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Czachowski, il duca di Varsavia

Czachowski, il duca di Varsavia
lunedì 6 ottobre 2008, 00:012008
di Germano D'Ambrosio

Calciatore polacco dell'anno, stella della Nazionale e trascinatore del neo-scudettato Zaglebie Lubino. Con queste credenziali, nell'estate del 1992 sbarca all'Udinese il centrocampista centrale Czachowski, accompagnando i bianconeri quasi sull'orlo della serie B. Più meteora di così si muore...

Piotr Czachowski nasce a Varsavia il 7 novembre 1966. Inizia a giocare nell'Okecie, un minuscolo club della Capitale che ha sede nei pressi dell'aeroporto (attualmente disputa il campionato di quarta divisione regionale). A 19 anni ha l'opportunità di misurarsi con il campionato di Prima Divisione, passando allo Stal Mielec: vi rimane per ben cinque stagioni, accompagnando uno dei momenti più neri della storia del club, macchiato peraltro da un anno di purgatorio in serie B. Il ragazzo tuttavia si mette in mostra e riesce a guadagnarsi anche una convocazione in Nazionale per il match del 23 agosto 1989, contro l'Unione Sovietica (1-1 il risultato finale). Nel 1990 il nostro centrocampista decide quindi di confrontarsi con palcoscenici più importanti, e va in prestito al Legia Varsavia. Qui imbrocca finalmente l'annata fortunata: il club bianconero va forte in Europa, e riesce ad arrivare fino alle semifinali di Coppa delle Coppe, dove viene fermato (con difficoltà) soltanto dal Manchester United. Lo ricorderanno probabilmente i tifosi della Sampdoria: i blucerchiati si imbattono nei polacchi ai quarti di finale, perdendo a Varsavia per 1-0 e pareggiando in casa per 2-2. L'anno successivo Piotr viene richiesto, sempre in prestito, dallo Zaglebie di Lubino: è ancora veni vidi vici per il giocatore, che si erge a protagonista e consente ai suoi di aggiudicarsi il primo scudetto della storia del club, dopo il secondo posto dell'anno precedente. Per lui anche due gol messi a segno, su 29 presenze in campionato. Il quotidiano Plka Nozna lo incorona calciatore polacco dell'anno; un premio prestigioso, che solo tre anni prima era stato vinto dal bomber Krzysztof Warzycha. Il Legia Varsavia allora ci ripensa, e a furor di popolo decide di riprenderlo a titolo definitivo, riscattando così il cartellino dallo Stal Mielec. A questo punto, però, subentra l'Udinese, che per una cifra di poco inferiore ai due miliardi di lire strappa dalle mani del club polacco il cartellino del centrocampista. I bianconeri, appena risaliti dalla serie B, hanno deciso di approntare una rosa costituita prevalentemente di italiani (bei tempi!), ma con quattro eccezioni. Una di queste è appunto Czachowski, che giunge insieme al suo connazionale Marek Kozminski; le altre due, per la cronaca, sono i signori Balbo e Sensini. Quale dei quattro si rivelerà una scelta poco azzeccata?

