propri calciatori su una palestra cittadina. Ed è stato già un miracolo se gli atleti rossoblu hanno potuto godere di un permesso speciale per riprendersi la loro attrezzatura dagli spogliatoi.
Di motivi che hanno portato allo scontro tra l'amministrazione comunale ed il club del presidente Blasi ce ne sono a iosa, a partire dall'accusa di morosità formulata nei confronti del Taranto per non aver provveduto al pagamento del fitto relativo al mese di settembre, per un totale di 13mila euro, anche se la società sostiene non solo di non aver mai ricevuto una preventiva comunicazione in merito, ma di aver onorato l'impegno relativo ad ottobre. Ma c'è un altro retroscena che ha incrinato in misura ancora maggiore i rapporti, e riguarda l'incremento delle tariffe per il fitto dell'impianto che il Comune ha messo a punto chiedendo, circa un mese fa, al sodalizio rossoblu di sottoscrivere una convenzione per l'utilizzo sulla base di 18mila euro mensili. Vicenda strana ed oscura questa, che merita un doveroso approfondimento: lo scorso 24 giugno Blasi ed il sindaco Stefano sottoscrivono un impegno (che non prevede possibilità di revoca e consente l'iscrizione al campionato) in base al quale il Taranto può usufruire dello "Iacovone" accollandosi alcune spese di gestione la cui natura, però, sarebbe stata comunicata successivamente da Palazzo di Città entro il 30 luglio. E, in effetti, il Comune vara in seguito le nuove tariffe, ma il Taranto dichiara di non averne avuto notizia entro la data stabilita. Anzi, a settembre arriva la richiesta di aumento da parte dell'assessorato allo sport, ed è in quel frangente che probabilmente si consuma la rottura, che Blasi cerca di sanare formulando una richiesta ufficiale che l'amministrazione comunale subito respinge: gestione dello stadio per 40 anni a fronte di un contributo di 250mila euro.


In ogni caso, nel corso di una conferenza stampa convocata in tutta fretta nel pomeriggio dalla dirigenza, e a cui era assente Blasi, il vice presidente ionico Luca Vinciguerra è stato molto netto, dichiarando onerosa persino la cifra fino ad ora pattuita, e che la società ha sempre versato (da qui il disavanzo settembrino di 13mila euro): "4.000 euro mensili sono troppi. Queste tariffe si rifanno ad un emendamento del 1997, ma le condizioni ora sono diverse. Dieci anni fa lo stadio aveva una capienza di 25mila posti, ora arriva a 7mila". Dal canto suo l'avvocato Salvatore Maggio, che rappresenta gli interessi del club, ha accusato il Comune di comportamenti illegittimi, perchè avrebbe dovuto adire la magistratura, anche se creditore, ma non porre un'azione unilaterale di questo tipo.
Ora è difficile stabilire come finirà questa vicenda. O il Taranto paga i 13mila euro entro il 1 novembre, quando allo "Iacovone" scenderà la Juve Stabia, o potrebbe arrivare un'inevitabile sconfitta a tavolino (rischiata già con il Sorrento se non ci fosse stato un intervento in persona del Questore di Taranto, che impedì una prima chiusura) con il rischio di gettare alle ortiche un'intera stagione, che potrebbe riservare anche una clamorosa radiazione dei rossoblu dal campionato, salvo soluzioni miracolistiche dell'ultim'ora.