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Caos Vieri-Atalanta: le verita' nascoste

Caos Vieri-Atalanta: le verita' nascoste
lunedì 21 luglio 2008, 00:002008
di Michele Criscitiello
Nato ad Avellino il 30-09-1983, vive e lavora a Milano presso la redazione di Sportitalia. Inizia a collaborare con Eurosport. Giornalista e conduttore televisivo si occupa di calciomercato per l'emittente di Tarak Ben Ammar. Direttore di TMW.

Sono esattamente tre settimane che Christian Vieri è tornato all'Atalanta per scrivere il terzo capitolo della sua storia. 14 giorni fa, fu presentato a Zingonia, e quella che doveva essere una semplice conferenza stampa di benvenuto, si è trasformata in una caccia all'uomo; sputi e calci alla macchina dell'attaccante, cori e striscioni contro la dirigenza bergamasca, in particolar modo rivolti al Direttore Sportivo, Carlo Osti. Cosa c'entra, adesso, tutto questo quando sono passate due settimane? Nessuno si è realmente chiesto come mai tanto astio nei confronti di Vieri. Le motivazioni ufficiali: ha esultato lo scorso anno, quando segnò all'Atalanta con la maglia della Fiorentina e il poco rispetto mostrato nei confronti della città di Bergamo che dopo averlo lanciato nel grande calcio nel 1995, lo rilanciò 2 anni fa, quando Bobo per molti era un calciatore pronto a passare per l'Inps. Alziamo le mani di fronte alla spiegazione, le conclusioni che si traggono sono due: Vieri ingrato, ultras giustificati. Peccato che ci siano delle verità nascoste, come in un thriller dove qualcuno sa ma non dice. Meglio tenersi buoni i tifosi, ovvero il popolo, che un calciatore burbero, poco propenso al dialogo con i giornalisti (fatti specie quelli sportivi). Pochi giorni fa Vieri ha compiuto 35 anni e per festeggiare il suo compleanno si è fatto fotografare, sulla prima pagina di "Chi", con la compagna Melissa, dove ha parlato della sua vita privata: il calcio primo punto all'ordine del giorno. I rimpianti per aver lasciato Milan e Inter ma soprattutto l'accoglienza che a Bergamo gli hanno riservato. Non si aspettava tappeti rossi e petali di rose ma, come ha ammesso lui stesso davanti ai giornalisti, è sembrata una reazione eccessiva. C'è di più e, come in qualunque storia, la verità sta sempre nel mezzo. Christian Vieri lasciò l'Atalanta due estati fa per volere della famiglia Ruggeri e del d.s. Osti che si trovarono a fare una scelta: Zampagna o Vieri.

I due erano in contrasto da tempo, malumori nello spogliatoio, uno dei due attaccanti doveva andar via. Fu presa la decisione più "popolare". Zampagna resta, anche per volere degli ultras con i quali ha da sempre avuto un ottimo rapporto, anche fuori dalle mura dello stadio. Vieri, contratto di un anno, è libero di cercarsi squadra altrove. Il trasferimento a Firenze, il gol con esultanza perché su quella palla lui arrivò prima dell'avversario, che manco a farlo apposta era... Riccardo Zampagna, il quale lo scorso gennaio ruppe con Del Neri e l'Atalanta. Fu ceduto al Vicenza, fine della storia. Quando a metà giugno si presentò la possibilità di riportare Bobo Vieri a Bergamo la società della famiglia Ruggeri non ci ha pensato un solo istante, consapevole di averlo scaricato l'anno prima. Firma con contratto in bianco, accordo sulla parola, nonostante la ribellione dei tifosi, ascoltati in precedenza ma non questa volta. Vieri non ne esce vittima ma è giusto che i bambini di Bergamo il prossimo anno, accompagnati dai papà, vadano all'Atleti Azzurri d'Italia sapendo che chi insegue un pallone non deve, per forza, essere un mercenario attaccato ai soldi senza scrupoli e coscienza.
Per amore e ad onore della verità.