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Algerino, da Wenger al Legnano

Algerino, da Wenger al Legnano
lunedì 20 ottobre 2008, 00:012008
di Germano D'Ambrosio

La sfortunata esperienza con il Venezia - durata neanche sei mesi - è stata in qualche modo lo spartiacque della carriera di Jimmy Algerino: prima giocava in Europa con il Paris Saint-Germain, dopo... fu costretto a chiudere la carriera nella serie C2 italiana! Niente male per essere una "scoperta" di Arsene Wenger....

Jimmy Algerino nasce il 28 ottobre 1971 a Tolosa, ma la sua carriera di calciatore professionista inizia dalla parte opposta della Francia, cioè nel Principato di Monaco. A soli 20 anni - dopo alcune fugaci esperienze nelle giovanili del Tolosa e del Niort - il ragazzo già accumula qualche presenza importante con la casacca biancorossa del Monaco di Arsene Wenger, quanto basta per prendere lezioni da un prestigioso collega di reparto quale Lilian Thuram; nel reparto arretrato figurano tra gli altri anche Mendy e Sivbaek, che l'anno successivo andranno a far danni in quel di Pescara. Per la precisione, Algerino debutta in campionato contro il Lille il 18 gennaio del 1992. Si capisce subito che il nostro Jimmy - passato dal ruolo di ala a quello di terzino destro per merito di Wenger - è un giovane molto promettente, e che non può accontentarsi di qualche spezzone. Per trovare un buon minutaggio è costretto allora a scendere di categoria, e ad accasarsi all'Epinal, piccolo club che fa capo ad una cittadina della Lorena e che in quel periodo naviga a sorpresa in Seconda Divisione (ora è nel campionato dilettanti). Qui Jimmy ottiene lo spazio e la visibilità che cercava: chiude l'annata con 33 presenze all'attivo e un gol segnato. Nell'estate del 1993 passa allo Chateauroux, squadra appena retrocessa in Terza Divisione anche a causa della riforma dei campionati introdotta l'anno precedente: la serie B infatti diventava composta da un girone unico di 22 squadre, anziché da due gironi di 18, e dunque le difficoltà per il club minori erano aumentate. Algerino, insieme a Patrick Mboma e al compianto Jason Mayelé, contribuisce comunque all'immediato ritorno in D2 (1994) e addirittura al tentativo di promozione in Ligue 1, traguardo che però verrà raggiunto solo nel 1997, quando Jimmy sarà già andato via. Nell'estate del '96, infatti, il ragazzo viene acquistato - per poco meno di un milione di euro - dal Paris Saint-Germain, proprio insieme al suo compagno di squadra Mboma. I parigini hanno appena vinto la Coppa Uefa, ma ha inizio per loro un periodo non esaltante, nonostante il trio offensivo Leonardo-Anelka-Dely Valdes. Le prime avvisaglie si colgono a gennaio, quando il PSG affronta la Juventus in Supercoppa Europea e ne busca addirittura sei in casa e tre in trasferta. La difesa, insomma, fa acqua da tutte le parti: basti pensare che il nostro terzino viene affiancato da un centrale del calibro di Bruno N'Gotty, non esattamente un fulmine di guerra. Eppure Jimmy è sempre titolare, riuscendo anche ad andare in gol il 30 aprile '97 contro il Lille. Seguono altre quattro stagioni con il Paris Saint-Germain, nelle quali il pur blasonato club capitolino non riesce a mettere in bacheca altro che una Coppa di Francia ed una Coppa di Lega, entrambe del 1998. Nell'estate del 2001 l'ormai trentenne Algerino, in scadenza di contratto, decide di provare qualcosa di diverso. Bandiera del PSG (127 partite giocate e 7 gol messi a segno), ma a corto di trofei vinti, il giocatore punta a tentare l'avventura in un campionato estero. Sei mesi prima aveva rifiutato le offerte di Middlesbrough e Newcastle - quest'ultimo intento a rimpiazzare il suo ex compagno di squadra Domi -, desideroso di misurarsi con il campionato italiano invece che con la Premier League. A maggio lo cerca allora l'Atalanta, come sostituto di Sebastiano Siviglia: il ds orobico Emiliano Mascetti si reca di persona ad osservarlo in occasione del match contro il Monaco, ma alla fine la trattativa sfuma. Ai primi di luglio, quindi, Algerino firma un triennale con il neopromosso Venezia di Zamparini; per la stampa italiana si tratta di un vero e proprio colpaccio, dato che il difensore arriva a parametro zero. Ma intanto i tifosi arancioverdi, che l'anno prima avevano assistito alle penose prestazioni di N'Gotty in Laguna, capiscono l'antifona. E rabbrividiscono.

