Torino, Comotto e il bacio d'altri tempi
Capita che il Toro le sta buscando a Udine, anche ridotto in dieci per l'espulsione di Vailatti sciocchino nel rispondere con una trapetta (trattasi di sgambetto in dialetto turineis) all'avversario, dunque i granata le prendono, ma dopo un'azione di attacco furente il pallone finisce oltre la linea di fondo. I torinisti rientrano sconsolati, ma il biondino raccattapalle friulano - avrà dieci anni o suppergiù - non fa il furbo, non tracheggia, non perde tempo, anzi ributta sùbito il pallone al di là dei cartelloni pubblicitari dove aveva concluso la traiettoria, così da rimetterlo immediatamente in gioco.
Gesto imprevisto ma genuino, bello fresco, dimenticato, direi romantico. Comotto che era sul piede di (ri)partenza ha arrestato la corsa e ha puntato diritto verso il ball boy come lo chiamano sull'isola britannica. Noi, abituati agli sputi, alle bestemmie, alle gomitate, ai calcinculo di cui sopra, abbiamo temuto il peggio, sta a vedere che adesso lo strizza, lo schiaffeggia, lo travolge.
No, cari maligni afflitti dai cattivi pensieri. Gianluca Comotto ha stretto sì fra le mani il viso paffutello del ragazzino e gli ha mollato un bacio di quelli da Carramba raffaelliana. Il bimbo è rimasto stranito, lo schiocco lo doveva aver tramortito insieme con la sorpresa del gesto compiuto dall'avversario, dal nemico di serata.