Toro: Rosina chiama Di Michele
Silenzio, parla il nuovo Rosina, "apolide" dell'attacco di Novellino. A Bergamo, due lanci calibrati del neo azzurro hanno permesso al Torino di raddrizzare una partita che sembrava perduta. «E' vero, sto maturando - conferma il Piccolo principe - ho capito che cosa vuol dire essere al servizio della squadra, applicarsi in più ruoli: è un grosso vantaggio per tutti. Quest'anno, cerco meno lo sfondamento personale, mi preoccupo di fornire più assist ai compagni. Sta andando bene. Anche la Nazionale mi aiuta a crescere, non so se Donadoni mi convocherà per la Scozia, ma sono già contento così. Durante l'esperienza azzurra ho cercato di farmi conoscere, e apprezzare. Finora sono soddisfatto del mio rendimento».
Meno estetica e più concretezza. Meno scorribande in partita cost-to-cost palla al piede.
Più tocchi di prima a liberare l'uomo. Più testa, soprattutto: così nasce un campione. Ne era convinto anche De Biasi, il primo ad intravedere le potenzialità del giovane attaccante di scuola Parma. Che rivela: «Non ho più un ruolo fisso, nè posso dire in questo momento quale sia per me quello che preferisco. Conta soltanto il Toro e che tutti gli infortunati si riprendano quanto prima. Non fasciatevi la testa se tiriamo poco. Io resto super ottimista, c'è da migliorare in tutti i reparti, non solo davanti. Tranquilli, con Di Michele ci sbloccheremo, è un elemento molto importante. Se poi aggiungiamo Recoba...».