Nell'estate del 2001 Zamparini sceglie di fare le cose in grande, deciso ad ottenere a tutti i costi l'obiettivo salvezza. In panchina c'è il promettente tecnico Cesare Prandelli, e la campagna acquisti è sfarzosa rispetto agli standard di una comune neopromossa: Bressan dalla Fiorentina, Viali dal Lecce, Cvitanovic dal Verona, Daniel Andersson dal Bari, solo per citarne alcuni. Quello di Algerino è l'acquisto forse più prestigioso, dato che il francese è fresco di Champions League: forse soltanto l'arrivo di Joachin Bjorklund, proveniente dai Glasgow Rangers ad agosto, suscita un entusiasmo maggiore negli osservatori. Jimmy debutta in gara ufficiale il 20 agosto 2001, nel match di Coppa Italia contro l'Ascoli: accusa un mostruoso ritardo di condizione, tanto che Prandelli gli preferisce Conteh nel secondo tempo. "Bene in fase propositiva, bisogna rivedere qualcosina negli schemi difensivi, ma era in pratica al debutto" commenta Prandelli a fine partita. Tradotto: quando sale, non ha il fiato per rientrare. Del resto, sostiene Prandelli, "gli stranieri che sbarcano in Italia all'inizio hanno sempre qualche difficoltà: la lingua, la tattica, l'ambiente. Serve tempo, la fretta non porta da nessuna parte". E intanto chiede rinforzi alla società. Manda però in campo Algerino nel primo match di campionato contro la Juventus, il 26 agosto. A Del Piero, che c'era nella già citata doppia sfida con il PSG nel '97, non pare vero di trovarselo davanti ancora una volta, e per festeggiare segna due gol sotto il suo naso. Il compagno Trezeguet lo imita, e finisce 4-0. Ancora titubanze, tre giorni dopo, in Coppa Italia contro il Como: il francese soffre terribilmente le sgroppate di Zanini, e alla fine i lombardi impattano 1-1. Prandelli pensa sia un problema di modulo, e rinforza la difesa passando dal 4-4-2 al 5-3-2. In effetti nel match contro l'Inter l'esperimento dà i suoi frutti, e pure Algerino sembra giovarne (ma contro i nerazzurri si tratta di limitare Georgatos, compito non impossibile), anche se il Venezia esce comunque sconfitto per 2-1. Il tecnico, con la panchina che gli scotta sotto il sedere, non sa più che inventarsi: nel match casalingo contro il Bologna, prova addirittura ad utilizzare il povero Jimmy come regista di centrocampo "decentrato", ma neanche a dirlo i felsinei passano per 1-0. L'idea di lasciarlo con sé in panchina non sfiora la mente del trainer bresciano, che dopo la sconfitta contro la Fiorentina (con Algerino in campo, ovviamente) viene sostituito dal duo Magni-Iachini. Il francese continua a regalare prestazioni incolori contro Atalanta, Lecce, Roma e Perugia: tutte debacle. Del resto il Venezia, nel suo ruolo, scopre di non avere alternative valide ed è costretto ad attendere impotente il mercato di gennaio. Alla riapertura, infatti, Jimmy fa fagotto in men che non si dica: addirittura si ricorre alla rescissione consensuale del contratto. Nuovamente a parametro zero, il terzino torna in Francia per accasarsi al neopromosso Sochaux, lasciando il Venezia affogare in serie B. Un'annata disastrosa per i lagunari, che chiudono con 18 punti in classifica e solo tre vittorie all'attivo, segno che forse il problema non era solo Algerino. Quest'ultimo, a differenza di altri compagni di squadra, può dire almeno di aver fatto danni solo per metà campionato.

"Spero che Algerino dia tanta esperienza e grinta alla nostra squadra", dichiara il presidente del Sochaux Jean-Claude Plessis a margine della presentazione del nuovo acquisto. Jimmy in effetti regala buone prestazioni, ma la tenuta fisica è precaria, e il giocatore si rende conto di non essere più all'altezza della Ligue 1. Nell'estate del 2002 torna allora allo Chateauroux, in seconda divisione, e vi rimane per due dignitose stagioni, l'ultima delle quali culmina addirittura con il raggiungimento della finale di Coppa di Francia (proprio contro il PSG, quando si dice il destino). Nel 2004 sembra destinato a lasciare il calcio giocato, ma in un'intervista a Le Parisien dichiara: "Nonostante i miei 33 anni potrei ancora giocare una stagione per intero. Mi piacerebbe tornare a Tolosa, la mia città d'origine". L'intervista non colpisce l'attenzione dei dirigenti del club francese, ma quella dell'italiano Marco Simone, suo compagno di squadra ai tempi del Paris Saint-Germain e neo-presidente del Legnano, serie C2. L'ex bomber del Milan decide dunque di portare il francese nel club lilla, dove l'attempato terzino si gioca le ultime cartucce della sua carriera, disputando quattro partite. Più che altro torna buono come traduttore per il francese Nicolas Frey (attualmente al Chievo), al suo debutto in Italia e nell'anno della sua consacrazione. Salutata per la seconda volta l'Italia, Algerino appende definitivamente gli scarpini al chiodo. Attualmente si definisce un una "fase di transizione" della sua carriera. Dal 2007 allena i ragazzi del Castanet-Tolosan, la squadra di un piccolo paese alle porte di Tolosa nella quale tra l'altro giocano i suoi nipotini, ma il suo obiettivo è quello di diventare un allenatore professionista, e magari di sedere proprio sulla panchina del "suo" Tolosa. Qualche mese fa si è iscritto al corso presso il Centro Sportivo Nazionale di Clairefontaine (qualcosa di simile alla nostra Coverciano), e punta ad ottenere il tesserino nel più breve tempo possibile. Riuscirà a diventare più bravo di Prandelli?