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Champions League, "ma se il Barça si ricordasse come si fa..."

Champions League, "ma se il Barça si ricordasse come si fa..."
giovedì 24 aprile 2008, 06:532008
di Appi .
fonte di Marco Bisiach per Nesti Channel - carlonesti.it

All'Old Trafford, tra sei giorni, vedremo qualcosa di diverso e migliore. E' un pensiero molto vicino alla certezza, questo, una sensazione confortata anche dal fatto che di meno e di peggio, da Barcellona e Manchester United, davvero non è lecito attendersi. Perché lo 0-0 con cui si è conclusa la seconda semifinale d'andata, giocata nel catino strapieno e ribollente del Camp Nou, è stato lo specchio di una partita deludente. Viste le premesse, visti i protagonisti. Un Barcellona che non ti aspetti nell'atteggiamento, deciso e garibaldino dopo aver visto sventolare i fazzoletti di sdegno del pubblico blaugrana nelle tre ultime uscite casalinghe. Un Manchester United che ha estremizzato quanto già fatto vedere, per esempio, all'Olimpico contro la Roma, giocando un'inspiegabile partita in copertura e rinunciando praticamente del tutto alla fase offensiva.

Il tutto, questo che abbiamo appena descritto, dopo i primi dieci minuti in cui la gara sembrava essere esattamente quella che ci si attendeva. Il Barcellona, potenzialmente immenso ma concretamente confusionario e sulle gambe, intimorito dalle aspettative del suo stesso pubblico. I Red Devils prepotenti e velocissimi a prendersi subito la scena ed indirizzare la partita. Così, quando dopo appena due minuti Cristiano Ronaldo si è presentato sul dischetto del rigore, il pensiero andava già ad una partita scritta, dominata dagli inglesi. Invece no, perché, a Valdes battuto, la palla è sfilata incredibilmente a lato, lasciando a bocca aperta lo stesso Ronaldo, abituato quest'anno a mandare in rete praticamente qualsiasi cosa gli capiti tra i piedi ed autore invece di un errore pesantissimo.

Forse allora anche un pizzico di scaramanzia, di fronte al palesarsi di una serata nata storta, ha spinto il Manchester United a cambiare volto, lentamente ma inesorabilmente, arretrando il baricentro e lasciando sempre più campo ad un Barca che, per scelta del suo discusso allenatore, teneva in panchina Henry e Bojan, oltre a non disporre del fantasma di Ronaldinho (forse anche per abituarsi già a quel che sarà appena tra qualche mese). Così Tevez ha passato la sua partita a fare il mediano ed inseguire tutti i portatori di palla blaugrana, da Xavi a Deco, da Iniesta a Messi, che dall'alto della loro proprietà di palleggio, però, l'hanno quasi sempre preso in mezzo. Rooney, ha fatto più spesso il terzino che l'ala, spostato ora a destra ora a sinistra, mentre Cristiano Ronaldo, innervosito dal proprio erroraccio in apertura, è stato isolato davanti e non l'ha vista mai.

Il guaio, per il Barcellona, è che, in barba al potenziale offensivo praticamente illimitato, non è riuscito mai a impensierire veramente Van der Saar, dando vita ad un possesso palla continuo e vorticoso, ma anche sterile e improduttivo. Il Barca degli ultimi mesi, insomma, fatta eccezione per quel pizzico di grinta e di voglia in più esibita come l'abito buono della festa nella serata che conta.
Se questo basterà nel ritorno, a far fuori il Manchester United, è difficile dirlo. A occhio, vien da rispondere di no. Il Barcellona doveva giocarsi tanto se non tutto al Camp Nou, ed il ManU ha dato l'impressione di giocare al gatto col topo, evitando di accelerare e sporcarsi le mani, per poi risolvere la pratica al ritorno. Gli uomini di Ferguson, insomma, forse non hanno faticato, semplicemente non ci hanno nemmeno provato. Una delusione, in assoluto, per lo spettacolo. Un azzardo, comunque, per gli inglesi. Perché magari Cristiano Ronaldo e i suoi faranno un sol boccone degli spagnoli, come direbbe la logica, all'Old Trafford. Ma in una serata di fine aprile, all'improvviso il Barca potrebbe ricordarsi come si fa...