Si narra che Piotr - sbarcato in Italia con la moglie Malgorzata e i suoi due figli - nella presentazione ufficiale con la maglia dell'Udinese si sia lasciato scappare un "Mi chiamano il Rijkaard dell'Est". Sarebbe un dettaglio molto gustoso per il nostro racconto, ma in assenza di riscontri effettivi la prendiamo come una leggenda metropolitana. Reale è invece l'esonero del tecnico Antonio Fedele ai primi di settembre: al suo posto arriva Albertino Bigon, che non sembra mostrare molta simpatia per il povero Czachowski (non che Fedele lo adorasse...), il quale in effetti viene spedito costantemente in tribuna. Esordisce comunque in serie A il 5 ottobre 1992, nel roboante 5-2 contro il Pescara di Galeone; lui gioca solo i venti minuti finali, sostituendo Mattei. Poi il vuoto assoluto: i friulani continuano a stentare ma del centrocampista, chiamato in sede di campagna acquisti a dare qualità e quantità alla mediana, non v'è traccia. Stessa sorte per Kozminski, che però di lì a poco avrà modo di riscattarsi e di trovare continuità. Piotr chiede inutilmente di essere ceduto a gennaio, ma la società fa orecchie da mercante. La scelta in effetti si rivela azzeccata, perché a causa di infortuni vari il centrocampista viene presto richiamato d'urgenza nel giro dei titolari. Il 31 gennaio gioca tutto il secondo tempo a San Siro contro l'Inter, contribuendo alla rimonta dei suoi, che dal 2-0 del primo tempo riescono ad agguantare il 2-2 finale con i gol di Desideri e Balbo nella ripresa. Il 7 febbraio contro il Parma è addirittura titolare, e gioca l'intero match (vinto dai friulani per 1-0) senza grossi errori. Seguiranno altre sei presenze, nelle quali Czachowski alterna figuracce a prestazioni discrete. Il temerario Bigon lo manda in campo anche nell'importantissima sfida contro il Brescia, avversario diretto nella corsa alla salvezza, il 16 maggio. Il grigio Piotr, tuttavia, pur se in difficoltà riesce a metterci una pezza - buscandosi anche un'ammonizione, la prima e ultima in Italia -: alle spalle di Lorenzo Marronaro, ora procuratore sportivo, fa la sua figura (finirà 2-2). Negli ultimi tre match contro Fiorentina, Ancona e Roma, con la scusa dell'impegno con la Nazionale, Bigon preferisce comunque lasciarlo a casa. Va bene essere amanti del brivido, ma in alcuni casi la prudenza è di rigore. L'Udinese non a caso ottiene cinque punti, quelli sufficenti per rimanere in serie A. Pozzo a metà giugno annuncia di voler tenere Czachowski in rosa, ma è solo una tattica per far lievitare la sua quotazione di mercato. A luglio il giocatore viene riacquistato dal Legia Varsavia, club che è ancora follemente innamorato del giocatore, nonostante la non esaltante esperienza italiana. Resta davvero, invece, il buon Kozminski. Si narra - ma stavolta c'è una registrazione dei colleghi del Corriere della Sera, datata 10 settembre '92 - che Piotr e Marek un giorno se ne siano usciti con questa frase: "Ma perché i friulani sono così diversi dai polacchi?". E vaglielo un po' a spiegare...

Czachowski continua ad essere un "sogno proibito" per i tifosi del Legia. Il club capitolino, infatti, fa in tempo solo a schierarlo per le prime due partite di campionato: dopodiché arriva il Dundee United e a suon di bigliettoni (250 mila sterline, per l'esattezza) se lo porta via di nuovo. Il centrocampista resta in Scozia per due stagioni, ma non entusiasma e anzi perde il posto in Nazionale (conservando comunque un bottino di 45 apparizioni e un gol). Da segnalare soltanto una sua marcatura contro gli Hearts, il 13 novembre '93: nella stagione successiva, cioè la seconda per Piotr, il Dundee vince anche la sua prima Coppa di Scozia. Alla disperata riconquista della Nazionale, Czachowski decide di stabilirsi definitivamente in Polonia nell'estate del 1995. Sceglie il LKS Lodz, club ambizioso che l'anno dopo partecipa anche (con pessimi risultati) all'Interototo. Rimane anche qui per due stagioni, ma l'età avanza e il giocatore si rende conto di non essere più in grado di reggere determinati ritmi. Nel 1997, dunque, si rifugia nelle categorie minori: prima l'Aluminium Konin (stagione 97/98), poi un amarcord con l'Okecie Varsavia (dal '98 al 2000), e infine il canto del cigno con il KS Piaseczno, una polisportiva dilettantistica. Oggi Piotr è una affermata seconda voce televisiva per le cronache live di un'emittente polacca all-sport. Insomma, è tornato a seguire il calcio come ai tempi dell'Udinese. Dalla tribuna.