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La Stampa - Milan, Ancelotti cambia registro

La Stampa - Milan, Ancelotti cambia registro
giovedì 3 aprile 2008, 09:272008
di Gianluigi Longari
fonte stampa.it

Quando nel pomeriggio di ieri si è diffusa la notizia di un Carlo Ancelotti arrabbiato e non più disposto ad assecondare le esigenze personali di alcuni giocatori del Milan, il canale tematico rossonero è trasalito: «Milanello non è una caserma». Qualsiasi illazione di questi tempi viene considerata destabilizzante. Ancelotti però non si cura di ciò che viene detto all'esterno e sembra intenzionato a portare avanti le sue convinzioni. Nonostante le smentite, in questi giorni ha cambiato registro con la squadra ed ha assunto atteggiamenti più duri. La sconfitta casalinga con l'Atalanta (seconda di fila) ha costretto l'allenatore a rivedere i programmi di allenamento. Nessuno, sia chiaro, accusa la squadra di scarsa professionalità, ma per non lasciare niente al caso si è deciso di tenere il più possibile Maldini e compagni a Milanello. Ieri ad esempio, c'è stata una doppia seduta di allenamento, questa mattina invece i giocatori si ripresenteranno alle undici per una riunione tecnica. Non era mai successo durante la gestione Ancelotti, perché di tattica si parla generalmente alla vigilia. Il mini ritiro diventerà effettivo domani dal momento che Milan-Cagliari si giocherà di sabato.

Per superare il momento no, non basta soltanto cambiare uomini (certi i recuperi di Inzaghi, Kakà, Cafu e Serginho) e modulo. Ancelotti e Galliani (che ieri ha visto Arsenal-Liverpool in un ristorante milanese con Roberto De Assis, fratello e procuratore di Ronaldinho), infatti, sono convinti che il problema sia anche di atteggiamento. Non è quindi un problema solo di condizione fisica se a San Siro ha raccolto la miseria di 19 punti: Ancelotti spera di risolvere il problema facendo rivedere alla squadra le partite giocate e mettendo maggiormente in rilievo gli errori. Pare che abbia alzato la voce in un paio di occasioni e che i giocatori non se la siano presa più di tanto perché comprendono il momento. Se il Milan, infatti, dovesse restare fuori dall'Europa sarebbe il primo a pagare. Persino le certezze di Berlusconi mostrano qualche crepa. «Gli voglio bene, mi auguro che sia ancora lui il nostro allenatore», dice a Radio Kiss Kiss. Se lo augura, ma con quali rinforzi? «Cercheremo di portare campioni autentici».

Anche alla luce dei rischi che corre attualmente, Ancelotti è intenzionato a chiedere garanzie per la prossima stagione, in particolare vuole avere un maggiore controllo sulla campagna acquisti. Non è un mistero, infatti, che non sia favorevole al ritorno di Shevchenko. L'allenatore del Milan desidera una squadra rifondata ed è stufo di veder arrivare a Milanello giocatori a parametro zero dalla scarsa affidabilità fisica. In difesa secondo lui c'è bisogno di un rinnovamento completo e non crede si possa risolvere la questione confermando Cafu, Serginho e Simic. Anche a centrocampo servono nuovi innesti: Gourcuff è stato definitivamente bocciato nonostante Berlusconi continui a pensare che sia un grande giocatore ed Emerson ha problemi ad entrambe le tibie. Gattuso, Pirlo e Ambrosini hanno bisogno di tirare il fiato. Capitolo Dida: c'è una richiesta del Lione, ma solo per il prestito. Il nodo, va da sè, è il mega-contratto: i francesi saranno disposti ad accollarselo?

Galliani dovrà fare il mediatore, convincendo Berlusconi a investire cifre importanti e soprattutto a rimangiarsi la parola data a Sheva. A Leonardo, invece, il compito di setacciare il mercato. La strada però è in salita. Flamini vuole la garanzia di giocare in Champions ed è conteso dalla Juventus (al di là delle smentite di Wenger) mentre lo Stoccarda ha chiesto 50 milioni di euro per Gomez. Braida, intanto, da alcuni mesi è in pensione e non ricopre più la carica di direttore generale per ragioni fiscali e amministrative. E' consulente iscritto all'ordine dei direttori sportivi senza però potere di firma.