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...con Bernardo Corradi

...con Bernardo Corradi
sabato 22 marzo 2008, 00:002008
di Raffaella Bon e Gianluigi Longari

La sterzata è arrivata, almeno per ora. Il Parma con l'avvento di Hector Cuper sembra aver imboccato la giusta strada verso il traguardo salvezza, e noi abbiamo pensato di parlarne con uno dei protagonisti più attesi di questa volata finale verso la permanenza in serie A: Bernardo Corradi. L'attaccante toscano, nel giorno della sfida alla sua Siena, si è raccontato a Tuttomercatoweb, raccontando le differenze che sono state rilevate dalla squadra con il cambio di gestione e le proprie aspettative per il futuro. Con un'idea ben chiara in testa: "Voglio restare in Italia".

Questa contro il Siena una partita particolare per te?
"Quella col Siena è una partita a cui tengo, non come può essere stata quella di Livorno per Lucarelli, perché io a Siena non ho mai giocato, però ho un rapporto particolare con la città e quindi mi farebbe piacere scendere in campo. Spero che giocare a Siena mi porti bene e mi faccia anche segnare".

Un buon esordio in casa la vittoria con il Palermo...
"Dobbiamo pensare già alla prossima partita che dovrà essere affrontata con la stessa concentrazione e intensità di quella che abbiamo appena giocato, perché andare a Siena e uscire dal Franchi con un risultato positivo sarebbe molto importante per noi e ci farebbe raggiungere una diretta concorrente".

Qual è stata l'arma vincente contro il Palermo?
"Il mister ha deciso di schierare quattro giocatori con caratteristiche prettamente offensive e credo che sia stato un segnale forte, perché le partite ormai sono poche da qui alla fine, e se si vuole la salvezza prima dell'ultima giornata, qualche gara va vinta per forza. Quindi è stato giusto giocare con una formazione più offensiva e, seppur nel corso della gara l'espulsione di Mariga ci abbia un po' condizionati, abbiamo dimostrato di stare in salute fisicamente, reggendo benissimo per tutta la partita e alla fine abbiamo vinto, cosa fondamentale al di là di moduli, schemi e uomini che scendono in campo".

Dopo l'espulsione ti aspettavi che la formazione fosse cambiata?
Sì, mi aspettavo che il mister potesse togliere uno dei tre giocatori più offensivi, uno tra me, Budan o Gasbarroni: invece ha deciso di mantenere questo sistema di gioco responsabilizzandoci ancora di più e chiedendoci un sacrificio ulteriore. E alla fine ha avuto ragione lui".

Il Parma ha sempre sofferto l'ultima di tre gare ravvicinate: c'è lo stesso rischio anche ora?
"Spero e sono convinto che qualcosa sia cambiato, anche perché, forse, in precedenza in una partita come quella di mercoledì non avremmo concluso con una vittoria, quindi cerchiamo di vedere positivo, di analizzare il fatto che siamo riusciti a portare tre punti a casa, pur giocando in dieci per quasi tutto il tempo. Inoltre il problema riguarda tutti e non solo noi".

Il cambio di allenatore è servito?
"Io avevo detto e confermo che secondo me essere professionisti significa allenarsi sempre nel migliore dei modi e rendersi disponibili nel momento in cui un allenatore ti chiama ed anche soprattutto nel momento in cui fa altre scelte: si ha sempre il dovere di mantenere la propria forma fisica e di farsi trovare pronti. Se poi per qualcuno c'è bisogno di una scossa o di una svolta particolare, è normale che una società come il Parma che ha investito e vuole investire sul futuro, abbia il dovere di fare tutto quello che è nelle proprie possibilità per cercare di rimanere in serie A e se la salvezza deve passare attraverso un esonero, dispiace... però spero che il Parma si salvi anche quest'anno. Ciò non toglie che essere professionisti significa impegnarsi sempre, da metà luglio alla fine di maggio. A volte è brutto pensare che un giocatore abbia bisogno del cambio di allenatore per trovare delle motivazioni, ma se questo è successo, ora non c'è nemmeno più questo alibi: l'allenatore è nuovo, tutti partono da zero e quindi staremo a vedere".

Di Carlo ha risentito della poca esperienza in A?
Ognuno il calcio lo vede nel suo modo per qualcuno magari questa può essere la ragione. E' successa una serie di eventi che hanno fatto sì che fosse necessario cambiare l'allenatore, anche se cambiare è sempre brutto".

Cuper potrà essere di stimolo per i giovani giocatori?
Sicuramente il mister è una persona inquadrata, anche se magari rigida. E' sempre riuscito a fare bene. Non ha fatto bene solo all'Inter ma anche in piazze come Maiorca e Valencia. Ha portato il Valencia due volte in finale di Champions".

L'intesa con Lucarelli come va?
"Per ora ho giocato solo un tempo con l'Atalanta ed uno spezzone contro la Sampdoria. Mi sembra molto motivato, sta cercando di recuperare lo stato di forma".

Come mai tanti giocatori, lei compreso, sono tornati dall'estero?
"Non è tanto difficile cambiare. Il problema è che in Italia si vive benissimo. Dal punto di vista sportivo il calcio è al vertice".

Ti sei fissato un obiettivo?
Cercare di giocare più partite possibili da qui alla fine. Ho ancora un anno di contratto con il Manchester ma voglio giocare in Italia".

Speri di giocare di più con Cuper?
"Il mister ha dimostrato che a questo punto della stagione e in questo momento del campionato, tutti sono necessari e nessuno indispensabile: tutti partono da zero e quindi staremo a vedere".