E' una Juve... da riparare
Mercato di riparazione: un'espressione mai così azzeccata per la Juventus, che a una settimana dalla chiusura delle liste è chiamata a stringere i tempi e a riempire la casella "arrivi", sin qui completamente vuota. La necessità di allargare la rosa non si basa solo su esigenze di "piazza", ma anche su dati oggettivi che vanno dall'infermeria piena ai limiti evidenti di alcuni reparti. Prendiamo la difesa, dove nelle ultime settimane la fretta si è pericolosamente combinata con l'imponderabile. Risultato: Chiellini fuori almeno un mese, Boumsong impresentabile e quasi invendibile, Criscito partito per Genova un po' troppo rapidamente. Il puntello più probabile sembra essere Mellberg, anche se lascia perplessi l'idea di pagare caro adesso ciò che arriverà gratis tra sei mesi. In una situazione del genere un prestito di qualità non sarebbe una soluzione così disprezzabile, magari bussando alla porta del Valencia per quel David Albelda che Ranieri già conosce e che potrebbe risultare utile anche a centrocampo. Per inciso, il Valencia si è appena assicurato il 22enne olandese Maduro, un giocatore che ricorda molto il primo Tacchinardi e che alla Juventus avrebbe fatto molto comodo, anche in prospettiva. Per il centrocampo il discorso è molto più intricato, e ci costringe a fare diversi passi indietro, almeno fino alla scorsa estate e agli arrivi di Almiron e Tiago. In pochi si sarebbero aspettati un doppio fallimento così netto e inappellabile. Che l'ex Empoli non fosse il nuovo Veron era preventivabile, decisamente meno l'immagine di un giocatore travolto dal salto di qualità e in definitiva limitato più dal carattere che da reali mancanze tecniche.
Ranieri del resto lo ha quasi del tutto ignorato, gettando la spugna quasi subito e virando con un po' più di convinzione sull'altro "top-price" dell'estate. Il fallimento di Tiago, evidenziato impietosamente dalle prestazioni di gennaio, è in questo senso ancora più grave, perchè al contrario di Almiron il portoghese ha avuto più di una prova d'appello. Opportunità buttate al vento con il dato evidente di un giocatore svalutato del 50% in sei mesi. Se non è un record, poco ci manca. In sostanza, Tiago e Almiron ora come ora, rappresentano dentro e fuori dal campo la vera zavorra della Juventus. Secco si trova nella difficile posizione di doverli piazzare a tutti i costi, limitando al minimo le perdite e dovendo subito reinvestire il ricavato in un nome nuovo. Tutte le strade convergono su Sissoko, che è un buon rinforzo anche se forse non vale i 10 milioni di richiesti dal Liverpool, ma l'incontrista maliano risolverebbe solo uno dei problemi di una linea mediana che deve fare i conti anche con la successione a Pavel Nedved. Indipendentemente dalle scelte del ceco, per l'anno prossimo si renderà necessario l'arrivo di un omologo del 36enne di Cheb. Al di là dei depistaggi degli ultimi giorni, Van der Vaart resta la prima scelta, ma non è da sottovalutare l'ipotesi Lubos Kalouda. Il ventenne del Brno, connazionale di Nedved, potrebbe essere una scommessa affascinante sotto tanti punti di vista, in grado di raccogliere un'eredità pesante in un ruolo da sempre nevralgico per i bianconeri.