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Inter, Mourinho: "Il derby è lontano, pensiamo al Toro"

Inter, Mourinho: "Il derby è lontano, pensiamo al Toro"TUTTO mercato WEB
domenica 21 settembre 2008, 10:502008
di Appi .
fonte INTER.IT

Ecco parte della sintesi della conferenza stampa di José Mourinho in vista di Torino-Inter, gara valida per la 3^ giornata della Serie A Tim 2008-2009 in programma oggi (ore 15.00) allo stadio "Olimpico" di Torino.

Mourinho: come sta Dejan Stankovic? Potrebbe essere a disposizione per il derby che ci sarà domenica prossima?
"Penso che lui potrà essere una soluzione già per la gara contro il Lecce. Qualche club preferisce parlare di tempi di recupero lunghi per gli infortuni, in modo da poter dire che tutto è bello se un giocatore rientra prima. Noi rischiamo di più, anche allo staff medico piace rischiare, L'obiettivo per Stankovic è il Lecce".

Ma un po' sate già pensando al derby contro il Milan?
"No. Voglio sei punti prima di giocare il derby. E per conquistarli ora dobbiamo pensare solo al Torino, poi solo al Lecce. Senza avere la testa alla gara contro il Milan, anche se sarà una grande gara, una partita speciale come tutti derby. Ma ci saranno sempre tre punti in palio, che possiamo prendere anche contro Torino e Lecce".

Ma può avere un significato il fatto che il derby arrivi un po' prima nel calendario rispetto agli altri anni?
"Conta solo la gara di domani contro il Torino".

Ci può dire qualche uomo della formazione che schiererà domani contro il Torino?
"No, nessuno. Anzi posso dire che, come terzino sinistro, giocherà Chivu o Maxwell".

Nella settimana dopo Inter-Catania ci sono state tante polemiche, si aspettava un clima di questo tipo arrivando in Italia?
"Sì, me lo spettavo. Siamo tutti latini: ma anche se arrivo da un calcio completamente diverso e da un ambiente sociale totalmente differente, sono portoghese e non inglese. Ho lavorato tanti anni in Portogallo dove ho anche vissuto, ho lavorato in Spagna, per me non è nuova una situazione del genere".

Come sono uscite, secondo lei, le squadre italiane dalla prima partita di Champions League?
"Se devo dire la verità, non ho visto nessuna partita di Champions League. Ovviamente il risultato della Juventus è positivo perchè ha conquistato tre punti. È molto difficile, nei gironi della prima fase, che una gara si decida con uno scarto ampio. Non fa molta differenza vincere 1-0 o 2-0 o 3-0, sono sempre tre punti importanti. È un peccato il 2-2 della Fiorentina, hanno avuto una grandissima possibilità di ottenere un grande risultato. Ma vincere a Lione non è facile, ci ho giocato con il Chelsea e anche noi avevamo pareggiato. Loro hanno una bella squadra, con tanta esperienza in Champiosn League e con bravi giocatori. La Fiorentina ha ottenuto un risultato positivo che li lascia in un'ottima posizione per vincere la prossima gara in casa. La Roma, purtroppo, ha perso: ma, come ho detto l'altra sera da Atene, anche se non conosco bene il Cluj, la Roma è sicuramente migliore e può vincere in Romania. Poi, nel loro girone, dipende da quale squadra conquista più punti contro il Chelsea. La Roma ha più possibilità di farlo. Sono fiducioso, credo che tutte le italiane possano arivare alla seconda fase. Ora siamo tutti lontani perchè abbiamo giocato solo una partita su sei, ma mi piacerebbe tantissimo che le quattro italiane arrivassero agli ottavi".

Avete la necessità di far riposare Zlatan Ibrahimovic che in questo periodo ha giocato davvero tanto?
"Dobbiamo gestire con prudenza tutto il gruppo, non solo Ibra. Il rapporto tra noi e i giocatori è fiducioso, l'opinione del calciatore è importante. Se uno di loro mi dice di stare bene, di non aver bisogno di riposo in questo momento, di poter giocare due-tre gare in una settimana, noi dobbiamo avere fiducia. Se, invece, mi viene detto il contrariuo, abbiamo un gruppo con tante alternative. Ora abbiamo, come punte centrali, Ibra, Adriano, Cruz, Crespo e anche Balotelli, non ci sono problemi. Se abbiamo il piccolo problema di non poter fare grandi rotazioni in un settore del campo, questo è a centrocampo con Stankovic e Jimenez indisponibile e Muntari squalificato. In tutti gli altri settori stiamo molto bene: anche in difesa, dove sino a poco tempo fa doveva giocare Cambiasso, ora siamo a posto perchè sono a disposizione Cordoba, Materazzi, Burdisso, Chivu e Rivas".

È stato respinto il ricorso dell'Inter in relazione alla squalifica di tre giornate a Muntari dopo l'esoulsione durante Inter-Catania. Ha qualcosa da dire in merito?
"No, adesso aspetto con tranquillità che arrivi un giorno nel quale un giocatore faccia una vera aggressione nei confronti di un suo collega. Se Muntari ha preso tre giornate per una situazione dove probabilmente meritava un cartellino giallo, quando arriverà una vera aggressione minimo dovranno dare sei giornate di squalifica. Ma ora devo aspettare".

Dopo due giornate di campionato, si è già fatto un'idea della Serie A italiana e su quale può essere il maggior avversario dell'Inter per lo scudetto?
"Dopo solo due gare? Non hanno significato in questo senso. Il Milan ha zero punti, la Roma uno, Inter e Juventus quattro, come faccio a dire ora chi è più candidato e chi meno alla vittoria finale? Aspettiamo a dicembre quando arriverà la sosta del campionato e saremo circa a metà, a quel punto potremo parlare di chi è nelle posizioniu migliori. Ora assolutamente no".

L'altro giorno ad Atene, prima di inserire Adriano, si è consultato con il suo staff. L'hanno aiutata a prendere la decisione giusta?
"Arrivo da un campionato, quello inglese, nel quale tutti i collaboratori sono in panchina. In Italia ce n'è solo uno. Nella PremierLeague non ci sono dirigenti in panchina, solo i collaboratori tecnici. A me, ogni tanto, piace chiedere un'opinione oppure scherzare un po'. Ora ho vicino solo Beppe (ndr.: Baresi), gli altri sono a venti metri da me. Questi venti metri sono positivi, perchè mi rilassa un po' percorrerli. Ad Atene ho parlato con loro, gli ho spiegato che avevo due cose in mente da fare e loro mi hanno dato il proprio parere. Se mi hanno dato il consiglio giusto? (ndr.: sorride) Chiedete a Rui Faria che è qui presente".