La Stampa - Torino, due soluzioni per il rebus Amoruso
Il Toro balla sulle punte. Ci è abituato. In ordine alfabetico: Abbruscato, Amoruso, De Sousa, Di Michele, Malonga, Moro, Rosina, Stellone e Ventola, con Bjelanovic destinato alla Turchia (Kayserispor in prestito). L'albergo, in attesa di altri arrivi (Pozzi? Matteini?) e altre partenze (Abbruscato?) è discretamente affollato. Il menu completo, ad eccezione del piatto forte: il centravanti. L'arrivo di Amoruso, 34 anni a fine agosto, eccellente attaccante ma non un bomber vecchia maniera, non ha colmato l'antica lacuna. In quel ruolo Cairo è fermo a Stellone, resuscitato in gennaio (era finito ai margini) dopo il mancato arrivo di Bianchi.
Così, per il momento, Gianni De Biasi si ritrova in mano lo stesso rompicapo che l'anno scorso ha tenuto occupate le meningi di Novellino per otto mesi e 33 partite, da agosto a metà aprile, senza un risultato migliore dell'esonero seguito allo 0-3 in casa del Genoa. Monzon prima di arrendersi le aveva provate tutte per risolvere il cubo di Rubik dei tre tenori (Rosina, Di Michele, Recoba), ora GdB deve fare più o meno lo stesso con Amoruso al posto del Chino. Come può giocare il Toro con l'attuale organico? Bella domanda. Il tecnico, in attesa delle risposte del prato di Malles, sta disegnando un paio di schemi intriganti.
La prima ipotesi prevede il tridente. Amoruso al centro, Rosina a destra e Di Michele a sinistra. Perché no? Con l'ex juventino centravanti di movimento (mestiere che a Reggio ha ricoperto con ottimi risultati) in grado di aprire spazi per gli inserimenti dei due furetti. Vista la cifra tecnica dei tre potrebbe esserci da divertirsi, anche se manca un po' di peso. La seconda via richiama il modulo-Roma: 4-2-3-1 con Zanetti e Grella mediani, Rosina e Di Michele sugli esterni e Amoruso a supporto della prima punta, al momento Stellone. Forse il modo migliore per sfruttare le caratteristiche tattiche del nuovo acquisto.
Sul quale c'è chi non ha dubbi. È Walter Mazzarri, 47 anni, allenatore del momento dopo i miracoli con Livorno, Reggina e Samp. In riva allo Stretto ha avuto Amoruso per due stagioni dal 2005 al 2007. Risultato: 11 gol in 29 partite il primo anno, 17 in 34 il secondo, quello della salvezza arpionata dal fondo del -11 di penalizzazione. «Amoruso è un gran giocatore - spiega Mazzarri - l'avrei voluto alla Samp. È un attaccante moderno, lavora per la squadra, segna gol d'autore e dà assist.
Tecnicamente non si discute, ha classe e talento. È bravo anche di testa, pur non essendo un corazziere. Non è il classico attaccante che fa reparto da solo». Proprio per questo, il problema, nel Toro, è come impiegarlo. «Premetto che De Biasi non ha bisogno dei miei consigli. In ogni caso, io a Reggio l'ho schierato sia come centravanti di movimento nel 3-5-1-1 con Cozza alle spalle, sia come attaccante esterno a sinistra nel 4-3-2-1 con Leon o Vigiani a destra e Bianchi davanti. In quella posizione ha dato il meglio di sè, si è esaltato, ci ha trascinato verso una salvezza che sembrava impossibile». A Cairo, allora, non resta che comprare Bianchi. No?